Passione Gourmet Maso Martis - Passione Gourmet

Maso Martis

Vino
Recensito da Thomas Coccolini Haertl

Verso le Dolomiti

Oltre alle bellezze del paesaggio, lungo la valle dell’Adige entriamo nel territorio del Trento DOC, la prima Denominazione di Origine Controllata italiana dedicata al metodo classico, attribuita nel 1993. A nord-est di Trento incontriamo la cantina  Maso Martis Dalla valle si sale velocemente, siamo presto a un’altitudine di circa 450 metri s.l.m. del versante est, nella frazione di Martignano, una zona esposta ai caldi soli pomeridiani. L’azienda agricola Maso Martis bordeggia il paese, a stretto confine con i primi massicci dolomitici e tanto bosco, con le vigne distese lungo un delicato poggio di 12 ettari complessivi.

Gli inizi e il cambio generazionale

Il nonno paterno ha portato la famiglia Stelzer all’acquisto di questo antico maso all’ombra del monte Calisio, nei primi anni ‘80. Il figlio Antonio con la moglie Roberta, vivendo tutti i giorni a stretto contatto con le vigne, hanno condotto il progetto di Maso Martis ai giorni nostri; ufficialmente a partire dal 1990, poco prima della nascita delle due figlie, Alessandra e Maddalena Stelzer. La cantina, che include una fonte naturale al centro della tenuta, è in biologico dal 2013, dopo il periodo di conversione iniziato nel 2010, Alessandra fa parte del team dalla vendemmia dal 2016 ma è principalmente dedicata alla comunicazione e accoglienza. Maddalena è invece attenta alla parte orticola della cantina, che probabilmente sfocerà anche in un comparto dedicato alla ristorazione. Tutto sotto la vigile cura dell’enologo Mattero Ferrari e degli agronomi Andrea Cristelloni e Daniele Tomasi. La produzione attuale si attesta intorno alle 100.000 bottiglie annue.

I vitigni

Parte dei vigneti rilevati negli anni ’80 sono ancora coltivati a pergola, secondo la tradizione locale, mentre i reimpianti sono a spalliera. Le uve sono proprio quelle destinate al taglio classico degli champenoise, quindi Chardonnay, Pinot Nero e Meunier. Crescono su di un terreno prevalentemente limoso e calcareo, stratificato sopra la roccia rossa trentina che affiora anche nell’agglomerato degli stradelli dentro la vigna. Un fondo dunque ricco di scheletro, per un terroir con adeguate escursioni termiche che sente gli effetti delle brezze pomeridiane lungo la valle dell’Adige; il tutto sfocia nella tipica mineralità del Trendo DOC. La linea produttiva è costituita da sei vini metodo classico e due bianchi fermi, il Maso Martis Chardonnay IGT Vigneti delle Dolomiti con affinamento solo in acciaio e il Maso Martis Chardonnay L’Incanto IGT Vigneti delle Dolomiti con affinamento anche in barrique di almeno 12 mesi. Oltre a un passito, il Sole d’Autunno, realizzato anch’esso con sole uve Chardonnay in parte raccolte in sovramaturazione, poi lasciate passire per alcuni mesi.

Maso Martis Blanc de Blancs Brut

Già da questo metodo classico 100% Chardonnay, senza annata dichiarata, si intuisce il family feeling delle etichette, frutto di un recente aggiornamento di immagine che ha voluto gli spumanti tutti con la stessa forte caratterizzazione visiva; cambiano solo i colori di fondo di ogni etichetta e il rivestimento del collo. Analogamente, la cantina determina l’impronta di stile dei suoi metodo classico con il liqueur d’expedition, a parte ovviamente il Dosaggio Zero. Il Blanc de Blancs, etichetta bianca, 12,5% vol. e 18 mesi di sosta sui lieviti (sboccatura marzo 2021), con un dosaggio di 6 gr/l è certamente un vino fresco, minerale, pensato giovane, dal colore che riflette una luce giallo-verdolina; le bollicine fini e persistenti veicolano mineralità e territorio, le note olfattive sono velatamente erbacee con sentori di fiori di acacia, frutta gialla di albicocche e percezione dei lieviti con un delicato burro di arachidi e pasta fresca, oltre a una infinitesima punta di grafite. Al palato riempie piacevolmente, prima latentemente caldo, ancora fruttato, poi diviene elegante fra sapidità e persistenza.

Maso Martis Dosaggio Zero Riserva Millesimato

Questo spumante è frutto della vendemmia 2017, 12,5%vol. (sboccatura aprile 2021) con etichetta nera su bordo argentato. L’unica nota di colore è il rosso della parola “dosaggio” per una etichetta essenziale che sa di eleganza e sportività al tempo stesso. Il taglio è 70% Pinot Nero con vinificazione solo in acciaio e 30% Chardonnay che affina in barrique per circa 8 mesi. Rimane sui lieviti 36 mesi, si presenta di colore giallo paglierino dorato e lucente, con un olfatto complesso, ingentilito dalle bollicine finissime che traghettano sentori di erbe di campo, note di frutta gialla e uva spina, ma anche sottobosco e fragranze di nocciola e noce fresca. Al palato si apprezza la predominanza del Pinot Nero, la spinta complessiva di un vino che vibra forte, senza dosaggio, esprimendo al meglio la forza sapida e minerale delle Dolomiti.

Maso Martis Riserva Brut

Si diversifica dal Dosaggio Zero sostanzialmente solo per i 6 gr/l, a parità di taglio, passaggio in legno delle uve Chardonnay e sosta sui lieviti (sboccatura aprile 2021). Emergono dunque caratteristiche più morbide, ingentilite. La prima parte dell’olfatto ha anche note di sambuco e tratti di uva sultanina, oltre alla frutta gialla. Al palato si percepiscono rotondità, polpa di pesca e susina gialla matura, concludendo ora con una più vellutata mineralità.

Maso Martis Extra Brut Rosé

È sempre la vendemmia 2017, 12,5%vol. (sboccatura aprile 2021) però in questo caso il vitigno è 100% Pinot Nero, con un dosaggio di 4-5 gr/l e una sosta sui lieviti fra i 30 e i 36 mesi. La sua etichetta è sempre nera, con bordatura oro rosa antico. Si presenta di colore rosa cerasuolo con riflessi quasi smaltati. All’olfatto emerge subito, lievemente, la rosa, il bouquet si arricchisce di frutta (pesca) e si rende complesso grazie a note di fieno di montagna e frutta secca, opportunamente profumata dalle note di pasticceria dei lieviti. Al palato questo metodo classico è schietto, con la verticalità del Pinot Nero, una forza maggiore che regala echi di ribes rosso, agrumi maturi e lontane rimembranze di marasca, ma anche torta di prugne e pan pepato. E sempre la costanza di un finale fresco, che richiama un altro calice.

Maso Martis Madame Martis Brut Riserva Millesimato

Questa è l’eccellenza della cantina. Si presenta con un’atipica ma elegante e contemporanea etichetta blu intenso, inarrivabile tocco distintivo che ha fatto di questo metodo classico un punto di riferimento non solo locale, ma soprattutto in Italia e nel mondo, grazie anche a una sapiente distribuzione all’estero che ha contribuito definitivamente a coronare Maso Martis come nome di prestigio della spumantizzazione italiana. Sul fronte della bottiglia è aggiunta una piccola etichetta dorata che reca solo la parola Riserva e il millesimo, in questo caso il 2011 (poi, successivamente anche il 2008 Rare Vintage bottiglia Magnum); 13% vol. con un dosaggio intorno ai 6 gr/l, questo spumante è costituito da 70% Pinot Nero, 25% Chardonnay con sempre un affinamento in legno di circa 8 mesi e 5% di Meunier (sboccatura marzo 2021). La sosta sui lieviti qui supera i 9 anni. Per questo ci troviamo di fronte a un metodo classico di grande complessità, dal colore giallo intenso e luminescente, che all’olfatto rivela una predominanza di lieviti dati da crosta di pane, frutta secca e spezie orientali, oltre a frutta candita e frutta matura come mela, albicocca e pesca noce. Il buquet è arricchito anche da fiori di campo e latenze finemente eteree oltre al riaffiorare anche in questo caso di una punta di grafite. Al palato sprigiona in primis freschezza, poi affiora nuovamente la frutta esotica, ancora le note “grasse” delle spezie, il tabacco Virginia, infine conclude il suo lungo tracciato con l’eleganza sapido minerale tipica del territorio. 

Maso Martis Monsieur Martis Rosé Brut Millesimato

Si tratta della vendemmia 2016, la seconda per questa etichetta, frutto dell’uva Meunier in purezza affinata solo in acciaio. 12,5% vol. con un dosaggio di poco sotto i 5 gr/l, questo metodo classico sosta sui lieviti oltre i 45 mesi (sboccatura febbraio 2021) e rappresenta di certo una rarità per il territorio del Trento DOC e non solo. Dunque vi lascio la sorpresa, diciamo con la curiosità, anche perché la squisita accoglienza della famiglia Stelzer vale certamente il viaggio. 

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