Valutazione
Pregi
- Location davvero suggestiva.
- Materia prima di gran livello, trattata con cura.
Difetti
- La burrata, pallida copia di quelle mangiabili in Puglia.
Dovendo citare i cinque ristoranti più cool in Europa di questi tempi, il The Jane non potrebbe mancare. All’interno di una chiesa sconsacrata, la nuova avventura di Sergio Herman dopo la chiusura dell’Oud Sluis ha tutto per piacere alla gente che piace: spazi enormi nel ristorante al piano terra, con menù degustazione prezzati in maniera abbordabile al grande pubblico (il più ampio a 85 euro), arredo rock-chic, bar/neobistrot al piano superiore con bancone attorno alla cucina e vista dall’alto sulla splendida sala.
Nell’impossibilità di trovare posto al ristorante, nonostante un tentativo di prenotazione di diversi mesi prima, abbiamo voluto comunque provare l’Upper Room Bar e, complessivamente, non ce ne siamo pentiti.
L’offerta è, di fatto, quella che oggi va di più: una carta ristretta di piatti o un menù degustazione non troppo ampio, accompagnati da una selezione di vini piccola ma mirata e da un’ampia proposta di cocktail, spesso eseguiti con basi ricercate e in maniera irreprensibile.
A prepararla, fianco a fianco, chef e camerieri-barman, questi ultimi professionali ma anche molto glamour (tatuaggi e tagli all’ultima moda costituiscono una condicio sine qua non della mansione).
Spiegato il contesto, è doveroso concentrarsi sul cibo che è, senza giri di parole, piuttosto buono.
La proposta del menu è all’insegna di materia prima e piatti tradizionali, soprattutto mediterranei, eseguiti con la perizia di una tavola con ambizioni superiori ed è tutto convincente, a parte la burrata non appassionante in accompagnamento al pomodoro (sbucciato e tagliato con cura giapponese) e all’emulsione di basilico in una caprese più bella che riuscita. Da segnalare tra i picchi, le strepitose ostriche Gilardeau e i dessert di fattura davvero eccellente. Nota di merito per l’attenzione data alle temperature di servizio (il crostino iniziale al prosciutto di Bigorre è servito solo al momento di perfetta scioglievolezza, e così i dessert) e ai pani, tra cui spiccano degli eterei grissini da applauso.
Locale, naturalmente, stipato anche al piano superiore, in un piovoso martedì agostano e, considerato il prezzo e la qualità complessiva dell’esperienza, culinaria e “mondana”, ci sembra del tutto giustificato.
Crostino con pomodoro e noir de Bigorre: pintxo degno di uno dei migliori bar di San Sebastian.
Pomodori (rossi e gialli) burrata e basilico: purtroppo la burrata a queste latitudini non potrà mai essere perfetta (cosa che rende inspiegabile capire la moda, che dura da anni, di servirla).
Meravigliose ostriche Gilardeau con ginger e mela ghiacciata.
Patatas bravas con aioliLa salsa aioli (dal catalano allioli, dall'occitano alhòli, dal provenzale aiòli, cioè ai-oli, alh-òli, "aglio ed olio") anche chiamata in spagnolo ajiaceite o ajoaceite, è una salsa tipica dell'area mediterranea composta prevalentemente da aglio, olio di oliva e limone e dal sapore molto forte. La versione classica prevede l'uso di aglio, macinato in un mortaio al quale viene aggiunto a... Leggi e salsa al pomodoro: nulla da eccepire.
Ragù di seppioline con fagioli, chorizoIl chorizo, chouriço, chorizu, chourizo, xoriço è un termine utilizzato per indicare insaccati a grana grossolana a base di carne bovina o suina speziati con paprica dolce o piccante, che dona loro il caratteristico colore rosso. Sono tipici della penisola iberica e di alcune ex colonie spagnole.... Leggi e verdure: rusticamente impeccabile, davvero goloso.
Tortino di cioccolato e rosa con frutti rossi e cialda alle noci pecan: davvero un dolce di ottimo livello.
Buon tiramisù ai frutti rossi, leggero e non stucchevole al palato.
Qualche scorcio del bellissimo locale.