Primo Restaurant
Valutazione
Pregi
- L’interpretazione del territorio e la valorizzazione del singolo ingrediente.
Difetti
- Sala con spazi piuttosto ristretti.
Una cuoca giovane e moderna
Quando la gallipolina Solaika Marrocco si presenta al tavolo sembra quasi emozionarsi nel chiedere come sia andata la cena. Eppure, i suoi piatti celano un buono slancio di raffinatezza, frutto della dose esperienziale sinora acquisita. Partendo anche dal presupposto che quella leccese è una piazza di non facili conquiste gourmandPer "gourmand" si intende una persona amante della buona tavola, in particolare delle preparazioni di stampo classico, un cultore della gola. Ghiottone.... Leggi. Il ridotto ambiente (appena sei i tavoli) del semi-centrale Primo Restaurant ben si sposa con lo stile tendenzialmente minimale e al contempo moderno delle portate, ben scandite e ingentilite al palato dalla purezza e dall’essenza di ingredienti in prevalenza salentini.
La Puglia nel piatto e… nel calice
Nel percorso Primo, si percepisce quella personale concentrazione nel voler trasmettere concretezza, partendo anche da un singolo elemento come il pomodoro, elegantemente proposto con spinta all’insù, specie nel secondo servizio dell’amuse-bouche o nel ripulente e fresco pre-dessert. Nel prosieguo, merita attenzione il dinamico gioco di temperature del Merluzzo young style (parte calda) su spiedino da cocktail, servito con salsa di vongole e olio infuso al prezzemolo (parte fredda). Grande profondità gustativa giocata tra consistenza e persistenza nelle Lumache stufate, accompagnate da una delicata crema di cipolle e polvere di alloro quale allungo aromatico. La buona progressione gustativa si concretizza nell’AnimellaGhiandola corrispondente al timo umano presente in agnelli e vitelli che scompare con l’avanzare degli anni. Rientra tra le frattaglie bianche, si presenta come una massa spugnosa e va consumata fresca, altrimenti fermenta. La parte commestibile, di forma allungata, si definisce noce e, previa cottura, va immersa in acqua, ricambiandola ogni volta che assume un colore rosato, al fine di... Leggi di vitello, gambero rosso crudo e timo, la prima glassata con estrazione di arancia e miele di acacia, scelta che restituisce un quadro piacevolmente equilibrato, non grasso e pulito, nonostante il connubio crostaceo, raffinato quinto-quarto. Piccolo appunto sulla poca spinta del Risotto con riduzione di peperone rosso, mantecato con stracchino, alloro. Piatto confortevole e dalla perfetta esecuzione al quale manca però una nota più strong atta a deviare il tendere coprente della pianta solanacea e, allo stesso tempo, a far emergere meglio il (blando) gusto acidulo del formaggio a pasta cruda.
La buona profondità – non solo territoriale – della cantina, il puntuale servizio e l’assai goduriosa area dessert – ben calibrata sia nella elegante rivisitazione di un gran classico, il Tiramisù, che nel Gelato di mustaccioli, dicotomicamente affiancato alla nota fresca e aspra del cedro – completano la piacevole e contemporanea tavola leccese, di buone prospettive, vista anche la giovane età dell’artefice appassionata cuoca salentina. Autodidatta, apparentemente timida ma con quel pizzico di rinvigorente ambizione, che continua ad esprimere con garbo, sostanza e buona dinamicità.
PIATTO MIGLIORE: Lumache stufate, crema di cipolle, alloro.
La Galleria Fotografica:





















Concordo in pieno col punteggio e col difetto che avete menzionato. Apprendo purtroppo che Bros' (che avete di recente raccontato) chiuderà, forse per spostarsi. Davvero un gran peccato perché quello di Lecce (e del Salento) è un territorio che latita di buone tavole e queste cucine sono cucine che si distinguono.
Ci siamo stati a fine estate cenando fuori, noi diremmo un ni, tra alti e bassi. Ci troviamo quindi in linea con la valutazione perché non ci è sembrata comunque una stella da effetto wow
Più forma che sostanza? Molto coerente la descrizione che fate, e comunque dentro assai piccolo, diciamo che è uno di quei posti dove diffilmente tornerei, con rispetto parlando.
Finalmente una critica (comunque costruttiva) gastronomica, per il resto in linea al punteggio