Al Callianino

VALUTAZIONE

Trattoria

CebollaCebolla
PREGI
Una cucina dalla stilistica coerente e riconoscibile.
Bella materia, vini compresi.
Ottimi prezzi.
DIFETTI
Non tutti i piatti sono allo stesso livello.

La cucina vernacolare e cosmopolita di Alberto Mori

Un ambiente di sicura personalità, con pareti vestite di toni del pastello e tributi vegetali alle pareti, disegnate di fiori d’aglio e peperoncino. L’estetica, semplice ma non semplicistica, è quella di Alberto Mori e Ivana Firulesko, che il Callianino l’hanno costruito piatto dopo piatto, nella splendida Val d’Alpone da cui attingono una materia prima che non esitiamo a definire, in una parola, superlativa.

Qui, a Montecchia di Crosara, Alberto approda dopo un fondamentale apprendistato presso I Tigli di Simone Padoan, da cui mutua il rigore ontologico della materia, la padronanza dei lievitati e, non ultimo, una certa trasversalità, che si fa lapalissiana soprattutto nel carosello delle entré. Lo stile in cucina è imperniato di praticità e immediatezza, i piatti sono consolanti e originali al contempo, allegri, come la giovane brigata di sala e di cucina.

Qualche reiterazione va segnalata, ma a fin di bene, perché i Dumping di gallina Grisa tra Lessinia e Hong Kong, che un tempo erano un panino, sono ormai un signature e, di conseguenza, un manifesto stilistico: farcia importante, pasta callosa, fondo intenso, e la spaziatura, con quel quid di soia, a rievocare vividamente l’Oriente benché a visitarlo sia una gallina Grisa locale. Nel segno delle contaminazioni, del resto, comincia tutta l’esperienza, e precisamente con la zuppa iberica per antomasia: un Gazpacho di pomodori con tartare di gamberi di incalzante freschezza e sapidità, mentre un tributo agli antichi fasti giunge subito dopo, con la squisita – avevamo cercato di non sbilanciarci, ma qui è dura – Tatin di pomdori, burrata e basilico: calda al punto giusto, la pasta fragrante e filante, i pomodori concentrati e dolcissimi nel gusto, il gioco caldo-freddo, complice la burrata, e quel sospetto di dolcezza a ingentilire il tutto, che siamo del resto pur sempre al cospetto di una tatin. Uno dei punti di forza di Alberto Mori è comunque quello di comprendere come innescare il bilanciamento: accade nella Battuta di Neanderthal dove la carne cruda, tagliata a coltello grossolanamente, e servita su un osso, è condita intelligentemente con midollo caldo e nocciole. Sorprendente, davvero, l’enfasi data dal midollo sulla carne: una sensazione “noisette” rinforzata dalle nocciole.

Unico appunto, i Ravioli ripieni di robiola, ragù di pecora Brogna, Parmigiano e tartufo: un piatto ridondante, ove il gusto si ripete uguale a ogni boccone, senza dubbio accomodante, pure troppo, mentre tra i dolci la Torta delle rose, benché ottimamente bilanciata nella dolcezza, rivelava qualche ingenuità tecnica.

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Andrea Grignaffini

Andrea Grignaffini nasce a Parma nel 1963. Dal 1990 inizia a collaborare con Gino Veronelli scrivendo la guida “Buone Cose d’Italia” e articoli sull’Etichetta. Diventa quindi condirettore del bimestrale Spirito diVino, inoltre ha insegnato Metodologia di Degustazione critica presso vari atenei (Parma, San Raffaele, IULM) nei Corsi di Laurea in Scienze Gastronomiche. E’ membro della direzione esecutiva della Guida Ristoranti dell’Espresso e consulente enogastronomico di ALMA dalla sua nascita e dallo studio di fattibilità. E’ co-curatore della Guida Espresso Vini e della Guida Espresso salumi, è stato coautore dell’Enciclopedia del Vino (Dalai Editore). Con libro Nella Dispensa di Don Camillo (Tommasi Editore) si aggiudica il secondo posto al Premio Bancarella Cucina, vince il premio Luigi Veronelli come miglior giornalista, è finalista dell’Oscar del vino 2010. Ha partecipato numerose volte a programmi televisivi in veste di giurato o di opinionista come La Prova del Cuoco, Matrix, Masterchef, Cuochi e Fiamme. Inoltre ha collaborato come aiuto-sceneggiatore con Taodue nella serie televisiva “Benvenuti a Tavola”. Nel 2012 ha curato e ideato il premio Best Italian Wine Awards con Luca Gardini. E nello stesso anno vince il Prix du Sommelier dell'Académie Internationale de la Gastronomie. Collabora con Gazzetta di Parma, Gazzetta dello Sport. E’ finalista premio Bancarella 2016 con il libro Edito da Marsilio il Cuoco Universale. E’ fondatore di Future Cooking Lab spin-off dell’Università di Parma.

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