Valutazione
Pregi
- Un locale che accontenta tutti con una cucina confortevole ed elegante.
- Un servizio di prim'ordine, attento e premuroso.
- Una cantina profonda ed intrigante.
Difetti
- La posizione del locale, sulla statale.
- La struttura, datata anni '70.
I Ferretto sono uno dei più fulgidi e chiari esempi di grandi famiglie della ristorazione italiana, quelle che hanno fatto e fanno anche oggi la fortuna del nostro mondo ad ogni latitudine, quelle che riescono a passare, più o meno indenni, attraverso le tempeste e i periodi cupi come quello attuale.
Una famiglia di gran mestiere, capitanata dai due fratelli Ferretto, Walter in cucina e Roberto in sala, due perfetti interpreti della grande tradizione e dell’accoglienza in Piemonte. Bravi, competenti, attenti ai bisogni e ai gusti dei clienti, mai fuori luogo, mai protagonisti, sempre al servizio del cliente.
Il nostro pranzo, in una uggiosa domenica autunnale, è partito con tutte le difficoltà del caso. Ben otto commensali, piatti alla carta ordinati a piacimento dagli ospiti e il duo non ha fatto neanche un plissè. Normale, direte voi. No, di questi tempi non più, purtroppo. L’anonimo palazzo che ospita uno dei ristoranti simbolo dell’Astigiano ha fatto da teatro ad una recita perfetta, nessuna sbavatura, nessun tempo morto, tutto è filato liscio come l’olio. E la sala era piena e ben articolata.
I piatti ci hanno stupito per gusto, coerenza e per una buona dose di ruffiana golosità.
Poi, su tutti, svetta la millefoglie di lingua e foie grasIn francese significa letteralmente "fegato grasso" ed è definito dalla legge francese come "fegato di anatra o di oca fatta ingrassare tramite alimentazione forzata”. È uno dei prodotti più famosi e pregiati della cucina francese. Esistono tipologie di 'foie gras' non derivate da animali sottoposti ad alimentazione forzata. Spesso il fegato grasso è associato all'alta cucina francese e internazionale per... Leggi, un piatto in carta dal 1987, che, come diceva un gradissimo cuoco italiano, se sei un bravo professionista è uno di quei piatti che puoi avere la fortuna di pensare e ideare una sola volta durante la tua carriera. Decisamente più solida e consistente nel versante carnivoro, meno convincente ma comunque equilibrata e coerente negli spunti acquatici, la cucina del Cascinalenuovo ci è decisamente piaciuta e ha permesso a tutti noi di trascorrere una piacevole giornata. Il servizio, come già sottolineato, è preciso, attento e puntuale. Straordinaria è la cantina per profondità e l’intelligente ricarico.
Qui al Cascinalenuovo ci si può ancora divertire davvero. Un locale ideale, discreto, compassato, elegante.
Il benvenuto…
Una intensa crema di zucca e spezie orientali, di eleganza infinita, con salsiccia di Bra appena scottata.
Un’ottima variazione di baccalà.
Petto di anatra, uovo di quaglia, carciofi…
Dal 1987… millefoglie di lingua e foie gras, il piatto che vale il viaggio.
Un buon risotto crostacei e carciofi, forse solo lievemente slegato.
Un imperioso piccione con la zucca…
…e un rombo in leggera panure d’erbe.
Ottimo pre-dessert. Grand Marnier, agrumi e panna cotta.
Il sontuoso zabaione con gelato e variazione di marroni.
La torta rovesciata di pere e amaretti.
La variazione intorno alla nocciola.
E per finire…
Sembra un ‘isola (d’Asti) felice, che per ora mi manca, vedo in carta dei Tajarin con ragù di piccione e finferli con un ottimo q/p , li avrai segnati sulla moleskine per la prossima volta…il baccalà vale il viaggio di ritorno ? Ciao Marco 50&50
Baccalà da andata e ritorno ... Uno zabaione da triplo carpiato :) Ciao Marco