Frantzén

VALUTAZIONE

Cucina Moderna

19/20

PREGI
Una delle esperienze imprescindibili, oggi, per chi ama la grande cucina.
L’ospitalità calorosa.
La carta dei vini, con una scelta impressionante di grandissime etichette.
DIFETTI
Il prezzo dell’esperienza.
La prenotazione è davvero difficilissima.

23 coperti, 3 piani, 521 mq e un solo obiettivo

Da Frantzén l’equazione della felicità si dispiega in 521 metri quadri calibrati al millimetro: tre ambienti distinti e tre modi complementari di accogliere soltanto ventitré ospiti. L’obiettivo è semplice: la felicità del cliente, raggiunta attraverso la perfezione come mezzo, nutrita dalla ripetizione indefessa del gesto, dalla centralità dell’ingrediente e da un’ospitalità capace di farti sentire insieme a casa e al centro dell’attenzione. Ma la verità è che per realizzarla servono rigore assoluto e lucidità maniacale, che non concedono scorciatoie. Tutto si dispiega sotto il segno del piacere puro.

Per cogliere la misura della stagione e la precisione ossessiva della ricerca basta posare lo sguardo sulla celebre insenatura (ve la presentano come la “daily fresh catch box“) allestita sul banco di lavoro degli Chef, nel salottino dove prende avvio l’esperienza. Non un semplice ornamento ma un concreto esempio di “paniere vivente” dove il ghiaccio accoglie e custodisce, appunto, i prodotti del giorno – in un momento dichiaratamente ispirato all’iconografia nipponica – esibiti al cliente come in un rito, con spiegazione puntuale della loro futura destinazione nel menu. In un Paese come la Svezia, dove la biodiversità non ha la generosità mediterranea, questo lusso ha un costo: una sostenibilità fragile, quasi impossibile da garantire. Ma è il prezzo da pagare quando l’ossessione per la materia prima diventa regola e dogma, e la selezione si spinge oltre ogni compromesso.

Un’eredità trasformata in identità

Già gli amuse bouche, o finger food, d’alta scuola, fissano l’asticella: piccoli bocconi da mangiare in un morso solo che rivelano la cifra tecnica del ristorante. In quegli assaggi, tra cui spicca una Tartelletta con tartare di scampi da lacrima, si legge un abbecedario dei sensi: fragranza, persistenza, stratificazione tecnica, profondità gustativa, supremazia dell’ingrediente. La traiettoria di questa cucina è rettilinea, ma da Formula 1: le curve, mai come in questo caso virtuosismi superflui, restano marginali, mentre la velocità e la stabilità sorprendono nella loro costanza. Anche un classico apparentemente inflazionato come il beurre blanc qui si trasfigura con un’acidità più spiccata, aromatizzata con erbe e inflessioni orientali; tra gli antipasti ritroviamo un consommé iperconcentrato di pollo, in allungo olfattivo con lo zafferano, scorze di agrumi e germogli di pino, che fa da habitat ad un semplice merluzzo di qualità suprema. Nel prosieguo, le Capesante servite con con morchella farcita, salsa al vin jaune, burro montato, spezie togarashi e aglio orsino e la Quaglia frollata “bbq” con foie gras, cipolla, liquirizia, vino rosso, Madeira e mandorla (che trasforma in contorno uno dei piatti leggendari di Frantzén, ossia “Liquerizia, cipolla e mandola”) sono il crescendo perfetto che ogni commensale vorrebbe trovare seduto ad una tavola. Inorgoglisce, infine, per gli italianissimi ingredienti principali utilizzati, il signature dello Chef, Pain perdu “Grand Tradition 2008” nella sua versione originale (con tartufo nero, Parmigiano Vacche Rosse e aceto balsamico invecchiato 20 anni), boccone di rara golosità.

È questo il tipo di cucina che amiamo e abbiamo sempre prediletto: tecnica come mezzo, non come fine, al servizio dell’essenza della materia prima, mai del suo snaturamento. Quella di Frantzén (anch’egli figlio della leggendaria génération Passard) è un’esperienza che sfiora l’automatismo per perfezione di sincronizzazione, con una complessità armonica che solo pochissime tavole al mondo possono vantare. Un luogo dove la costanza e la qualità si sono trasformate in paradigma, in un modello replicabile ed esportabile e i riconoscimenti ottenuti dal suo creatore in tre continenti lo dimostrano. Ma la replicabilità non è mai mera clonazione, è il frutto della capacità di individuare, formare e valorizzare talenti che sappiano incarnare la sua idea di cucina che, pur partendo da linguaggi e influenze mutuate da grandi maestri più marcatamente identitari, ha saputo trasformare quel patrimonio in un codice personale: gli ingredienti, trattati con precisione quasi chirurgica, e gli stili, fatti confluire in uno stile personale dall’equilibrio coerente, finiscono per dare vita a un linguaggio che oggi appartiene a Frantzén tanto quanto le radici da cui prende spunto.

PS: Il livello della cucina trova il suo specchio in sala: servizio impeccabile capace di un’ospitalità calorosa e memorabile. Una cantina enciclopedica e un pairing analcolico tra i più brillanti esempi che ci sia mai capitato di incontrare a questi livelli completano un’esperienza che non conosce punti deboli, se non la difficilissima prenotazione e il costo complessivo, importantissimo.

IL PIATTO MIGLIORE: Merluzzo con cozze, zafferano, dashi di pollo, scorze di agrumi, Pernod, finocchio e olio ai germogli di pino.

La Galleria Fotografica:

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Leonardo Casaleno

Avvocato di professione e appassionato cinefilo, il suo cammino è stato segnato fin dalla giovane età da un sorprendente incontro con una passatina di ceci sulla via di San Vincenzo: un momento che ha acceso in lui un profondo culto per il cibo. Oggi sfugge con entusiasmo alla monotonia quotidiana per andare alla ricerca di tavole tradizionali o innovative che siano, purchè autentiche e capaci di sfamare la sua curiosità gastronomica. Nutre un altro grande amore per i viaggi che si manifesta in modo spontaneo: prenota un ristorante, quindi pianifica l’itinerario.

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VALUTAZIONE

Cucina Moderna

19/20

PREGI
Una delle esperienze imprescindibili, oggi, per chi ama la grande cucina.
L’ospitalità calorosa.
La carta dei vini, con una scelta impressionante di grandissime etichette.
DIFETTI
Il prezzo dell’esperienza.
La prenotazione è davvero difficilissima.

INFORMAZIONI

PREZZI

Un solo menu a 5.500 SEK (circa 500 euro).

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