Valutazione
Pregi
- Un luogo di struggente bellezza.
- Carta dei vini ampia con ricarichi corretti.
Difetti
- La difficoltà nel raggiungerlo (ma potrebbe anche essere un pregio).
- Difficile trovare un tavolo a cena nel fine settimana.
Cosa ci fa innamorare di un ristorante?
Cosa amiamo così tanto di questa passione, che trasforma gli 800 km che ci separano da una tavola in una comoda e necessaria passeggiata?
E soprattutto, come spiegarlo agli “altri”, quelli che, quando va bene, trovano in gusto e abbondanza tutte le risposte ai loro bisogni primordiali?
Diventa una lotta quotidiana il cercare una spiegazione a qualcosa che sovente è inspiegabile. Allora, spesso, non ci resta che circondarci di altri malati come noi, altri esseri che hanno trovato nel ristorante la loro dipendenza fisica e psicologica: sì, quasi tossici, ma è una droga questa che fortifica e non affossa.
Dunque, come spiegare tutto questo?
L’altro giorno ho avuto il dono di poter osservare l’espressione di mia figlia che per la prima volta assaggiava la panna montata: una rivelazione. Non dimenticherò mai la sua espressione, quel misto di stupore e felicità che tocca il profondo. Ecco, lì davanti a me, mente e palato vergini che provano una sensazione mai provata, un cancello che si apre su una prateria sterminata, di cui l’occhio non riesce a vedere la fine.
Chissà se avrà provato quel brivido che sentiamo noi, quella scossa che ci attraversa braccia e schiena fino a generare un sorrisino ebete, quella smorfia incontrollata che è segno inequivocabile della grande emozione.
Ecco perché.
Ecco gli 800 km, le spese folli, le grandi abbuffate, le delusioni e le gioie, il mal di testa del giorno dopo e le incontrollabili euforie. E’ questo che cerchiamo: il brivido dato dalla conoscenza.
L’incontro con il sapore sconosciuto, che sia un vino o un piatto da gustare, è evenienza assai rara per noi uomini non proprio di primo pelo: se va bene, un paio di volte l’anno, ma il numero è destinato a calare proporzionalmente all’aumentare dell’esperienza.
Ma c’è un’altra via per ricercare l’emozione: la reminiscenza, il ricordarsi in modo vago e impreciso di una cosa quasi dimenticata. E non c’è trigger migliore di un sapore o un profumo: una tempesta di neurotrasmettitori che scuotono la mente e portano il corpo altrove, ad un momento definito o indefinito del nostro vissuto.
Se la cucina di avanguardia trova il suo naturale compito nella ricerca del nuovo, di un pensiero trainante, di quel sapore che solo la mente vergine ha la fortuna di accogliere, allora la cucina d’autore classica va alla scoperta dell’altra emozione, del ricordo camuffato da abiti nuovi, del calore e la sicurezza che sa dare solo l’abbraccio del conosciuto. Gli ingredienti migliori, la perfezione della tecnica, sono il veicolo per raggiungere tutto questo, la più alta espressione di artigianalità. E’ grande la soddisfazione che si prova nel poter leggere un territorio, scrutarlo nel profondo, attraverso i piatti di un grande interprete.
Il ristorante di Régis e Jacques Marcon è tutto questo, e molto di più.
Se avrete la fortuna di arrivare in questo splendido luogo nel tardo pomeriggio, quando le cucine sono freneticamente impegnate a preparare la linea per il servizio serale, all’ingresso verrete investiti da un profumo stordente, all’inizio quasi invadente, poi via via piacevole, ammaliante, infine incantevole. Il fond blanc de volaille si sente nell’aria e si trova nei piatti, quasi una firma di questa cucina che trova la sua massima espressione nella preparazione dei funghi e dei prodotti dell’Auvergne.
Un posto indimenticabile la casa dei Marcon, uno spazio dove tutto è calma e serenità, una costruzione che gioca a nascondersi tra il verde dei prati e il marrone della terra. 24 ore passate qui sono un dono: col passare delle ore, diventa più comprensibile la scelta di Regis di tornare in questo suo paesino di poco più di 200 abitanti, di cominciare qui la sua impresa.
Cucina ricca di morbidezze, dolcezze, ma non noiosa o banale. Ogni fondo, ogni piccola nota gustativa, regala una profondità infinita ai piatti, una complessità che rende questa tavola unica, una delle migliori nel suo genere.
Le erbe spontanee di questi territori fanno capolino in ogni piatto, usate con grande personalità e grande equilibrio. Una leggera deviazione dalla impronta classica che rende il tutto ancora più accattivante.
Un posto unico per la sala, splendidamente affacciata su un paesaggio di bellezza struggente: chiedete al momento della prenotazione di avere un tavolo vicino alle vetrate.
Unico per il servizio, preciso ma rilassato, e per la carta dei vini, piena di grandissime bottiglie, con ottima profondità di annate (in particolare sul Rodano) e soprattutto a prezzi accessibili in relazione al contesto (anche se, a questi livelli, è imperdonabile indicare in lista come del Domaine Leroy una bottiglia in realtà del négociant)
Unico per la cucina, fortemente ancorata alla classicità francese, ma moderna, elegante, personale.
Il ristorante di Régis e Jacques Marcon è un assoluto riferimento per chi decida di fare cucina di impostazione classica.
E ovviamente lo è per noi, malati, innamorati, o semplicemente vivi.
Albergo e ristorante.
La sala.
“La festa comincia con la rappresentazione dell’abete, re delle nostre foreste”:
La pigna da cogliere.
Il porcino da raccogliere.
Cono farcito di lenticchie verdi di Puy.
Ostrica in gelatina di mele verdi, crescione e sedano.
Sfoglia al Comté.
Cucchiai gourmandes, tra Ardèche e Auvergne.
Salmerino di fontana.
Caldo e freddo di salmerino di fontana alle spezie di abete, asparagi verdi d’Ardèche, cevicheLa cevice è una ricetta a base di pesce o/e frutti di mare marinati nel limone, uniti ad alcune spezie come il peperoncino e il coriandolo. Preparazione tipica della gastronomia di alcuni paesi dell'America Latina che si affacciano sull'Oceano Pacifico quali: Colombia, Cile, Perù, Ecuador, Panama, Messico, El Salvador, Nicaragua, Costa Rica e Guatemala.... Leggi e jus da bere.
Scampo e prugnoli.
Aparago bianco del Lubéron, scampo arrostito, zabaione al gusto grigliato, pimpinella e portulacaDetta Porcellana comune, la Portulaca è una pianta infestante appartenente alla famiglia Portulacaceae. Raccolta allo stato spontaneo, viene consumata da tempi remoti come erba aromatica nelle regioni mediterranee. La cultura medievale attribuiva alla pianta un valore apotropaico contro gli spiriti maligni Le foglie crude (e i germogli), carnosette e dal sapore acidulo, si consumano in insalate, alle quali conferiscono un... Leggi.
Spugnole, piselli, sileneSilene è un genere molto vasto di piante delle Cariofillacee, erbacee o suffruticose, con fiori bianchi, rosei o rossi a calice tubuloso, talvolta a forma di campana; ne fa parte lo strigolo.... Leggi rigonfia.
Spugnole farcite (di spugnole stesse e pollame), piselli novelli, bouillon schiumoso alla santoreggia, silene rigonfia. Ecco, per capire il perché della nostra passione, è sufficiente assaggiare questa spugnola. Semplicemente commovente, un paradigma assoluto per chi decida di cucinare i funghi.
San Pietro e agretti dei nostri campi.
Filetto di San Pietro stufato dolcemente alla foglia di acetosellaOxalis acetosella (nome comune Acetosella dei boschi) è una piccola pianta alta fino a 12 cm, appartenente alla famiglia delle Oxalidaceae. Il nome comune della pianta deriva dal sapore acidulo (ma anche aspro) delle foglie usate anticamente come condimento per le insalate e che ricorda appunto l'aceto. Anticamente (nel Medioevo) si usava come condimento. Al pari dell'acetosa arricchisce di sapore... Leggi, broccolo, conchiglie.
ConsomméIl consommé è un brodo ristretto di carne bovina o avicola, appartenente alla tradizione culinaria francese. Si prepara aggiungendo a un brodo di carne freddo: ritagli di carne tritati, verdure e un albume sbattuto per litro di brodo. Viene fatto sobbollire per circa un'ora, al termine della quale viene filtrato. Il nome deriva dal francese consommer, ovvero restringere, "consumare" letteralmente. Nella cucina francese è un piatto annoverabile... Leggi e tartufi.
Thé di funghi profumato alla foglia di Tanaceto, raviolo al tartufo.
Capretto e senape.
Capretto ai germogli di senape, risotto di farro spelta alle spugnole.
I Formaggi di Ardèche e Auvergne.
Predessert nel segno della fragola.
Spugnole e mini banane.
Su una brioche speziata, banana e pera al caramello di spugnole, sorbetto per rinfrescare.
Si può fare.
Cioccolato e frutti rossi.
Biscotto, mousse, croustillant al cioccolato, gelée e frutti rossi.
Limone di Mentone ed erbe di primavera.
Limone confit servito alla maniera di un vacherinLa Vacherin è un dolce tipico svizzero e di alcune parti della Francia composto da dischi di meringa intervallati generalmente da gelato ai marroni e gelato alla vaniglia, ricoperti da una crema chantilly francese e marron glacès o frutta fresca.... Leggi, sorbetto alle erbe.
Piccola pasticceria.
Delle buonissime ciliegie, semplicemente.
Un particolare: lenticchie caramellate all’arancia, stupefacenti.
Con il servizio del caffè…
I vini della serata.
Monsieur Régis al pass.
non so se Lei sia più un poeta o un filosofo. complimenti sinceri a presto
Qualcosa di assolutamente magico x via di tantissime cose top 1° ,sia monsieurs Regis & Jacques Marcon'''', che voi Passione Gourmet.