Valutazione
Pregi
- Una cucina moderna in un contesto classico.
- Gli ingredienti dei piatti, selezionatissimi e di grande qualità.
- Il fascino del luogo, ubicato tra le colline di Cesena.
Difetti
- Troppi fritti nelle componenti del benvenuto.
- La carta dei vini ridotta nelle referenze, seppur interessanti.
“Monty Banks è lo pseudonimo di Mario Bianchi: attore, regista e ballerino nato a Cesena alla fine dell’Ottocento ed emigrato negli Stati Uniti, divenne celebre all’epoca del cinema muto. Fa una prima apparizione sullo schermo nel 1916 e in seguito dirige e interpreta numerosi film brillanti. Nel 1929 si trasferisce in Gran Bretagna e qualche anno più tardi incontra Gracie Fields, attrice e cantante di varietà, che sposa nel 1940 e che sarà interprete di alcuni dei suoi film. È con lei che spesso torna in Romagna e in occasione di un viaggio decide di acquistare “il Belvedere” poi Villa Bianchi.”
Questa è la storia di una splendida villa anni ’30 del Cesenate, sconosciuta ai più e riportata agli antichi splendori da una coppia, sia nel lavoro che nella vita privata, Michele Manuzzi ed Erika Galbucci. Un restauro conclusosi nella primavera 2020, periodo che non ha affatto scoraggiato questa coppia di mecenati che, oggi, con l’arrivo dello chef Ivan Milani – ex Piano 35 di Torino e ex Pont de Ferr a Milano – ha completato il cerchio del loro progetto di accoglienza. Qualche camera, una Spa, un ristorante gastronomico. E, tutt’attorno, ettari e ettari in cui produrre vino, olio e quasi tutto il necessario per sostentare l’offerta gastronomica. Un concetto autarchico tanto caro ai contadini di un tempo, che trova nuova linfa anche qui.
Ivan Milani ha aderito a questo progetto con entusiasmo e passione, portando tutto il suo talento e la sua sensibilità e desideroso di costruire con la proprietà un progetto solido e di ampio respiro. A pochi giorni dall’apertura la nostra visita a confermato le ambizioni. La selezione degli ingredienti, non tutti della proprietà ma scovati con ricerca attenta nei dintorni, e la mano intrigante e avvolgente nella direzione di fermentazioni e ispirazioni orientali del cuoco fanno si che a Villa Monty Banks si trovi una cucina davvero meritevole.
Terra e mare nel piatto
Brillante l’esecuzione del piccione, di qualità sopraffina e lavorato egregiamente in cucina, con una consistenza e gusto difficilmente riscontrabili altrove. È prodotto da un piccolo artigiano della zona, così come della stessa provenienza il coniglio, splendido, e l’uovo di quaglia. Il pesce, in parte proposto fresco e in buona parte lavorato sapientemente, innesta una cucina che ha il tratto distintivo di combinare terra e mare in continuazione. Il midollo con i ricci, le capesante e i funghi, il daikon e i gamberi sono paradigmatici esempi di questo divertente e piacevole fil rouge.
Il menù da noi provato, di 14 portate a 95 euro, è il punto più alto dell’espressione della cucina, con qualche piccola attenzione e miglioramento possibile. Troppi i fritti di benvenuto, buoni e golosi ma che rischiano di appesantire la restante parte del pasto e forse un filo troppo ricco il dessert, davvero buono ma non leggero come ci si aspetterebbe alla fine di un percorso così lungo.
Il nostro pasto è stato accompagnato da uno compendio enologico davvero piacevole, il risultato di un prodotto del duo Dattoma-Cracco, realizzato presso la tenuta agricola di quest’ultimo ubicata nelle vicinanze. Un vino che, nella sua prima annata di presentazione al pubblico, esprime già dinamica e concentrazione notevoli, un Trebbiano romagnolo con lieve macerazione sulle bucce e affinamento in anfora.
Villa Monty Banks è un progetto di cui sentiremo parlare a lungo, ambizioso e con le carte in regola per divenire un punto di riferimento per Cesena e per i dintorni. Un progetto che, ci auguriamo, abbia il riconoscimento di pubblico e critica che merita ampiamente sin d’ora.Villa Monty Banks