Château Chalon 1982 di Jean Macle

Oltre il velo

Esistono vini unici, emblema della passione e della tenacia di viticoltori eroici che da impervi terreni hanno saputo estrarre un nettare giallo dorato, il Vin Jaune.

Siamo nello Jura, piccola enclave nella regione della Franche-Comté e una delle più ridotte zone vitivinicole francesi, dove i vigneti, fitti di viti antiche, arrampicano fino ai 500 m s.l.m. in terreni ricchi di silice e argille, marne grigie o bluastre di origine giurassica. Château Chalon è un borgo arroccato tra le vigne, uno dei pochi esempi di centro abitato della zona, che deve la sua nomea all’omonima appellation, AOC dal 1936.

Qui la risolutezza di una viticultura ardua unita ad un clima semi-continentale e a terreni unici, forgiano un vino straordinario, con un ottimo potenziale di invecchiamento.

Il Vin Jaune, conosciuto anche come vino giallo, è ottenuto da uve da vitigno Savignin, appartenente alla famiglia del Traminer non aromatico, a maturazione tardiva che le rende naturalmente ricche di zuccheri pur conservando un’elevata acidità. Alla tradizionale fermentazione segue un affinamento in botti di rovere scolme (pas “ouillé”) per sei anni e tre mesi per consentire la formazione di un velo (“a la voile”) di lieviti indigeni sulla superficie del vino. Questo metodo di invecchiamento, simile al flor utilizzato per lo Sherry, per la Vernaccia di Oristano e la Malvasia di Bosa in Sardegna, produce un’ossidazione che conferisce al vino identitari e unici profumi e complessità.

Nel cuore della denominazione Château Chalon troviamo le vigne di Jean Macle, che dal 1850 e da sette generazioni di vignaioli, è tra le più rinomate cantine dell’AOC dello Jura. Qui, la proprietà di una dozzina di ettari vitati, di cui soltanto il 30% è a Savagnin mentre il restante è Chardonnay, segue i dettami dell’agricoltura biologica e produce oltre al Côtes de Jura, il Château Chalon.

La degustazione

II Vin Jaune Château Chalon 1982 di Jean Macle si presenta vestito di un bel giallo dorato. L’evoluzione aromatica si articola in effluvi di mallo di noce, si adorna della speziatura del cardamomo e della noce moscata, in un’alternanza di note dolci, rotonde della banana matura e della pera kaiser al forno, e note aspre di sommacco e olio di oliva. La palpitante succosità si riconferma al palato, in un gioco di avvicendamenti sapidi e acidi, in una bocca che ricorda il caffè blue mountain, e le note più aspre del kefir. La bella freschezza di questo Vin Jaune lo fa ricordare e ancor più solletica il sorso successivo nella sua imperiale beva.

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Alberto Cauzzi

Imprenditore della New Economy con il pallino dell’enogastronomia, gira il mondo a caccia del miglior ristorante di alta cucina, non ancora trovato. Al vino è approdato apparentemente per caso, provenendo da una famiglia di astemi. Scoprì in seguito che un suo bis-nonno era un ottimo produttore di vino, nebbiolo in Valsesia, ed anche un discreto consumatore. E' stato il vice direttore della guida ristorante de L'Espresso per gli anni 2023 e 2024. E’ stato l’ideatore ed è il presidente del progetto Passione Gourmet. Le sue passioni: l’avanguardia misurata in cucina e i grandi vini di Borgogna.

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