Passione Gourmet Maison Decoret - Vichy - Scheda 2020 - Passione Gourmet

Maison Decoret

Ristorante
rue du Parc 15, 03200 Vichy, Francia
Chef Jacques Decoret
Recensito da Leonardo Casaleno

Valutazione

17/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • Un riferimento della cucina francese contemporanea.

Difetti

  • L’assenza di un menu à la carte.
Visitato il 02-2020

La piccola Maison di un grande artigiano nel cuore dell’Auvergne

In una villa dall’architettura del tardo XIX secolo fronte parco, con arredi e dettagli tra il moderno e l’antico, la famiglia Decoret è pronta a coccolare l’avventore all’insegna della grande cucina francese contemporanea.

Siamo a Vichy, tranquilla cittadina termale dal lustro un po’ sbiadito.

Jacques Decoret, vincitore del MOF, acronimo di Meilleurs Ouvriers de France, nel 2000, elargisce un’idea di cucina generosa e sincera. Classica e poco avvezza a tendenze. Una cucina di un artigiano che sta in prima linea dietro i fornelli, coadiuvato da una giovane brigata di cui fa parte anche il figlio apprendista.

Qualunque sia il menu per il quale si opti (i prezzi sono davvero convenienti per qualità e varietà di assaggi serviti), verranno sempre serviti raffinati amuse bouches che daranno un piccolo assaggio della sapienza del cuoco. Un meraviglioso infuso di menta, camomilla, timo e limone e poi sfoglie croccanti di topinambur con aceto di fiori di sambuco pop-corn di maiale soffiato con mousseline di patate sono il viatico per il “Voyage” (questo il nome del menu più esaustivo) dello chef, formatosi alla corte di mostri sacri come i Troisgros, Alain Passard e da quelli che sono i massimi esponenti dell’Auvergne, Regis e Jacques Marcon.

Qualche tempo fa Decoret ci aveva stupito ma, a distanza di anni, rispetto alle nostre precedenti visite, non abbiamo riscontrato il medesimo entusiasmo, probabilmente, ipotizziamo, per via del reiterato costrutto dei piatti o della staticità di uno stile che in una decade non ha mostrato segni di evoluzione, anche forse a causa dei mancati riconoscimenti delle grandi guide gastronomiche, a nostro avviso, al tempo doverosi. Ciononostante, questa tavola resta comunque un degno rifugio di alta cucina in cui si ritrova uno stile personale che non vuole rincorrere mode o nuovi punti di riferimento e, forse per questo, può sembrare un po’ datata ma, invero, impone un’idea di cucina dal solidissimo background tecnico che intende collocarsi in uno spazio fuori dal tempo.

Ci si prende il lusso e il rischio di servire un foie gras spadellato alla perfezione a inizio pasto, seguito da capesante con cipolle confit e mele che precedono, a loro volta, un orientaleggiante consommé di  gamberetti in accompagnamento a un trancio di rombo selvaggio cotto/crudo. E ancora, una personale reinterpretazione dell’oeuf meurette (salsa tipica della Borgogna al vino rosso) con sedano e uva. E si conclude con una sella di cerbiatto con scorzanera e jus di selvaggina di rara eleganza. Un assaggio di formaggi principalmente locali e un rinfrescante e rigenerante monocromo di pera e sedano precedono la classica piccola pasticceria. Sensazione complessiva di leggerezza sebbene l’apporto calorico dell’esperienza non sia affatto esiguo.

La cantina è ben organizzata e offre meravigliose e introvabili chicche a prezzo più che moderati. Non ci siamo fatti scappare un meraviglioso Grands Echezeaux Grand Cru 2013 di Romanée Conti ad un terzo dell’attuale valore di mercato.

Anche il servizio, ça va sans dire, sfoggia gli standard della grande Maison. Il ristorante è anche una locanda con pochissime camere (non proprio lussuose), ideale per gustarsi una grande colazione, preparata con medesima cura dalla brigata di cucina.

Venite a Vichy, anche solo per avere un benchmark sulla cucina francese contemporanea.

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