Gancia Alta Langa

La storia del metodo classico italiano

Carlo Gancia non ebbe incertezze, quando nel 1848, dopo gli studi in enologia partì alla volta di Reims per apprendere tutti i segreti dello champagne, rientrerà dalla Francia nel 1850 per fondare insieme al fratello Edoardo la Fratelli Gancia, puntando su ciò che quella terra meravigliosa forniva in abbondanza, le uve moscato.

Mettendo a frutto le competenze conseguite Oltralpe, nel 1865 darà vita al primo Metodo Classico italiano, una data memorabile che getterà le fondamenta di un comparto oggi più florido che mai. Quella che fu una felice intuizione diede impulso alla sperimentazione che proseguì nei decenni successivi, tenendo fede a un patto con la terra e con l’uomo, combattendo la battaglia quotidiana con le condizioni atmosferiche, determinanti nel definire la qualità dell’annata, tenendo la barra a dritta nel produrre vini dallo stile inconfondibile che sono arrivati nei cinque continenti confermando il valore del brand.

Un’affascinante vicenda imprenditoriale, da rivivere in un coinvolgente tour, attraverso la visita alle plurisecolari cantine Gancia, riconosciute patrimonio mondiale dell’umanità, vere e proprie cattedrali scavate nel tufo sotto alla città di Canelli, dove si svolge la pressatura soffice con la monumentale pressa Marmonier, la vinificazione e naturalmente l’affinamento, grazie alla temperatura costante di 12-14 gradi, perché i mesi e gli anni che attendono i preziosi millesimi possano ultimare il processo. I 170 anni di vita della Gancia ripercorrono la storia del vino italiano e la passione di uomini determinati, che hanno creduto fortemente in un’idea, tanto da realizzare un progetto fino ad allora solo sognato, andando all’estero per fare proprie le competenze necessarie.

Il brand Alta Langa

E ora solo conferme grazie al brand Alta Langa, una denominazione che riunisce i più rilevanti produttori di Metodo Classico piemontese, e racconta di un territorio non solo vocato a monumentali vini rossi ma anche a grandi bollicine. Un’area ben definita, che ci parla di un Metodo Classico prodotto con uve Pinot Nero e Chardonnay, in purezza o insieme, in percentuale variabile, che affina lungamente, rimanendo sui lieviti non meno di 30 mesi e da Disciplinare dichiara in etichetta il millesimo della vendemmia.

È il 1996 quando prende forma la proposta di un disciplinare di produzione che, sulla base di minuziose ricerche, avrà il nome di Alta Langa ma, come detto, le sue radici sono molto più antiche e si estendono fino alla prima metà dell’Ottocento, per cui oltre due secoli di sperimentazioni in vigna e in cantina ne hanno scolpito la reputazione. Il 10 maggio 1999, si brinda per la prima volta con lo spumante piemontese metodo classico Alta Langa, ufficializzando il momento presso la sede della Comunità montana, a Bossolasco, mentre è già in atto l’iter che porterà al riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata. Il 15 giugno 2001, alla presenza di 48 soci di cui 41 viticoltori e insieme alle prime sette case vinicole produttrici – Barbero 1891 (Enrico Serafino), Bersano & Riccadonna, Giulio Cocchi, Fontanafredda, Gancia, Martini & Rossi, Vigne Regali (Banfi) – viene costituito ad Asti il Consorzio Alta Langa. Il 20 novembre 2001 viene approvata la richiesta della Doc. Il 23 novembre 2002 arriva la Denominazione di Origine Alta Langa. Il 9 marzo 2011 si ottiene la DOCG e nel 2018 presso il Castello di Grinzane Cavour ha luogo “La Prima dell’Alta Langa”, numero zero di un evento nel quale i soci produttori del Consorzio, pongono in assaggio le nuove annate.

La degustazione

Gancia 120 Mesi Alta Langa 2009

Una grande riserva, frutto della plurisecolare esperienza nel metodo classico della famiglia Gancia, l’ideale per scoprire le potenzialità e i valori espressivi di questa giovane ma radicata denominazione piemontese, forse l’unica che mancava a questa straordinaria regione del vino così famosa nel mondo. Un tributo all’Alta Langa, grazie a un severo disciplinare e a un uvaggio sapientemente dosato di uve Pinot Nero e Chardonnay raccolte nei migliori vigneti DOCG Alta Langa di proprietà della storica famiglia piemontese. Una cuvèe di pregio, vendemmiata in piccole casse, pressata soffice, che dopo la vinificazione fermenterà in bottiglia per 40 giorni e affinerà lentamente sui lieviti per oltre dieci anni, spostando l’asticella ben oltre i normali invecchiamenti, dando vita a uno spumante che rappresenta la più alta espressione identitaria della casa di Canelli. La bottiglia ha un packaging raffinato che ricorda un elegante abito da sera, la bolla è finissima ed eterea. Al naso esprime profumi ben definiti, con sentori di pompelmo rosa, clementine, mela golden, uva sultanina, anacardi, croissant, miele. Al palato corpo, struttura raffinata e grande armonia, fresco, sapido, con una bella acidità e note sapide, di pane appena sfornato, frutta gialla e vaniglia. Il lungo e persistente finale denota un notevole potenziale di invecchiamento. Il sorso super buono, lascia intuire che lasciando trascorrere anche solo pochi anni potrà evolversi ancora in piacevolezza e struttura.

Vitigni: pinot nero 80% e chardonnay 20%

Suoli: Calcare

Allevamento: Guyot

Zona: Alta Langa.

Prezzo: 95€

E se vi è piaciuto, ecco tre etichette che ho trovato per certi versi simili e altrettanto coinvolgenti:

  • Montalbera Metodo Classico Pas Dosè 120+1®
  • Abate Nero Cuvee Dell’Abate Nero Trento Doc 2010
  • Eretiq Dosaggio Zero
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Eros Teboni

È mio padre a guidarmi alla conoscenza del vino, con lui le prime disamine su quale etichetta abbinare a quel determinato piatto, rispettando l’una e l’altro. Sullo sfondo l'Alto Adige, mia terra di nascita. Sacrificio, confronto, viaggi, allenamento quotidiano, buone letture e, dopo gli studi in Italia e all'estero, la consapevolezza che la strada è quella giusta. Arrivano le certificazioni internazionali della Court of Master Sommelier di Londra (Certified Sommelier) e il 30 giugno 2018 a Roma il podio più alto della Worldwide Sommelier Association, che mi ha laureato Best Sommelier of the World. Mi chiamo Eros Teboni e la mia passione più grande è il vino.

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