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Le Grandi Annate

Vino
Recensito da Thomas Coccolini Haertl

2012 in Champagne

Le riflessioni sulle grandi annate che iniziate con l’articolo precedente, mosse anche dalle considerazioni scaturite dal periodo pandemico e tutto ciò che è arrivato dopo, non valgono ovviamente solo per il territorio italiano. Se la volta scorsa il focus è stato sull’annata 2016 e in particolare su Barolo e Barbaresco, in questo caso faremo un passo indietro alla 2012, altro grande millesimo se pensato in terra di Champagne.

In precedenza, grazie anche all’ottimo territorio di confronto che è Champagne Experience, la due giorni modenese che ogni ottobre si dedica alle bollicine francesi per eccellenza, avevo esplorato la 2008, memorabile per tutti gli appassionati, soprattutto per la sua esemplare acidità che ne ha fatto un millesimo certamente estremamente longevo. Proprio a Champagne Experience, giunto alla sua quinta edizione, grazie a una riuscita suddivisione grafica tanto essenziale quanto di facile approccio, è possibile muoversi fra i banchetti dei distributori che esplorano la regione della Champagne dalla Montagne de Reims all’Aube. Un unico padiglione della Fiera di Modena è dedicato agli espositori, 141 per la precisione con 650 cuvée in degustazione. Non solo; sono infatti presenti tre sale adibite a varie Masterclass a tema, su prenotazione e con accesso a pagamento (oltre il ticket di ingresso, volutamente non proprio a buon mercato, ma si tratta necessariamente di filtrare il pubblico nelle due giornate, fra cui una domenica, visto l’interesse che da sempre lo Champagne ha per tutti gli amanti italiani delle bollicine). E nelle Masterclass si alternano sempre nomi importanti, come può essere stato in passato per l’Ambassadeur du Champagne Andrea Gori, oppure recentemente per Alberto Lupetti, giornalista del mondo del vino dedicato in particolare allo Champagne. Proprio con Lupetti, già nell’edizione 2021 di Champagne Experience, in una delle Masterclass è stato possibile dedicarsi al tema delle lunghe soste sui lieviti. In quell’occasione in degustazione erano presenti ad esempio Charles Heidsieck Blanc de Millénaires Brut 2006, sulla scia dell’annata 2004, altro millesimo che possiamo ricordare con nostalgia. Oppure l’eccellente Bruno Paillard N.P.U. 2008 che proprio in quei giorni usciva in anteprima. Oppure ancora Louis Roederer 2013, memori nel degustarlo del punteggio massimo che lo stesso Lupetti aveva dato alle loro annate 2008 e 2012. Proprio quest’ultima, su cui intendiamo riflettere, può essere definita come un’annata basata sul suolo, rispetto alla 2008 basata sull’acidità. Certamente è stata un’annata con rese inferiori, talvolta anche del 40% a causa di gelo e grandine, ma con un agosto che ha concesso un grande recupero per trovare condizioni di maturità ottimale. Cosa che non è valsa per tutti i vigneron, rispetto alla 2008, inizialmente difficile, umida e con peronospora diffusa; però agosto e settembre, in pieno recupero hanno poi portato questo millesimo agli ottimi risultati che ben conosciamo, praticamente per tutti i produttori. Ne sono derivati Champagne stilisticamente classici con fresca se non proverbiale acidità, lo dicevamo, in equilibrio con la giusta maturazione raggiunta a fine stagione.

Prima di entrare nel dettaglio di alcune bottiglie significative del millesimo 2012 in Champagne, torniamo ancora per un momento sul metodo che può guidare a una scelta del vino. Lo scopo è quello di identificare un criterio che aiuti il consumatore a investire il proprio budget su vini soggettivamente ottimali. Ed è importante capire proprio l’aspetto della soggettività, pur comprendendo perfettamente che il dare un criterio guida significa indurre l’appassionato, l’esperto o il neofita verso una scelta pilotata. L’obiettivo non è pretendere di formulare un teorema universalmente valido, però l’idea di facilitare un acquisto con una preselezione, ha di certo un significato. Altrimenti perderebbero di senso tutte le innumerevoli guide che il mercato offre in fatto di vino. In fondo il giudizio dato dagli esperti, cioè il voto, tanto quanto i commenti dei buyers sui numerosi siti dedicati, portano a un risultato che farà propendere per una bottiglia piuttosto che un’altra, nello scaffale effettivo o virtuale dell’enoteca o dello shop online. In questo contesto, anche in ragione del cambiamento climatico, che forse sarebbe più corretto definire “nuovo ciclo climatico”, un’annata eccellente, fra altre non altrettanto significative, giustifica certamente il prezzo maggiore. Tanto quando i millesimi minori si devono concedere al consumatore con un costo decisamente più accattivante e vantaggioso. Fra l’altro oggi, in questa fase climatica, nel mondo del metodo champenoise, si cerca la maturità naturale del vino, riducendo sempre più l’aggiunta di zucchero. Dunque l’annata è un giusto criterio di guida all’acquisto. Sicché il lavoro ideale dell’informatore, sia esso giornalista o addetto al marketing all’interno delle aziende di produzione, può essere proprio quello di avvalorare le annate migliori, contribuendo -perché no- al volano di crescita del valore della bottiglia e al contempo, diciamo per simmetria contraendo il prezzo delle annate minori porterebbe a stimolare una certa parte di  consumatori ad alzare l’asticella e investire in marchi usualmente di fascia più alta della loro comfort zone di acquisto. 

Ciò premesso, auspicando di essere riuscito a creare una certa emozionante atmosfera d’attesa, esploriamo alcune Maison con il millesimo 2012. Lasciandoci pure guidare dal criterio distributivo di facile lettura che caratterizza Champagne Experience, partiamo così dall’Aube dove fra gli altri si distingue Devaux con Stenopé, 52% di Pinot Noir, 48% di Chardonnay, 96 mesi di sosta sui lieviti e dosaggio di 4 gr/l. Spostandoci in Côte Des Blancs sono certamente di rilievo i due Champagne di Boizel: oltre a Grande Vintage 2012, 50% Pinot Noir, 40% Chardonnay, 10% Pinot Meunier, 96 mesi anch’esso di sosta sur lie, dosaggio 4 gr/l, per la gioia degli amanti dell’annata 2008 troviamo Joyau de France, 3 gr/l, con ben 144 mesi di affinamento sui lieviti, davvero un traguardo assai raro. Sempre nella stessa area, vale certamente la sosta il Nicolas Feuillatte con Collection Vintage Brut con taglio 1/3 Pinot Noir, 1/3 Chardonnay, 1/3 Pinot Meunier e spalle più morbide con i suoi 8-10 gr/l, per una sosta di 108 mesi sui lieviti.

Nell’area centrale della rassegna modenese contraddistinta dal colore marrone, denominata Maison Classiche (dunque non espressamente dedicata a una delle zone d’origine), sono presenti alcuni fra i nomi più rinomati delle bollicine francesi. Qui, vuoi perché ci si trova esattamente al centro del padiglione, vuoi perché certe notissime Maison attirano facilmente chiunque e del resto non tutti hanno possibilità di stappare bottiglie a certi livelli, l’occasione si fa dunque molto ghiotta. Talmente ghiotta che incontrare ad esempio Deutz, fra i nomi più gettonati è praticamente impossibile. A onor del vero il distributore italiano D&C mette a disposizione pochissime bottiglie di Amour de Deutz (appuntamenti con orario fisso al mattino e al pomeriggio, per le due giornate) in questo caso il millesimo 2011. Troppo poco, se ci relaziona con le migliaia di visitatori che il biglietto l’hanno pure pagato caro. Una ragione in più per stimolare Lorenzo Righi, direttore della Società Excellence (di cui D&M non è socia) che organizza l’evento a ritagliare almeno una mezza giornata dedicandola ai soli professionisti di settore e stampa. Non una critica, visto che di Champagne Experience possiamo parlare solo bene, solo un suggerimento.

Ma torniamo all’annata 2012 e alle bottiglie che sono di fatto raggiungibili, fra cui spicca certamente Pannier con Égérie de Pannier, 50% Chardonnay, 45% Pinot Noir, 5% Pinot Meunier, anche in questo caso 96 mesi di sosta sui lieviti e dosaggio di 3-4 gr/l. Paillard è presente con Grand Cru 2012 Extra Brut Millésime Assemblage, 60% Pinot Noire 40% Chardonnay, sosta di 84 mesi e dosaggio di 4,5 gr/l. Thiénot fa il bis presentandosi ancora con la memorabile 2008 Alain Thiénot che raggiunge i 144 mesi di sosta sui lieviti e con il Brut Vintage 2012, 65% Pinot Noir, 25% Chardonnay, 10% Pinot Meunier, 96 mesi sur lie e 6 gr/l il dosaggio. Henriot affascina con 2012 Millésime, 54% Chardonnay, 46% Pinot Noir, nuovamente 96 mesi sui lieviti, dosato 6 gr/l. Arriviamo alla postazione di Joseph Perrier che ha messo in degustazione due espressioni dell’annata 2012, entrambe di rilievo, prossime al traguardo dei 7 anni sui lieviti: Cuvée Royale Brut Vintage, 54% Pinot Noir e 46%Chardonnay, dosato 3 gr/l; La Cote a’ Bras Blanc de Noirs Brut Nature, 100% Pinot Noir non dosato. Charles Heidsieck lascia il segno con 2012 Brut Millésime, 60% Pinot Noir e 40% Chardonnay, 96 mesi di sosta con un generoso dosaggio di 8 gr/l. Non sono da meno le due versioni dell’annata 2012 di Mandois: Victor Brut Blanc de Blancs, Chardonnay in purezza e 6-7 gr/l per oltre 8 anni sur lie; Victor Extra Brut Rosé Millésime composto al 90% da Chardonnay e 10% di Pinot Noir, 5 gr/l.

Certo, districarsi fra oltre 140 espositori con spesso oltre 4 cuvée da poter assaggiare per ogni Maison, soprattutto per il semplice appassionato non è per niente facile. Dunque il consiglio può essere quello, in rassegne come questa, di predisporsi in anticipo una road-map, consultando il catalogo della manifestazione che nella maggior parte dei casi, per gli eventi più significativi si trova online. Organizzarsi significa selezionare prima, anche dovendo sacrificare qualcosa, ma sappiamo che solo i palati (e i nasi) più allenati sono in grado di esprimere un giudizio attendibile dopo decine di assaggi. L’olfatto può andare letteralmente in saturazione, ovvero pur continuando a stimolare il naso, non si è più in grado di percepire differenze significative. Come comportarsi in questi casi? La voglia di far rendere il più possibile il prezzo del biglietto, bevendo tanto è comprensibile, ma non dimentichiamo pure l’aspetto dell’alcol, perciò la sputacchiera è d’obbligo ed è una di quelle cose che tracciano un solco fra il bevitore per passione e il professionista assaggiatore come può essere ad esempio un sommelier. È improponibile pretendere di sentire ad esempio 40 vini o più, per quanto la dose di assaggio sia responsabilmente minima, deglutendo e pensando di poter stare in piedi, magari concentrando gli assaggi in solo un paio d’ore. Chi sarà l’autista sacrificato a riportare a casa il gruppo di amici dopo una manifestazione dedicata al vino come Champagne Experience? Nulla di male dunque nell’imparare a usare la sputacchiera, non bisogna di certo vergognarsi e un buon allenamento ci consente di capire bene il vino trattenendolo nel palato il tempo necessario per poterne ipotizzare anche la persistenza. E prendersi tempo, facendo qualche break è sicuramente una strategia vincente. Tutto è proporzionato alle proprie capacità, sicché può certamente essere utile avere il supporto di un amico esperto, lasciandosi guidare lungo un percorso fatto di assaggi mirati. Un altro criterio può essere quello di concentrarsi su di una sola annata, proprio come è stato in questo caso per la 2012 concedendosi, perché no, qualche digressione sulla 2008, se una Maison ce la presenta ancora. Però in eventi come Champagne Experience prevalgono le bottiglie sans année che spesso rappresentano una fascia di prezzo più abbordabile per le bollicine francesi; inducono il consumatore medio a confrontarsi più con etichette così, cioè con Champagne che potrà comprare più facilmente, lasciando stare i millesimati. Un altro semplice criterio può essere il gusto personale, ovvero se già sappiamo che prediligiamo ad esempio bollicine costituite in prevalenza da Chardonnay, oppure con un dosaggio di zuccheri moderatamente basso come può essere un Extra Brut, sarà inutile perseguire altre strade, se non per il solo scopo esplorativo, rischiando però di assaggiare vini che non ci colpiscono particolarmente.

Finiamo dunque questa esplorazione, entrando nelle altre due aree di Champagne Experience; in Montagne de Reims è da rilevare Lanson con Le Vintage 2012, 52% Pinot Noir, 48% Chardonnay, quasi 10 anni sui lieviti e dosaggio di 2-3 gr/l; Mailly si fa notare con Les Échansons, altra sosta lunghissima sui lieviti per questo taglio 75% Pinot Noir e 25% Chardonnay, 4-6 gr/l il dosaggio. Lascia un ottimo ricordo di sé anche Rochet-Bocart che però in questo caso è ancora presente con il Millésime 2008, 100% Chardonnay e ormai 168 mesi sui lieviti, solo 2 gr/l il dosaggio. Paul Bara vale il nome prestigioso guadagnato nei decenni, con 2012 Comtesse Marie de France Grand Cru, Pinot Noir in purezze e sosta di 132 mesi sui lieviti, dosato 8 gr/l. Payelle Père et Fils con Cuvéè Du Pomponne Brut Grand Cru 2012, metà Pinot Noir, metà Chardonnay, 96 mesi di sosta e 6 gr/l è davvero un raggio di luce, al pari degli ultimi -ma non ultimi- quattro Champagne di questo piacevolissimo cammino nel millesimo 2012, appartenenti alla zona rimasta della rassegna modenese, la Vallée de la Marne. Sono H.Blin 2012 sia in versione Brut che Extra Brut, con taglio 50-50 Pinot Noir e Chardonnay, 96 mesi sur lie e 7 gr/l oppure Blanc de Noirs con sosta a cavallo dei 90 mesi e solo 3 gr/l di zuccheri; Olivier Père & Fils in degustazione con 10.05 La Cinquantieme, 50% Pinot Noir, 25% Chardonnay, 25% Pinot Meunier, 100 mesi di sosta sui lieviti e dosaggio zero; Jaques Copin con Cuvée Millésime Les Origines Brut Nature rimane sull’annata 2008, mentre per la 2012 presenta Cuvée Polyphénols, taglio 50-50 Pinot Noir e Chardonnay, 108 mesi di sosta e dosaggio di 4 gr/l; Henri Goutorbe con Brut Millésime Grand Cru, 75% Pinot Noir, 25% Chardonnay, 96 mesi sui lieviti e dosaggio di 9 gr/l.

Molte Maison presenti a Modena non sono state citate, fra cui alcune assai note, semplicemente perché hanno portato millesimi più giovani. E qui ci stiamo occupando solo del 2012. Ma non perdiamoci d’animo, le annate successive saranno certamente un motivo in più per tornare a Champagne Experience alla prossima edizione (15-16 ottobre, le prevendita è aperta), giusto un pretesto in più per poter scoprire che presto l’annata 2012, dopo la 2008, troverà una rivale.

Devaux – Stenopé: 92/100

Boizel – Grande Vintage: 94/100

Nocolas Feuillatte – Collection Vintage Brut: 93/100

Joseph Perrier – Cuvée Royale Brut Vintage:92/100

Joseph Perrier – La Cote a’ Bras Blanc de Noirs Brut Nature: 93/100

Mandois – Victor Brut Blanc de Blancs: 94/100

Mandois – Victor Extra Brut Rosé Millésime: 94/100

Lanson – Le Vintage: 92/100

H.Blin – Extra Brut: 93/100

Olivier Père & Fils – 10.05 La Cinquantieme: 96/100

Jaques Copin – Cuvée Polyphénols: 91/100

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