L’Ek Bistrot

VALUTAZIONE

Cucina Classica

14/20

PREGI
La posizione invidiabile, nel centro di Lecco e a pochi passi dal lungolago.
Carta dei vini snella ma di notevole peso specifico.
Cucina con più di uno spunto interessante.
DIFETTI
Al di là della buona qualità, si esce con l’idea di una cucina che non ha ancora capito in che campionato voglia giocare.

Una valida doppia identità, in via di definizione

Da quasi un decennio seguiamo con piacere il percorso professionale di Luca Dell’Orto. Partito dalle cucine di famiglia all’Hotel San Gerolamo di Vercurago, lo chef lecchese ha trovato col tempo la propria collocazione gastronomica. Dopo aver ampliato l’attività dei genitori con l’apertura, dirimpetto all’albergo, del Bistrot-pizzeria Du Pass, nel 2017 ha inaugurato, nel cuore dell’area pedonale di Lecco, la propria vetrina cittadina: L’Ek.

Il locale aveva puntato, all’apertura, su una doppia identità: bistrot di qualità con un occhio al turismo e alla clientela di passaggio da un lato, pizzeria gastronomica dall’altro, potendo contare, per quest’ultimo aspetto, dell’apporto di Marco Locatelli, giocoliere degli impasti di stanza al Rise di Vimercate.

Con la successiva uscita di scena di Locatelli e grazie soprattutto alla buona risposta da parte della clientela, la proposta di L’Ek ha gradualmente guadagnato in ambizione. L’asticella è stata così innalzata sia in termini di proposta che di attenzione ai dettagli. La lievitazione non è, però, completamente sparita dai radar: è sufficiente, infatti, scorrere la carta per constatare come le pizze – tuttora pregevoli – siano ancora presenti, seppur non più fra gli elementi centrali del progetto. 

In sala: femminilità ed attenzione

L’insegna gioca con l’originario toponimo celtico di questo luogo manzoniano ma la cucina ammicca, più che alla retorica localistica, a una classica contemporaneità (e da questo punto di vista non sorprende l’omaggio, alla voce dessert, a un evergreen di Enrico Bartolini) e a scelte un po’ à la page, come i tagli di carne e i pesci interi, che vengono lasciati al tavolo in condivisione fra i commensali. Lasciandosi indietro l’idea originaria di un bistrot a basso tasso d’impegno, Dell’Orto ha poi portato fra queste mura anche alcuni fra i suoi cavalli di battaglia come il risotto con crescione di ruscello, latticello e lumache di vigna (non gustato in questo occasione ma provato svariate volte e sempre notevolissimo) o il pollo arrostito intero con salsa Royale. 

La sala, tutta al femminile, regge adeguatamente il ritmo della cucina, con sorrisi e senza alcun’affettazione. Un applauso va poi alla cantina, contenuta nei numeri ma attenta a non sprecare spazio, con proposte mirate a diversi target di clientela.

Ciò detto resta l’idea, suffragata da un cospicuo numero di visite, di un locale che non ha ancora trovato un’identità definitiva: la conferma del trend attuale, senza passi indietro in direzione di una più conservativa linea commerciale, lascerebbe a Lecco, non esattamente il paradiso dei gourmet, una buona tavola sulla quale poter contare. 

La Galleria Fotografica:

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Carlo Cappelletti

Di professione musicista, le ascendenze marchigiane e la passione bruciante per la buona tavola lo collocano idealmente nel solco tracciato dal padre di tutti i musicisti gourmet, Gioacchino Rossini. Amante del Friuli e delle cucine con un'identità territoriale molto forte, l'unico ingrediente che teme, sedendosi al tavolo di un ristorante, è Giovanni Allevi come sottofondo.

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

14/20

PREGI
La posizione invidiabile, nel centro di Lecco e a pochi passi dal lungolago.
Carta dei vini snella ma di notevole peso specifico.
Cucina con più di uno spunto interessante.
DIFETTI
Al di là della buona qualità, si esce con l’idea di una cucina che non ha ancora capito in che campionato voglia giocare.

INFORMAZIONI

PREZZI

Alla carta: 60€

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Du Pass

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COSA DICEVAMO

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