Valutazione
Pregi
- Il grande ristorante francese contemporaneo, da provare almeno una volta nella vita.
- Una straordinaria location.
Difetti
- Anche le esperienze paradisiache terminano.
Immergersi in pura bellezza
Sostanzialmente questo, ovvero bellezza, significa regalarsi un pasto alla Maison Troisgros. Una bellezza che viene da lontano, assai lontano, radicata in un tempo dalla dimensione quasi secolare, permeata da un amore profuso nel ristorante nel corso dei decenni sin dai tempi del fondatore Emile, nel 1930.
La storica e austera sede situata di fronte alla stazione di Roanne da tre anni si è trasferita nella bucolica oasi di Ouches dove, nella villa di campagna dei Troisgros, ha luogo l’incarnazione di una di quelle esperienze gastronomiche che a buon diritto si possono definire assolute. Seduti in una delle due splendide sale da pranzo, letteralmente immerse nel verde, dove impalpabili vetrate annullano la barriera tra interno e natura circostante, si ha la sensazione di essere su un ideale palcoscenico per l’autentico spettacolo che andrà in scena su tavoli molto opportunamente distanziati.
L’approdo finale di questo viaggio è un gusto di raffinatezza, eclettica eleganza e modernità del tutto uniche. I sapori sono cangianti in modo quasi impercettibile inseguendosi e cedendo l’un l’altro il passo vicendevolmente come in un balletto, in un girotondo di grazia e complessità gustativa esemplari. Il tutto suggellato da quella incomparabile leggerezza che lascerà impresse nella memoria le indelebili stimmate dell’esperienza definitiva.
Ogni singolo piatto è di fattura e compiutezza tali che lo si potrebbe eleggere tout court a paradigma dello stile di questa tavola: una storia culinaria sublimata da ingredienti che attraverso molteplici nuances firmano quel caleidoscopio di sensazioni integrate da salse, brodi e succhi che, a vario titolo e con varie sfumature, le definiscono chiudendo in un ideale cerchio qualsiasi preparazione.
La grandezza delle patate, lavorate come soltanto uno shokunin giapponese potrebbe fare, accompagnate da caviale, coquillage e nappate da un’eterea salsa di burro affumicato e dragoncello vale più di mille dichiarazioni d’intenti. Ancora le capesante e cavolo aggiungono nuovi capitoli alla storia delle texture in cui balenano le millemila tonalità del coriandolo e del peperoncino messicano che, sublimate dall’aglio nero, sigillano uno spettro di sapori magistralmente evocato. O, ancora, la divina salsa alle bacche che, terminando come meglio non si potrebbe la portata della rana pescatrice cotta al vapore e accompagnata da una squisita bisqueE' una ricetta della cucina francese tipicamente basata sul brodo di crostacei (aragoste, astici, gamberi di fiume). Si tratta di una zuppa che può essere servita in purezza oppure utilizzata come fondo di cottura per la preparazione di altre pietanze. È da considerarsi a tutti gli effetti un fondo bruno a base di crostacei. Per preparare la bisque è necessario... Leggi torbata, testimonia una grandezza con pochi pari.
Come detto, ogni piatto potrebbe raccontare una storia il cui finale lascerebbe sempre piacevolmente sorpresi, dove persino la storica Escalope de saumon à l’oseille, pur nella sua datata concezione (1963), era già ambasciatrice di una eccellenza in essere e di un’altra, di là da venire, ancora più grande.
Se i pensieri non mi ingannano e se le mie parole non vi ingannano , il padre Jean e lo zio Pierre di questo signore Michel contemporanei di Gualtiero Marchesi pressapoco ne erano i maestri quindi semplice tale padri tale figlio...ne descrivi il tutto emozionalmente ,da qui il copio incollo Sostanzialmente questo, ovvero bellezza, significa regalarsi un pasto alla Maison Troisgros. Una bellezza che viene da lontano, assai lontano, radicata in un tempo dalla dimensione quasi secolare, permeata da un amore profuso nel ristorante nel corso dei decenni sin dai tempi del fondatore Emile, nel 1930.