Gae Saccoccio: la sua rubrica su Passione Gourmet
Il vino per me è sempre stato un pretesto per parlare e scrivere d’altro. Scrivere e parlare di tutt’altro attraverso la giusta disposizione d’animo che possono offrire uno, due sorsi di buon vino. Del “vino sincero” come si diceva secoli fa, senza paura di risultare troppo altezzosi o naïf.
In questa rubrica mi propongo di descrivere un vino artigianale, un’etichetta che sia un appiglio dal quale ragionare volta per volta anche su un libro, poiché sia i libri che i vini sono per me degli efficaci strumenti d’interpretazione del mondo, cioè una lettura privilegiata di noi stessi e degli altri.
E la cenere, che c’entra la cenere? La cenere è una polvere composta da sostanze ossidate, è generata dalla combustione. La cenere induce a pensare alla malinconia di qualcosa d’evaporato per sempre, a una qualche sostanza andata in fumo, dopo gli eccessi vigorosi del fuoco, delle fiamme, della brace. Ma se pensiamo alla cenere della legna arsa, alla cenere vulcanica o di altro materiale organico, sappiamo che è molto ricca in sali minerali, in potassio. Quindi la cenere è un ottimo fertilizzante per le piante, è un humus per la vite da cui si rigenera l’uva cioè si rinnova la fiammata del vino – la brace della fermentazione alcolica -, nelle mani dei vignaioli, in un ciclo continuo di rinascita ed estinzione ovvero nel cerchio magico del vino e della cenere.
[…] C’è un’altra pagina memorabile da la Recherche che testimonia l’ironia, l’empatia verso i più umili e l’incredibile sensibilità dello scrittore francese per i piaceri della tavola, cioè “il ritmo delle stagioni e dei fatti della vita”. Proust qui non si limita a stilare un elenco sterile di bontà gastronomiche, ma descrive con viva partecipazione Françoise, la cuoca di zia Léonie a Combray e il suo amore per il cibo, vero e proprio nutrimento dell’anima. D’altra parte è un pezzettino di biscotto intinto in una tazza di tè o tisana al tiglio ad aver suscitato nella mente del protagonista le memorie vivissime del suo passato, generando nella sua coscienza come dal nulla, tutto un mondo perduto che è il mondo della sua infanzia. Dalla cenere del passato il vino dei ricordi. […]