Passione Gourmet Vite - Passione Gourmet

Vite

Ristorante
Recensito da Alessandro Pellegri

Valutazione

14/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

Difetti

Visitato il 11-2024

Romagna terra di mutòr,
e di divertimento,
e di gnocca.
Enogastronomia di qualità? Non pervenuta.

E’ una zona questa, a livello gastronomico ma soprattutto quello vinicolo, dove la quantità tipicamente ha sempre avuto la meglio sulla qualità, con un naturale sviluppo delle offerte che rispondono al “quanto” piuttosto di quelle rivolte al “come”.

Infatti da queste parti le proposte di qualità – ribadiamo, soprattutto enologiche – si contano davvero sulle dita della mano di un falegname distratto.

Nel marasma di trattorie dalla digestione modello “passeggio per casa tutta notte” e delle bottiglie “da domani divento astemio”, una voce fuori dal coro arriva dalla collina più alta di Coriano, con una rilassante vista fino al mare, dove è attivo il ristorante Vite, gestito dalla Comunità di recupero San Patrignano, la più conosciuta ed attiva a livello nazionale.

Dimenticate però la cucina del Vite per come la ricordate fino a poco più d’un mese fa, visto che alla riapertura il ristorante ha deciso di fare coincidere una svolta notevole e decisa a livello di cucina.
Niente più ingredienti, cotture o accostamenti da ristorante con ambizioni stellate, tanto cari a noi gourmet, ma una cucina atta a valorizzare e a far scoprire le specialità del bistrattato territorio; il Vite ora si autodefinisce “l’agriturismo di San Patrignano”. Signor agriturismo, aggiungerei io.
Qui il discorso del “Chilometro Zero” assume una prospettiva ben diversa da quella più modaiola che ultimamente siamo abituati a subire: qui tutto, ma proprio tutto, è prodotto per necessità e scelta di Comunità all’interno della struttura. Tutta la filiera è seguita e gestita dai ragazzi del “Sampa”, assistiti da consulenti dai nomi decisamente importanti nei relativi settori: due su tutti, i più eclatanti, Cazzamali per le carni e Cotarella per i vini.
Pertanto è questo davvero una sorta di ecosistema autosufficiente, dall’allevamento del bestiame, ai salumi, ai formaggi fino ad arrivare alla coltivazione della vite ed alla produzione dei vini.

Riportando tutto ciò in cucina, è chiaro che il nuovo corso propone piatti “semplici”, caratterizzati da grandissime materie prime, trattate e manipolate il meno possibile e nel migliore dei modi.
La tartare di Chianina con senape e pecorone è commovente per rusticità e schiettezza; le tagliatelle al ragù di Chianina e Mora Romagnola sono, vista la loro impeccabile esecuzione, un manifesto alla Cucina Italiana e la grigliata “BBQ”, complice anche la qualità della carne, è davvero di gran livello.
Anche i dolci, buoni e ben fatti, ma nulla di più.

Certo il cambiamento rispetto ai precedenti piatti è notevole, e quelli attuali possono spiazzare per la loro semplicità quasi casalinga ma ripeto, la qualità e la territorialità della materia prima qui vengono prima di tutto, e anche le esecuzioni apparentemente più semplici in realtà colpiscono per la loro piacevolezza.
Penso di trovare tutti d’accordo nel dire che spesso “more is less”, ma attenzione all’eccessiva essenzialità.

Una ulteriore nota di merito va ai ragazzi di sala, cordialissimi, discreti e preparati ed un plauso al Sommelier, Luca, che con grandissime passione e competenza gestisce la splendida cantina, dove è possibile bere alla grande a prezzi più convenienti di tante enoteche. Complimenti davvero.

Il vino scelto, più territoriale non si può: il ristorante si trova sulla collina denominata “Montepirolo” e dalle finestre vediamo le vigne di Cabernet e Merlot che compongono questo semplice, piacevole e ben fatto taglio bordolese, alla faccia de “…te lo do io, un sorso di Romagna…” (foto di apertura)

Varie tipologie di pane, servite con olii di produzione propria

La Chianina e il Pecorone: battuto di Chianina, piccole verdure, senape, insalata di spinaci e formaggio “Pecorone”

Risotto Vite: Squaquerone affumicato, pancetta di Mora, salsa Aulente

Le tagliatelle con il ragù: Sfoglia al mattarello, ragù di Mora Romagnola e Chianina

BBQ: Barbecue di tagliata di Chianina, salsicce, costine, costolette d’agnello

Predessert:

Crema bruciata di caffé ai cereali, gelato alla liquerizia

Crostata allo squaquerone, albicocche e pistacchio

il pregio: Le materie prime tutte di qualità e realmente a Km Zero; gli onestissimi ricarichi della cantina
il difetto: La semplicità a tratti casalinga di molti piatti.

Ristorante Vite
Via Montepirolo 7
47853 Coriano (RN)
+39.0541.759138

Menu degustazione 25€ e 38€
Alla carta circa 35€
Visitato nel mese di marzo 2012

www.ristorantevite.it

Visitato nel mese di Marzo 2012


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Alessandro Pellegri

8 Commenti.

  • rinaldo3 Maggio 2012

    I punteggi arancioni sono sempre un pò più elevati dei blù. Vabbè non conosco i vostri parametri e pertanto mi adeguo, però i film premiati agli Oscar li apprezzano milioni di persone, quelli alla Mostra del Cinema di Venezia li guardano i giudici e 4-5 gatti. Oscar alla "Vite di Coriano" che propone la meravigliosa cucina all'italiana, orgoglio nostro in tutto il mondo.- A proposito di ristoranti super VIPS cosa ne dite delle location di Blumenthal e del Noma ? Orrendo minimalismo o tendenza da seguire?

  • Alessandro Pellegri3 Maggio 2012

    Non ho inteso granché il tuo intervento, ma provo a risponderti comunque: - Colore e numeri indicano due cose differenti, e sono svincolati tra loro; come puoi trovare perfettamente spiegato in alto ne "le valutazioni", il rosso indica una cucina di tendenza avanguardista, mentre il blu una cucina di impostazione classica. Detto ciò, esistono i 18 blu come i 12 rossi, senza distinzione alcuna. - Al VIte, per quanto si possa stare bene, troviamo una cucina che, oltre ad essere di stampo tradizionale è, con tutto il rispetto dovuto a Chef e Brigata, decisamente "semplice": qualsiasi volenteroso appassionato in cucina può, dotandosi della medesima ottima materia prima, riprodurre a casa propria i piatti del VIte. Pertanto per quanto sia stato bene e possa parlare ancora meglio di questo posto, proprio per questa estrema semplicità razionalmente fatico ad assegnargli più di un 14. - Non ho mangiato nei ristoranti da te citati, saprà senz'altro risponderti meglio qualcuno, magari nel più appropriato spazio delle schede dedicate. Ciao.

  • Marco3 Maggio 2012

    Appunto,va molto bene la qualità,ma qui sembra di andare a cena da nonna. 14 è pure troppo.

  • Alessandro Pellegri4 Maggio 2012

    Vabbé dai non esageriamo... Nel caso complimenti alla nonna! :-) Scherzi a parte, c'è da dire che in effetti noi siamo stati decisamente sul tradizionale più classico, la carta comunque presenta anche qualche piatto meno "basilare", ad esempio -uno a memoria- il piccione cotto nella terracotta che, vedendolo passare in sala, mi sono pentito di non aver ordinato... Detto questo comunque il 14 ci sta, è una sorta di riconoscimento nei confronti della totale qualità della materia prima e della sua piena aderenza territoriale.

  • Orson4 Maggio 2012

    Fatico a parlare di "tendenza da seguire" per l'arredamento del Noma (ancor più di "orrendo minimalismo", naturalmente). E' arredato con mobili danesi degli anni 50-60 (ad esempio: le meravigliose sedie sono di Niels Moller, che è morto 30 anni fa) e mi pare molto rispettoso della storia del design locale e molto coerente con lo spirito del ristorante. A me il genere piace molto, ma di sicuro ha senso lì e assai meno altrove, per cui eviterei goffe imitazioni. PS mi piace anche il Fat Duck

  • Raffo4 Maggio 2012

    ...di sicuro al Noma ricordo più l'ambiente-arredo e il servizio che la cucina... ;-)

  • Raffo4 Maggio 2012

    Non perdiamo la testa... Semplicità non significa banalità,discrezione non significa essere orsi,agriturismo non significa abboffata,e sopra ogni cosa una buona cucina di materia non significa il pranzo della nonna. Con tutto il rispetto e l'affetto per le ns./vs.nonne,stellate e non..

  • Ristorante Vite – Coriano (RN) | A Tutto Pasto12 Marzo 2013

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