Passione Gourmet Deutz Blanc de Blancs 1996 - Passione Gourmet

Deutz Blanc de Blancs 1996

Vino
Recensito da Vania Valentini

Eccitazione ed entusiasmo

È quello che si prova quando ci si trova di fronte a una bottiglia di Champagne del 1996, cosa che noi appassionati conosciamo bene. È difatti l’annata che per antonomasia e non teme rivali anche quando, come in questo caso, la bottiglia è trasparente e il rischio che abbia preso il cosiddetto gout de lumière è assai alto. Tuttavia, l’aspetto di questa bottiglia è buono, viene da un’enoteca storica del paese ed è stata conservata al riparo da luce e sbalzi di temperatura tutto questo tempo. Decido così di acquistarla e, perché no, assaggiarne il risultato la sera stessa (assecondando il famoso motto life is now).

Tempo che agisce da definitore prima e da potente amplificatore poi, che trasforma tutto ciò che è, per natura, duro e coriaceo (acidità, sale, anidride carbonica) in un tripudio di sfumature, colori, sapori.  Anni nel buio delle cantine che miscelano ed elevano il vino senza mai toccarne la vera identità, senza mai scalfirne l’energia vitale. Davvero incredibile come questi vini, nati nella regione in cui sembrava impossibile produrre vino, oggi riescano a mettere, ogni volta, a soqquadro qualsiasi preconcetto, infondendo smarrimento anche tra gli esperti più edotti. Avviene qualcosa di misterioso in queste bottiglie, nel tempo. Qualcosa che non riesce ad essere spiegato attraverso la logica.

Il segreto della Champagne, disse una volta un importante Chef de Cave, non è l’acidità, ma la craie. Io credo sia anche l’abilità, nonché il coraggio, di attenderne la maturità in vigna anche quando il rischio è altissimo. Ma, si sa, la fortuna premia gli audaci. E l’audacia, in Champagne, si traduce in vini leggendari.

Il terroir Deutz

Il fatto che Deutz ci sappia particolarmente fare con lo Chardonnay, pur trovandosi ad Aÿ, terra legata a doppio filo al Pinot Noir (presente nel villaggio per l’88%) deriva non solo da una tradizione che risale ai primi anni ‘60 ma è anche confermato dal successo di un’altra sua cuvée: l’Amour de Deutz, che nel tempo è riuscita addirittura a scalzare il William Deutz, cuvée de prestige della Maison. Le uve di questi due eclettici Blanc de Blancs, tuttavia, non provengono solo e classicamente della Côte des Blancs ma anche dalla parte orientale della Montagne de Reims, nella fattispecie da Villers-Marmery, villaggio che fa parte della cosiddetta perle blanche, ovvero quella parte della Montagne de Reims quasi interamente consacrata allo Chardonnay.

Il Blanc de Blancs ha nell’assemblaggio uve di Avize e Le-Mesnil, oltre al tocco (meno del 10%) di Villers-Marmery, la vinificazione è avvenuta in acciaio con svolgimento della malolattica, mentre la maturazione sui lieviti si è protratta per poco più di 5 anni, al termine dei quali lo champagne è stato dosato a 9 g/l. Uno champagne, e qui troviamo il vero miracolo, che vede una sboccatura di ormai 20 anni.

Deutz Blanc de Blancs 1996

Di armonica vinosità e di raffinata vena ossidativa, è subito inebriante per via di quel tono evolutivo forgiato dal tempo sotto il quale emergono, in un crescendo intrigante, le note balsamiche, il cioccolato bianco, la menta e, soprattutto, la craie. In bocca è avvolgente, fresco, salino ma anche dolce di cioccolato e balsami, rinfrescante e appagante allo stesso tempo, con una carbonica affusolata, che avvolge, trasporta e che, come una nuvola, ammalia, senza spigoli. Un vino che impressiona per come riesce a coniugare densità e vitalità e che, paradossalmente, finisce in pochissimo tempo. Impegnativo all’olfatto, dove ti soffermeresti ore, disimpegnativo al palato, data la sorprendente bevibilità. In buona sintesi, la perfetta fusione di tutti gli elementi legati al vino: il suolo (la craie), il vitigno da cui prende forma (lo chardonnay), la tecnica di elaborazione messa a punto in tre secoli di storia, il talento dello Chef de Cave, e il tempo: che fonde, e affina.

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *