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Consorzio Tutela del Gavi

Vino
Recensito da Erika Mantovan

Un nuovo “vecchio” Presidente: Maurizio Montobbio

Affiancato da Dario Bergaglio, (La Chiara) e Massimo Marasso (F.lli Martini) nel ruolo di Vice Presidenti, Maurizio Montobbio riprende le redini del Consorzio gaviese.

Superato il difficile 2020, la denominazione ha maturato una consapevolezza nuova che ha portato a sviluppare tematiche affini a quella chiamata come  “transizione enologica” per comunicare e vendere il vino, tendo conto del nuovo contesto globale in cui ci troviamo.

Il nuovo Consiglio di Amministrazione è composto da Fulvio Bergaglio (San Bartolomeo), Roberto Broglia (Broglia), Giancarlo Cazzulo (Cantina Produttori del Gavi), Roberto Ghio (Vigneti Piemontemare), Claudio Manera (Araldica Castelvero), Gianni Martini (F.lli Martini), Stefano Moccagatta (Villa Sparina), Gianlorenzo Picollo (Picollo Ernesto), Fabio Scotto (Terre da Vino), Gian Franco Semino (Cantina Produttori del Gavi). Un gruppo di lavoro che resterà in carica fino al 2024 per traghettare il Consorzio nel post-pandemia.

Quello del Gavi è un territorio e un vino che piace, la pandemia non ha arrestato le vendite, uno dei grandi bianchi piemontesi è riuscito a mantenere le proprie quote di mercato. L’identità, forte e riconoscibile del Gavi DOCG, con longevità e versatilità, ma sopratutto eleganza, ha confermato con solidità la presenza in Italia e all’estero: l’85% della produzione è presente in oltre 100 paesi nel mondo.

Lavorare per la “transazione enologica”

Maurizio Montobbio dopo aver guidato il Consorzio nel triennio 2015 -2018, pensa al futuro del Gavi augurandosi non solo di uscire da questa crisi post pandemica, ma di attivare una transizione greendigitale. “Il Gavi Docg dovrà essere capace di fare di più e dare vita ad una vera e propria “transizione enologica”: nuovi modelli per produrre, comunicare e vendere il vino in un contesto globale trasformato ed ancora in cambiamento.  In particolare, bisogna impegnarci a costruire un nuovo paradigma di sostenibilità ambientale dove i produttori associati, le università e i centri di ricerca lavorino insieme per sostituire la chimica in vigneto e in cantina con la tecnologia applicata. Si tratta di instaurare un nuovo patto coi consumatori, attraverso l’uso delle blockchain, a garanzia di buone pratiche produttive, per ribadire il grande valore e la qualità del Gavi.”

Un nuovo concetto di enoturismo

Rispetto alle limitazioni dovute al Covid 19, Maurizio Montobbio aggiunge: “La difficoltà a far spostare le persone ci chiede di far “viaggiare” il Gavi Docg ed il suo territorio attraverso eventi all’estero e sui canali digitali, che non possono sostituire certo il piacere dell’esperienza nei luoghi, ma fanno parte di un nuovo concetto di enoturismo che collabora alla qualificazione e del nostro vino e della Denominazione in Italia e nel mondo.”

Grandi assenti nel nuovo Consiglio le “signore del Gavi”: una mancanza che il nuovo presidente si augura solo temporanea, visto l’egregio lavoro svolto dalle consigliere negli ultimi anni: “Per una denominazione che vede tante donne in veste di titolari, enologi, responsabili dell’accoglienza in cantina, mi spiace che nessuna di esse abbia deciso di impegnarsi, come accaduto in passato, nella gestione del Consorzio: sarà un piacere rivederle protagoniste”. Conclude Maurizio Montobbio: “E’ grazie alla loro passione, infatti, all’energia di tanti giovani imprenditori, insieme alla saggezza di chi dal 1974 ha fortemente voluto legare il nome di Gavi al vitigno cortese, che potremo scrivere un’altra pagina di successi per il Grande Bianco piemontese”.