Passione Gourmet Roberto Conti - RC Resort - Passione Gourmet

Roberto Conti – RC Resort

Ristorante
Str. per Ceretto 660, Mortara (PV)
Chef Roberto Conti
Recensito da Fiorello Bianchi

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

  • Menù degustazione molto vario, a un prezzo decisamente interessante.

Difetti

  • Percorso di degustazione altalenante.
  • Zona con forte nebbia in inverno.
Visitato il 12-2021

Il ranch/resort di Roberto Conti in Lomellina

Roberto Conti è uno chef che è cresciuto nelle cucine di Maurizio Bosotti, Pietro Leemann, Andrea Berton e infine Luigi Taglienti al Trussardi alla Scala, divenendone, alla sua dipartita, lo chef. Dopo altre esperienze è ora è tornato a casa, in Lomellina, a Mortara e, con un socio, ha aperto l’RC Resort, una struttura con alcune camere, tanto spazio verde, una ampia sala per eventi e una più piccola e raccolta, per la proposta di fine dining. È una struttura che può ricordare un ranch e Roberto ha un po’ i tratti del cowboy, un po’ rude, però dall’animo schietto, sincero, diretto. Il carattere è esuberante, come la sua cucina, caratterizzata da una alta dose di creatività. Se percorriamo le proposte del menù alla carta e quelle dei due menù degustazione, uno più orientato alla tradizione e l’altro, quello più completo, alla innovazione, notiamo che non ci sono ripetizioni e quindi l’offerta è davvero molto varia. Non può mancare ovviamente l’oca, nei ravioli e à la royale che, in stagione di caccia, si trova anche nella versione classica, con la lepre, così come la classica costoletta alla milanese. Il menù “iperrealismo contemporaneo“, quello più ricco in termini di portate, è quello che abbiamo scelto ed è quello dove l’estro creativo dello Chef esce nella sua massima espressione.

Una cavalcata nelle praterie del gusto

In questo menù ci si fa guidare in una cavalcata, nelle praterie del gusto, a pelo, quindi senza sella e senza staffe. Una scorribanda sicuramente divertente, ma ad alto rischio di cadere, tant’è che qualche “caduta” verso una deriva fin troppo dolce o troppo sapida c’è effettivamente stata.

Ardito, coraggioso, quasi incosciente il piccione con crema pasticcera e zuppa inglese salata, a rischio davvero di essere disarcionati, per un problema di equilibrio. Equilibrio, invece, raggiunto in un altro azzardo, un sorbetto di mandarino con polvere di bottarga, con quest’ultima che arriva alla fine in un gioco intrigante di sapori. La cavalcata vanta momenti di grande piacere, come nel gustosissimo risotto con finocchio, finocchietto e liquirizia, o nell’animella con spuma di rafano, entrambi elegantemente equilibrati.

A rischio di caduta, sul versante dolce, la parte iniziale del percorso, con la crema di parmigiano con i lamponi e il caco mela con spuma di ostrica e insalata di mare, piatto che si presenta benissimo ma che è fondamentalmente slegato nella sue varie componenti. Qualche tentennamento anche sul versante opposto della sapidità, in primis con la tartare di salicornia, con prezzemolo e alici, idea alquanto originale, ma da tarare nel mix degli ingredienti, soprattutto sulle alici. L’anguilla, cotta perfettamente e molto piacevole, con una salsa al miso, si accompagna ad una salsa verde che potrebbe essere ridotta decisamente come quantità: ne gioverebbe sicuramente l’intero piatto in termini di equilibrio.

Il percorso, nel suo complesso, si rivela essere molto vario: tante portate, tante idee, alcune decisamente a fuoco, altre meno, per una esperienza dal carattere decisamente altalenante. Piatti da punteggio elevato e altri meno, che vanno quindi ad abbassare la media della votazione nel suo complesso; le potenzialità, però, ci sono, e resta anche la curiosità di tornare per provare un po’ di piatti alla carta, forse meno azzardati e, quindi, sicuramente meno rischiosi. In conclusione, una cavalcata divertente, stuzzicante al palato, che non lascia indifferenti.

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