Passione Gourmet Berton - Passione Gourmet

Berton

Ristorante
via Mike Bongiorno 13, Milano
Chef Andrea Berton
Recensito da Fiorello Bianchi

Valutazione

17/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • Cucina di grande eleganza stilistica.
  • Servizio veloce ed efficiente.

Difetti

  • Un piatto sotto le aspettative.
Visitato il 06-2021

Andrea Berton, o della cucina leggiadra

Nel quartiere di Milano, sempre più in sviluppo, di Porta Nuova, c’è il ristorante di Andrea Berton. Un locale che si inserisce perfettamente, come modernità ed eleganza minimale, nel contesto urbanistico nel quale è collocato. Il locale e l’universo gastronomico dello chef ben riflettono il fascino intrinseco della frenesia della City, rappresentandone l’indiscusso avamposto. La sua cucina è leggiadra, di indubbia finezza, armonica nello stile e nel gusto. I piatti sono esteticamente belli ed eleganti e riservano piacevoli sorprese al palato, in una dimensione di leggerezza di fondo ma con sapori comunque netti e anche decisi.

Il percorso degustazione che abbiamo intrapreso è un po’ diverso rispetto alle due proposte in carta ed è stato studiato per quelli che, come noi, nell’epoca della prima chiusura per lockdown, avevano approfittato della possibilità di acquisire un buono con la formula 1+1. Il percorso attinge in realtà ad alcuni piatti previsti nelle due degustazioni, ma ne presenta altri, non in carta; abbiamo anche apprezzato che abbiano, al momento dell’ordine, accettato volentieri un cambio rispetto alla loro proposta.

Classe e gusto camminano di pari passo

Gli amuse bouche introducono egregiamente nel mondo di Andrea Berton, con finestre che si aprono sul mondo, con i tamales, ripieni di pollo e verdure, con il coriandolo piacevole protagonista. La leggerezza, quasi eterea, delle salse torna in più piatti ed è davvero di notevole livello. La versione, completamente vegetale, del cappon magro, veicola una bella freschezza e il ruolo delle salse, oltre che coreografico, è fondamentale nell’innalzare la piacevolezza complessiva. L’insalata di gamberi prevede tre tipologie diverse di crostaceo, gamberetti, mazzancolle e schie, in un gioco piacevole di consistenze, dovute alle diverse cotture, dal crudo al fritto. È un piatto che riserva alcune sorprese per l’accostamento, insolito, con una salsa di mandorle e di lamponi e un bel match di dolcezza e acidità.

L’idea dell’accompagnare i piatti con una componente liquida, declinata in un menù degustazione che da alcuni anni è presente in carta e sul quale ha scritto anche un libro, è decisamente interessante, l’abbiamo apprezzata sia in una portata della parte salata, sia in una della parte dolce. I ravioli con ripieno di aglio, olio e peperoncino, sono serviti con una bruschetta con cicala di mare, che si ritrova come brodo: un trittico concettualmente sequenziale di pasta, pane e brodo, con una bella profondità di gusto e divertente al palato.

Il Sud America torna nella quaglia arrosto, dalla cottura assolutamente perfetta, accompagnata da mais, mole al sesamo e platano, con un gioco di raffinati equilibri grazie ad una indubbia maestria nel dosare i vari elementi, in primis il mole, che è “delicatamente” incisivo. Il calamaro al nero con maionese di pesce e salsa di carota e zenzero, insieme al pre-dessert, sono state invece due portate un po’ sotto le aspettative, mentre nel dolce abbiamo proprio apprezzato la bevanda di accompagnamento: in una piccola caraffa viene versato un liquido che ha tutta la parvenza di una birra, ma che in realtà è un brodo di limone, caramello e rosmarino, delizioso, che innalza e nobilita tutto il dessert.

Un percorso che, nel suo complesso, è stato decisamente e indubbiamente di livello, con un servizio rapido ed efficiente, che ben rappresenta l’anima frenetica milanese. Gusto e classe da Berton camminano, o forse meglio dire corrono, di pari passo.

La Galleria Fotografica:

1 Commento.

  • Rosario2 Settembre 2021

    Bella recensione, solo un appunto: temo che nel piatto "Ravioli aglio, olio e peperoncino, bruschetta con cannolicchio e il suo brodo." non sia cannolicchio, ma canocchia. Riflessione: Berton è sicuramente un maestro di tecnica, fermo restando che non sono nessuno per giudicare perché mi occupo di tutt'altro. Leggendo questa recensione e seguendo il percorso dello chef da anni, sempre tramite recensioni indipendenti, noto la mancanza di un vero approccio culturale, che rimandi ad un percorso logico nel menù, una tradizionalità, un ingrediente un profumo. Mi sembrano dei piatti molto complessi, tecnicamente, ma poco passionali. Rimane comunque un grandissimo interprete della cucina, direi internazionale a questo punto.

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