…e le sue sottozone
Prima di raccontarvi questi meravigliosi vini vorrei partire questo racconto da lontano, dalla storia. Giovanni Battista Perez nel suo libro del 1900, “Verona e i suoi vini“, mette in campo una ricerca analitica dei vini di Verona dal 1895 al 1899, di ciascuna zona della provincia di Verona, di cui evidenzia i Cru riconosciuti all’epoca, i prezzi, la quantità di alcol ecc., segnando la prima mappatura ufficiale di una provincia e di una zona nella storia italiana. Su questo libro Perez scrive quello che è noto anche ad altri autori, ovvero che i vini di quello che identifica come Gardesana, cioè l’area di produzione del Bardolino, erano suddivise in 3 ripartizioni distrettuali perché all’epoca le aree amministrative si chiamavano distretti:
- il Distretto di Montebaldo che era quello di Caprino Veronese nella parte più interna del territorio;
- il Distretto di Bardolino, che era la parte costiera;
- il Distretto delle morene meridionali del lago di Garda o di Villafranca nord (che oggi è stato chiamato distretto di Sommacampagna) perché Villafranca è fuori dalla zona di produzione.
Tre aree, secondo quello che scrive nel libro dal 1825, che i negozianti di vino usavano per distinguere i vini della Gardesana già dal 1825. 30 anni prima, per inciso, della classificazione di Bordeaux, avvenuta nel 1855. Ma nel libro si dice anche che questi vini venivano fatti affinare nei canevini, cioè nelle cantine sotterranee sotto la Rocca di Garda, e poi attraverso la ferrovia di Peschiera venivano inviati nei grandi Hotel della Svizzera dove erano “spacciati per Beaujolais”, tanto che si trovavano nelle liste vini assieme ai Cru del Beaujolais e della Borgogna, così che nei grandi alberghi della Svizzera potevi trovare Pommard, Fleurie e Montebaldo.
Cosa è successo, poi, nel tempo? Che sull’onda del grande successo del Bardolino venivano spacciati per Bardolino vini provenienti da aree diverse compresa la parte bresciana con Barbere e Groppello, senza che si facesse più attenzione alle caratteristiche di ogni singolo Cru, portando questi Cru a perdere in identità territoriale. Successivamente, con la zonazione portata avanti dal Prof. Scienza, si è dimostrato da ricerche sui suoli, su ricerche sul clima e su ricerche legate alla microvinificazione della Corvina che effettivamente esistono 3 macro-aree, perché il clima varia spostandosi da sud verso nord, dal lago verso l’interno, e variano le altitudini e le escursioni termiche in un modo così evidente da riattualizzare la divisione dei 3 Cru che avevano già individuato i commercianti di vini già nella prima metà del 1800.
Il Consorzio altro non ha fatto che ripristinare questi 3 territori portando a uno stile di vino che fosse quello coerente con l’epoca, quindi affinamenti più prolungati, divieto assoluto di appassimento, divieto di affinamento in legno: devono essere dei vini molto eleganti, molto fini, con un potenziale di longevità molto consistente senza alcol in eccesso; devono avere lo stile le caratteristiche dei vini gardesani, grande acidità, grande freschezza, grande presenza di piccolo frutto e di spezie. Ultimo ma non ultimo, è necessario che seguano le caratteristiche delle zone, in quella più a Sud prevale la ciliegia, la marasca e il pepe; nella zona costiera il lampone e la cannella; nella zona più interna prevale la fragola e il chiodo di garofano. Sono state quindi provate micro-vinificazioni della Corvina dal 2008, che al tempo era consentita al 65% nel Bardolino e successivamente è stata portata all’80% e con l’ultimo disciplinare al 95% – e si è visto che, oltre ad essere differenti, avevano un potenziale di longevità grandissimo, tanto che di recente sono state aperte bottiglie del 2006, ancora giovanissimo.
Quindi una Corvina delle 3 zone sopraindicate allevata come si deve, con rese basse e vinificazioni scrupolose, non ha nessun problema a tenere almeno 15 anni, anzi, nel tempo sviluppa meglio la parte speziata e officinale, il tutto con una percentuale di alcol bassa, contenuta a 12,5 e in alcune aree del Montebaldo, sebbene in quelle più fresche fatica ad arrivare a 12. L’obiettivo è dunque quello di specializzare i vigneti da Bardolino e i vigneti da Chiaretto: i vigneti piantati in fondovalle e su terreni pianeggianti andranno benissimo per il Chiaretto, che ha bisogno di acidità molto spinte. Quelli che andranno a produrre i rossi saranno quelli meglio esposti, i Cru storici capaci di produrre delle Corvine che avranno lunghissima longevità.
Ma non solo, anche la conduzione del vigneto sarà diversa: per arrivare a fare un buon Chiaretto si deve arrivare ad avere la maturità completa 10-15 giorni prima del Bardolino, quindi si deve gestire la parete fogliare in modo diverso perché la Corvina si tende a scottare se esposta al sole; se si vuole arrivare ad avere acidità e anche maturità fenolica deve invece essere più esposta, e quindi pensare al vino già dal vigneto, cosa che fa la maggior parte dei produttori gardesani differenziando già da tempo i vigneti da Chiaretto e quelli da Bardolino. Questo è anche il significato della Rosé Revolution del 2014: in quell’occasione fu messo nero su bianco che i vini rosa non sono vini di cantina ma sono vini di vigneto, determinando una trasformazione culturale enorme per l’Italia, abituata a pensare al vino rosa come a un vino di cantina.
La prima annata delle sottozone del Bardolino è stata la 2020, in deroga perché il disciplinare è stato approvato il 14 aprile del 2021, però i produttori che avevano fatto la scommessa di produrre già secondo il disciplinare nuovo di produzione hanno potuto rivendicare l’annata 2020, con il nuovo disciplinare devono uscire almeno dopo un anno dalla vendemmia, ma anche dopo 2-3 anni dalla vendemmia.
La critica internazionale sta dando ragione della strada iniziata: sono, infatti, vini solo apparentemente semplici, in realtà complicatissimi, che consentono però grande apertura in termini di sperimentazione. Per disciplinare sarà obbligatorio indicare prima il nome del Cru e poi quello della denominazione per evidenziare le 3 macroaree prima del vino, che potrà essere scritto a grandezza doppia rispetto a quello della denominazione. Una delle ragioni per cui questi vini stanno raccogliendo molto interesse è la contenuta gradazione alcolica – sotto i 13 gradi – ormai rarissima.
Se per molte persone vale ancora la regola che la complessità di un vino va di pari passo con la sua struttura, l’alcol, l’affinamento in legno e il prezzo, le sottozone del Bardolino sono qui a dimostrare esattamente il contrario.
Le tre sottozone
Qui di seguito le caratteristiche specifiche delle 3 sottozone.
Il Distretto Montebaldo comprende le porzioni dei territori comunali di Affi, Caprino Veronese Cavaion Veronese, Costermano sul Garda e Rivoli Veronese ricadenti all’interno della zona del Bardolino. È la parte di territorio più interna, verso nord, ai piedi del Monte Baldo, caratterizzata da altitudini medie più elevate e dalla presenza di rilievi quali il Monte Moscal e la Rocca di Rivoli. Comprende la piana fluvioglaciale che separa i due apparati morenici del Garda e dell’Adige. Ha escursioni termiche più elevate e una maggiore piovosità.
Il Distretto La Rocca comprende le porzioni dei territori comunali di Bardolino, Castelnuovo del Garda, Garda, Lazise, Peschiera del Garda e Torri del Benaco ricadenti all’interno dell’area del Bardolino. Occupa la riviera gardesana e il suo primo entroterra, sulle colline moreniche più fini, vicine al lago, e su quelle medio-recenti, interne. È caratterizzata, a nord, dalla presenza del colle della Rocca e del monte Luppia. Secondo la classificazione descritta dal Perez nel 1900 corrisponde nella sostanza a quella che veniva chiamata la “Plaga Gardense”.
Il Distretto del Sommacampagna comprende le parti dei territori comunali di Bussolengo, Pastrengo, Sommacampagna, Sona e Valeggio sul Mincio ricomprese nella zona di produzione del Bardolino. Rappresenta la parte sud-orientale della cerchia morenica gardesana, corrispondente al Distretto ottocentesco che il Perez nel 1900 descriveva come “Colli morenici meridionali”, che includeva le località del perimetro “toccante l’alta pianura”, nel perimetro dell’antico distretto nord di Villafranca.
Da questo percorso fra le sottozone del Bardolino, ma anche fra le ultime due annate del Classico ne esce un quadro confortante, un vino estremamente versatile, di buona complessità, fresco, piacevole, per tutti i palati. Sa dimostrare complessità con disinvoltura, con la raffinatezza della Corvina di questa area, che sorprende ancora una volta, perché mette in campo un vino da tutte le stagioni, da carne, da pesce, da verdure, da primi piatti, un vino che sa stare a tavola con tutto, dalla grande versatilità, estremamente moderno e contemporaneo.
Il filo che unisce la maggior parte dei Bardolini assaggiati è una nota olfattiva che si ritrova molto spesso di arancio che va dal succo, alla buccia, alla canditura, note che difficilmente si ritrovano in altri vini rossi. Un plauso alla bravura di questi viticoltori che con sapienza e caparbietà sanno interpretare questo angolo di Veneto in maniera egregia, iniziando con la Rosè Revolution del 2014, passando per Bianco di Custoza e Bardolino con le sottozone.
Un immenso grazie ad Angelo Peretti che ci ha dedicato tempo prezioso raccontandoci con immenso entusiasmo questo grande lavoro, così come ad Andrea Vantini che ha selezionato per noi quanto di meglio da assaggiare.
Sottozona La Rocca
La Rocca Bardolino 2020 Poggio delle Grazie
Spettro olfattivo ampio e intrigante, grande espressione aromatica. Frutti rossi e neri, mora, lampone, fragola, scorza d’arancio, note pepe. Il sorso è fresco, gustoso, avvolgente, fragrante, fine, lunghissimo. Ottima persistenza. Con assaggi come questo si capiscono le potenzialità di questo vino, splendido. 93/100
La Rocca Bardolino 2020 Giovanna Tantini
Bouquet delicato e suadente, di grande espressività aromatica, ribes rosso, lampone, arancio, fragolina. Bocca finissima, di grande eleganza, grandissimo assaggio, equilibrato, dalla grande salivazione che invita alla beva. 92/100
La Rocca Bardolino Bio 2020 Casaretti
Olfatto intenso, mediterraneo. Riconoscimenti puliti e chiari di piccoli frutti rossi, buccia d’arancio, floreale di rosa. Bocca finissima, brilla per succosità, sapore ed armonia, tannino di ottima fattura, salino con rimandi di arancio essicato. 91/100
La Rocca Bardolino Soracuna 2021 Villa Calicantus
All’olfatto regala sensazioni profonde di frutti rossi, mora, ciliegia, mirtillo, immancabili note arancio, floreali e speziate. Assaggio voluttuoso che si sviluppa grazie a una rinfrescante acidità e una sferzata sapida che impreziosisce una lunghissima persistenza. 90/100
Sottozona Monte Baldo
Montebaldo Bardolino Morlongo Anniversario 50° Vendemmia 2020 Vigneti Villabella
Profilo olfattivo di pregio, buccia d’arancio essiccato, pepe, frutti neri, ribes nero, mirtillo, pepe, tocco floreale. Il sorso, animato da un’acidità in sintonia con la delicatissima trama tannica, è scorrevole e ne richiama subito un secondo. Finale persistente su note smoky, di tabacco dolce. Vino completo e complesso. 93/100
Montebaldo Bardolino Brol Grande Bio 2020 Le Fraghe
Naso attraente grazie alle intriganti note di piccoli frutti rossi, arancio, spezie, cannella. In bocca mostra grande equilibrio, la generosa materia si integra appieno col setoso tannino e con una buona spalla acida, accompagnandoci verso un sapido finale lunghissimo. Super. 93/100
Montebaldo Bardolino San Verolo 2020 Gentili
Naso di grande espressione, arancio essicato, cannella, pepe. Bocca di grande volume e dimensione, finissimo e lunghissimo. 92,5/100
Montebaldo Bardolino Eocene Bio 2020 Bigagnoli
Profumi schietti, decisi di marasca, lampone, fragoline, arancio, tocco di spezie dolci, pepe, cannella. Il sorso offre un buon volume, il tannino non invade ma accompagna, sottolineando freschezza e corpo. Persistenza lunga e fruttata. 92/100
Montebaldo Bardolino Le Grotte 2020 Vinicio Bronzo
Raffinata l’impronta olfattiva che esordisce con buccia e succo d’arancio, ciliegia rossa, lampone, cannella, chiodo di garofano, liquirizia, menta. Bocca finissima, precisa e fine, vino con energia, carattere ottimo lo spunto finale. 92,5/100
Sottozona Sommacampagna
Sommacampagna Bardolino 2020 La Rocca Monte del Frà
Quadro olfattivo che disegna una fruttato delicato di ciliegia, fragola, a seguire grande spinta di erbe aromatiche, spezie piccanti, pepe, zenzeroLo zenzero (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo) originaria dell'Estremo Oriente. Coltivata in tutta la fascia tropicale e subtropicale, è provvista di rizoma carnoso e densamente ramificato dal quale si dipartono sia lunghi fusti sterili e cavi, formati da foglie lanceolate inguainanti, sia corti scapi fertili, portanti fiori giallo-verdastri con macchie... Leggi, noce moscata, timo, maggiorana. Il sorso è gustoso, avvolgente, di volume pieno, ricco, intenso, freschezza e sapidità rendono la beva succosa e appagante. 92/100
Bardolini Classici
Bardolino Classico Brol Grande Bio 2019 Le Fraghe
Olfatto che si propone con un dolce agrumato all’esordio e prosegue con succose note di frutti rossi. Scorre dinamico al palato con rinfrescante freschezza e sapidità che si supportano a vicenda regalando pulizia e ricordi finali agrumati. 91/100
Bardolino Le Fontane 2021 Corte Gardoni
Propone un ventaglio odoroso che parte dalla buccia di arancio essiccata, per arrivare alla frutta lampone, fragolina, ciliegia e finisce con soffio di cannella, pepe. Assaggio di grande espressività, materico e freschissimo, capace di unire potenza e finezza. Ancora giovane, saprà sorprendervi fra qualche anno. 90/100
Bardolino Classico Bio 2021 Le Tende
Naso attraente per le sue note intense di frutti rossi lampone, ciliegia, mora, soffio agrumato. Ottimo l’equilibrio, sostenuto dalla freschezza e soprattutto, da un tannino elegante e non invadente. 90/100
Bardolino Classico 2021 La Rocca
Olfatto intenso e stratificato, decisamente complesso con note di frutti rossi e neri, spezie, floreale, candito di arancio. Sorso compatto e generoso, il tannino educato e la convinta freschezza fanno pensare a una sicura longevità. 89,5/100
Bardolino Classico 2021 Raval
Esordio agrumato all’olfatto seguito da note di fragole, ciliegia, ribes rosso, tocco floreale. Intensa la beva, sostenuta da una generosa freschezza, si allunga piacevolmente con ricchi ritorni aromatici. 89,5/100
Bardolino Vicentini 2021 Le Muraglie
All’olfatto sprigione energiche suggestioni di piccoli frutti di bosco, floreale, speziato. Sorso elegante e dinamico, efficaci le combinazioni fresche, sapide e morbide che regalano equilibrio. 89,5/100
Bardolino Classico Bio 2021 Casaretti
Articolato scenario olfattivo con succose note di arancia sanguinella seguita da piccoli frutti rossi, tocco speziato. Niente di meno il palato, che unisce carnosità fruttata, un tannino finissimo e ottima persistenza. 89,5/100
Bardolino Classico Vigna le Giare 2020 Lenotti
Naso di grande finezza, che esordisce con l’immancabile nota di arancio, prosegue con frutti rossi, ciliegia, lampone, ribes e finisce con pepe nero e cannella. Raffinata la tessitura gustativa, freschezza, sapidità e morbidezza si incrociano in un avvincente equilibrio. 89/100
Bardolino Le Fontane 2019 Corte Gardoni
Olfatto di buona complessità che esordisce con un dolce agrumato, prosegue poi con lampone, fragolina, pepe, tocco floreale. Sorso dai generosi rivoli freschi e sapidi, equilibrio impeccabile e lunga persistenza di agrumi. 89/100