Re dei Colli Euganei
Prima di portarvi virtualmente in viaggio a scoprire le meraviglie enologiche di Padova mi sia consentito tessere le lodi di questa piccola città, capitale mondiale della cultura e dell’arte, attraverso qualcuna delle bellezze che potete incontrare visitandola.
Nel 2022 sono stati festeggiati 800 anni dalla fondazione dell’Università di Padova (1222- 2022), seconda in Italia e fra le prime al mondo, a Palazzo Bò, sede storica dell’Università di Padova che ha visto passare personaggi illustri quali Galileo Galilei, Copernico, Papa Sisto IV, Ippolito Nievo, Giovanni Battista Morgagni ed è doveroso ricordare che fu proprio in questa Università che si laureò nel 1678 la prima donna al mondo; Elena Lucrezia Cornaro Piscopia. Nel 2021 Padova Urbs picta, i cicli affrescati del XIV secolo di Padova sono stati proclamati patrimonio mondiale Unesco, il secondo sito Unesco presente in città dopo l’Orto botanico. Urbs picta significa “città dipinta” ed è un percorso che comprende la Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto e altri 7 siti che rappresentano un insieme unico di eccezionale valore universale. Il Mercato sotto il Salone a Padova poi, ha il primato di essere il Mercato coperto più antico d’Europa, con i suoi otto secoli di storia, diventato il simbolo della città di Padova e luogo unico al mondo, un punto di incontro tra la passione degli artigiani del gusto e l’amore incondizionato dei consumatori.
E ora in viaggio verso i Colli Euganei, a poco più di 20 km. in direzione Sud di Padova dove si può ammirare in lontananza questo scherzo della natura: un comprensorio collinare grande poco più di 20 km per 10 emerso in mezzo alla pianura. I Colli Euganei occupano esattamente un’area di 340 kmq, il Monte Venda, coi i suoi 601 metri d’altezza, segna il centro e la maggiore elevazione del sistema collinare. I Colli Euganei sono di origine vulcanica ma va ricordato che non ci sono mai stai fenomeni eruttivi in superficie, ma si sono formati a seguito di fuoriuscite magmatiche sottomarine in 2 periodi distanti fra loro. Le prime attività eruttive risalenti all’Eocene superiore (circa 43 milioni di anni fa), furono colate di lava basaltica, assai fluide e ricche di gas e vapori, che si espansero rapidamente sul fondale formando estesi ma poco elevati campi di lava. Dopo un periodo di quiete, all’inizio dell’Oligocene (circa 35 milioni di anni fa), si ebbe una forte ripresa del magmatismo con l’emissione di materiali lavici di composizione molto diversa rispetto a quelli della fase precedente, colate lente e poderose attraversarono e ricoprirono, in parte, i sedimenti, formando di fatto gli apparati che conferiscono alla morfologia euganea un aspetto unico e suggestivo. La spinta dei magmi avvenuti nel fondale del mare preistorico presente in quel periodo nella Pianura Padana fratturò nei modi più disparati gli antichi strati del fondo marino generando la conformazione geologica che oggi conosciamo, a seconda di come è uscito il magma si sono formate due tipologie di colline, la prima tipologia, esempio il colle dove si trova Arquà Petrarca, dove il magna ha spinto in alto il fondale marino senza fuoriuscire e guardando la stratigrafia, visibile esempio sotto la cantina che ho visitato, Vignalta, si vede il profondo strato calcareo derivante dalla disgregazione delle conchiglie miste a carbonati con al di sotto la spinta del magna, quindi roccia vulcanica scura. In alcuni casi nella fuoriuscita del magma, il magma stesso con la spinta è riuscito ad emergere dallo strato del calcare, bucandolo letteralmente, ed ha formato quello che appare come il cono caratteristico vulcanico del rilievo Euganeo. In quei casi facendo una stratigrafia si vedrebbero degli strati pìù superficiali di terreno vulcanico che può essere di differenti durezze e in profondità il terreno calcareo ricco della cosidetta scaglia bianca, va detto che gli strati sono di svariate decine di metri, quindi uno non può influenzare l’altro, nel caso della vite è improbabile che le radici arrivino a toccare le due tipologie di suolo. I Colli Euganei sono apparsi in superficie dal Quaternario, circa 2 milioni di anni fa, quando i fiumi hanno trasportato nell’area peri-euganea grandi quantità di materiali derivanti dall’erosione delle catene montuose alpine, formando la Pianura Padana e portando all’emersione definitiva.
Oltre a queste due conformazioni poi ci sono le eccezioni come il Monte Gemola, che ha subito una disgregazione decisamente più veloce delle altre, grazie ai fenomeni erosivi avvenuti in milioni di anni, la vetta del Monte si è erosa facendo scivolare verso valle detriti allargandone di fatto la base, osservando il profilo del Monte Gemola si nota all’altezza dei vigneti un cambio di pendenza, formando un vero e proprio anello intorno al Monte che non è altro che un accumulo di detriti erosivi delle vetta, ed è proprio qui che si trovano i vigneti di maggiore interesse in termini di suolo e di risultati dal punto di vista enologico. La stessa roccia vulcanica Euganea ha di fatto due matrici che differiscono in parole semplici dalla presenza più o meno alta di materiale siliceo e dal tempo che ha impiegato per raffreddarsi e passare dallo stato fluido come la lava allo stato solido.
Queste differenti combinazioni di caratteristiche hanno dato origina a due differenti tipologie di roccia, chiamata trachite Euganea, in un caso è molto resistente, dura al taglio e all’erosione, usata nei secoli per pavimentare Venezia e Padova fra le altre, nell’altro caso questa roccia che visibilmente appare uguale all’altra, ma in effetti è una roccia molto friabile che, con l’azione del tempo, aria e acqua tende a disgregarsi facilmente, e questa è quella che da origine ai suoli decisamente più interessanti, non solo per la produzione viticola ma anche per l’orticoltura. La particolarità di questi suoli è che la disgregazione fisica di questa roccia da origine a un suolo tendenzialmente sabbioso quindi abbastanza sciolto dove microgranuli che lo compogono hanno due caratteristiche importanti, la prima è che creano una microporosità, una serie di alveoli più o meno grandi nei quali si riesce a immagazzinare l’umidità e l’acqua, quindi in annate particolarmente siccitose, come la 2022, l’umidità notturna riesce ad essere immagazzinata nel suolo e verrà ceduta alla pianta nel corso della giornata, in questo modo quei terreni non avranno particolari problemi di siccità riuscendo a mantenere le piante in una situazione di equilibrio importante riducendo i momenti di stress, in genere faticosi da affrontare per la vite.
L’altra caratteristica è quella che, grazie a questa microporosità si riescono a insediare una moltitudine di microrganismi, immaginate di vedere un alveare dove queste piccole particelle si insinuano e trovano aria e acqua, per cui è un terreno che dal punto di vista “costruttivo” è favorevole alla vita nel suo interno. Legata a questa caratteristica va di pari passo la fertilità, questi terreni sono particolarmente fertili quindi per ottenere uva di grande qualità non è necessario fare nessun intervento di concimazione e fertilizzazione poichè le piante con le produzioni basse tarate a 60 quintali ettaro necessitano solo delle foglie, tralci e dell’erba tagliata per il loro sostentamento.
Altra caratteristica di questo specifico suolo del Monte Gemola sono i pH a reazione acida, quindi un rarità in quanto questo tipo di suolo coltivabili sono molto pochi, interessanti dal punto di vista viticolo perché riescono a restituire vini pù articolati, sfaccettati e complessi e inoltre la natura vulcanica che origina questo terreno consente di avere una matrice di minerali a disposizione della pianta molto ricca, restituendo delle uve molto complesse, molto sfaccettate riuscendo a fare emergere nel vino carattere ed energia.
La scelta dell’azienda Vignalta di fare del Monte Gemola il Cru aziendale si deve alla intraprendenza di Lucio Gomiero e Franco Zanovello che all’epoca hanno riconosciuto nel terreno vulcanico la possibilità di farne un grande vino e, dopo l’esperienza dell’iconico Cabernet Riserva 1990, ottenuto da uve su scaglia calcarea volevano differenziare e creare altri vini, quindi hanno acquistato questo vigneto ancora con la piante originali, chiamato del Frattà, e con il tempo si è imparato a conoscere questo suolo, a capire quali varietà si esprimevano meglio e a capirne le differenze.
Vignalta negli anni ha eseguito una sotto-zonazione aziendale per capire come si esprimevano le differenti uve negli specifici appezzamenti. Infatti in cantina la quantità di tonneauIl Tonneau è una botte adatta all’affinamento del vino, dalla capacità di 900 litri.... Leggi è cospicua, riuscendo a separare i singoli micro-cru con le singole partite di vino delle diverse angolazioni e suoli, questo permette di assaggiare le evoluzioni delle singole vigne, di vitigni diversi e di differenti suoli che sostano singolarmente per 1-2-3 fino a 4 anni, questo ha permesso di capire che il Merlot proveniente dal Gemola avesse un carattere diverso da tutti gli altri. Dall’assemblaggio iniziale dove era previsto del Merlot assieme al Carmenere, si è passati al Cabernet Franc perché il primo che non riusciva a esprimere le caratteristiche speziate in quel suolo a matrice vulcanica, quindi dopo vari tentativi si è arrivati al Cabernet Franc che su questo suolo riesce ad esprimere un potenziale aromatico e di qualità straordinario.
Quindi negli anni Il Gemola ha trovato la sua solida identità nel blend attuale, capendo che anche il Merlot non doveva arrivare a maturazione esasperate per garantire complessità ma si doveva arrivare al giusto compromesso per esaltare anche le doti di freschezza ed eleganza. Vignalta può vantare di essere stata una realtà pionieristica dal punto di vista qualitativo sia piantando vigneti ad alta intensità lungo i versanti collinari più elevati. L’azienda continua tuttora il suo percorso produttivo orientato all’eccellenza, valorizzando il grande patrimonio viticolo nei principali terroir dei Colli e frutto di un protocollo enologico di stampo moderno interpretato con maestria e consapevolezza.
La degustazione
Gemola Colli Euganei Rosso Doc 2018 Vignalta
Supercru dei Colli Euganei, blend di Merlot 70% e Cabernet Franc 30% allevate nel Monte Gemola, resa di 50q. ettaro e 3 anni di affinamento in tonneaux di rovere francese. Propone un quadro olfattivo sofisticato e intrigante che accoglie con piccoli frutti rossi e neri, marasca, mora di gelso, prugna, un blocco denso e fitto contornato poi di infinite sfumature di humus, fungo, viola, sottobosco, erbe medicinali, balsamico, note speziate di pepe, ginepro e cardamomo e un soffio di moka e boisé. Il sorso è gustoso, potente e avvolgente, mette in campo una materia a trama fitta, Il tannino è ricco ma finissimo, di alto profilo, la struttura importante è ben contenuta dalla freschezza e soprattutto dalla sapidità. Chiude lunghissimo con rimandi di cuoio e tabacco. 96/100
Gemola Chardonnay Colli Euganei Doc 2020 Vignalta
Ultima sfida di Vignalta, produrre uno Chardonnay di alto profilo da vigneto di 10 anni dal Cru Monte Gemola, fermenta in barriqueCon "barrique" si intende una piccola botte di legno adatta all’affinamento di vino dalla capacità compresa tra i 225 e i 228 litri.... Leggi di rovere e rimane a lungo contato con i lieviti e la tostatura del legno. Oro liquido alla vista, propone un ventaglio aromatico accattivante dominato da note di frutta gialla matura, susina, pesca, albicocca, che si fondono a note burrose, di brioche, di burro di arachidi, di tostatura di nocciole e un tocco di cioccolato bianco e vaniglia. Gustoso, caldo, ricco, elegante, al palato, dimostra forza e struttura, una buona spalla acida, ma anche finezza e mineralità. Grande equilibrio, super. 95/100
Questi due vini sono prodotti nella proprietà aziendale del Monte Gemola mentre quelli sottostanti provengono dai vigneti di Arquà dove cambia radicalmente la composizione del suolo, nella stratificazione possiamo trovare: le rocce sedimentarie più antiche come il Rosso Ammonitico che prende il nome delle ammoniti, molluschi marini con conchiglia a spirale, il Biancone, un calcare bianco a grana finissima, la Scaglia Rossa, calcare argilloso di colore rosato, La “scaglia” è la più diffusa e conosciuta tra le sedimentarie euganee, localizzata soprattutto nel settore meridionale tra Cinto Euganeo, Valle S. Giorgio, Baone ed Arquà Petrarca e contiene varie specie fossili di ricci di mare e denti di squalo. La serie sedimentaria termina con la Marna Euganea, fortemente argillosa, molto friabile e fittamente stratificata, di colore grigio.
Pinot Nero Veneto IGT 2017 Vignalta
Le uve di Pinot Nero sono provenienti da vigneti di 10 anni piantate su suolo con alto contenuto di calcare (scaglia Bianca), fermentato a grappolo intero alla maniera Borgognona e riposa 18 mesi in tonneau di rovere. Profumi caldi, tipici, piccoli bacche rosse e nere, buccia di arancio essiccato, tabacco, tostature, cuoio, spezie calde e dolci. Bocca che sorprende per la sua eleganza, fresco, fine, grande bevibilità, tannini finissimi che solleticano il palato e richiamano al secondo calice. Vino pazzesco anche questo che riflette la grande conoscenza di Vignalta sul territorio. 92/100
Pinot Nero Veneto IGT 2016 Vignalta
Si annuncia all’olfatto con piccoli frutti sotto spirito, tocco di buccia arancio essicato e candito, per poi virare su note terrose calde, finale balsamico e mentolato. Scorre dinamico al palato con una finezza di frutto esemplare, freschezza e sapidità che rincorrono tannini eleganti, regalando pulizia e ricordi finali agrumati e balsamici. 93/100
Carmenere Riserva Colli Euganei Doc 2019 Vignalta
Altro vitigno che dimora da decenni nei Colli Euganei che viene piantato sulla scagli bianca, suolo tipico dei Colli Euganei. Anche qui età delle piante che variano dai 10 ai 27 anni, 35 quintali ettaro la resa, 2 anni di affinamento in tonneaux di rovere francese. Note calde di marasca, lampone, floreale speziato, pepe nero. Caldo, ricco, vellutato, grande eleganza, finissimo e persistente. 92/100
Merlot Riserva Colli Euganei Doc 2016 Vignalta
Una volta conosciuto come Arquà rosso è un Merlot che rappresenta l’espressione del Merlot piantato sulla scaglia bianca (suolo di matrice calcarea) di Arquà Petrarca. Età media delle piante 20-30 anni a cordone speronato, 4° quintali ettaro e 3 anni di affinamento in tonneaux di rovere francese. Quadro olfattivo che propone pennellate calde e intense di marasca, lampone, more, ribes nero, floreale di viola, speziato di pepe nero, legno di sandalo, tabacco da pipa. Caldo, materico, ricco, profondo, dalla finissima trama tannica, ottimo l’allungo finale con scia sapida di grafite. 93/100
Colli Euganei Fior d’Arancio Passito Alpiane 2018 Vignalta
Passito da uve Moscato Fior d’arancio che subiscono un appassimento in fruttaio per 4 mesi, pressatura e fermentazione in botte di rovere per 18 mesi. Alpiane è sicuramente ai vertici assoluti dei vini passiti italiani, sa coniugare una concentrazione di aromi e di struttura morbida pazzesca, salvo poi finire con un’acidità inaspettata e un finale mozzafiato. Oro luminoso con intensi riflessi ambra, naso dalla impressionante concentrazione aromatica che inizia con calde note di albicocca disidratata, dattero, buccia d’arancio essicato, per passare poi a miele di castagno, cera d’api, floreale, incenso, cioccolato bianco, curryCon il termine curry in italiano si intende una varietà di miscele di spezie pestate nel mortaio, in uso principalmente nel sud-est asiatico. Le spezie utilizzate possono variare notevolmente e, a seconda di quelle dominanti, possono cambiare il colore e la piccantezza della miscela. In India l'equivalente italiano della parola curry è masala, del quale ne esistono decine di varietà,... Leggi. Caldo, cremoso, materico e ricco, potenza che vira in freschezza e sapidità e lascia un interminabile finale con rimandi balsamici, da mercato di spezie orientali, incenso, miele. Vino che conquista per la grande complessità ed equilibrio, immenso. 97/100