Valutazione
Pregi
- Ottima cucina in una importante winery farm del territorio ibleo.
- Menù degustazione a pranzo di 25 euro per 2 piatti.
- Una estesa carta dei vini, non solo con referenze locali.
Difetti
- La cucina potrebbe osare molto di più.
- I prezzi forse troppo alti.
- Il coperto a 4 euro.
Aria nuova alla locanda Gulfi, aria di rivoluzione. Arriva un nuovo chef, Ninni Radicini, palermitano di origine ma cresciuto sotto le ali protettrici di uno dei padri della moderna cucina iblea, Peppe Barone, titolare e patron della Fattoria delle torri di Modica.
E ad affiancarlo, in qualità di restaurant manager, Carmelo Floridia, già, a suo tempo -due anni fa circa- chef del medesimo ristorante, e con trascorsi importanti a fianco di Sergio Mei.
Una squadra fortissimi, parafrasando Checco Zalone. Un team di tutto rispetto per una struttura, ricordiamolo, di prim’ordine, situata nella profonda campagna Iblea. E questo, già di per sé, è il primo grande scoglio di questo ristorante. Difficile passare di qui, bisogna venirci, seppur collegati a una delle più importanti realtà vinicole della zona. Ecco quindi la scelta, indovinatissima, di rimanere sempre aperti. Di lavorare con continuità e dedizione.
Di proporre anche allettanti alternative come un light lunch con 2 piatti a 25 euro. Peccato per il coperto, ancora prezzato, ma mascherato dietro al costo dell’acqua, alla modica cifra di 4 euro.
La cucina scorre e scandisce percorsi certi e rassicuranti, con qualche piccolo e timido guizzo qua e là. Si è scelta la strada lineare e semplice di una moderatissima rivisitazione della tradizione. Piatti semplici, anche nei titoli, per non spaventare i potenziali avventori. Materie prime d’eccellenza, di grande qualità, cucinate con mano decisa e precisa.
Una cucina che, ci auguriamo, dopo i primi dovuti e necessari rodaggi, spinga maggiormente sull’acceleratore. Anche e sopratutto per i prezzi, già invece sintonizzati su questa accelerazione auspicata.
Attendiamo con trepidazione evoluzioni, che riteniamo possibili per una struttura di questo tenore, grazie anche ad uno staff di tutto rispetto come questo.
La splendida Molteni in bella vista.
La mise en place di classe.
La bella sala.
Benvenuto dello chef: Sarda (spinosa) a beccafico con salsa alla pizzaiola.
Il nostro compagno di viaggio.
Melanzana cotta in forno con essenza di melanzana, spuma di burrata, ketchup di ciliegino e polvere di olive. Didascalico.
Pasta con le sarde. Chapeau! Peccato per i rametti, presenti dall’inizio alla fine.
Zuppa,ottima, di patate e funghi porcini, perché qui siamo in montagna!
Filetto di manzo, cotto comme il faut, di grande qualità, con spinacini e salsa al miele.
BiancomangiareIl biancomangiare, blanc manger, menjar blanc è una preparazione dolce a base di latte e/o mandorle tritate. Presumibilmente di origine araba, la pietanza è diffusa in Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta, Turchia e Medio Oriente. La sua preparazione, che varia da zona a zona, prevede di sciogliere farina/amido in latte vaccino/di mandorle aromatizzato con scorze di limone, cannella o altre spezie... Leggi di latte d’asina, crumble ai pistacchi e salsa di frutti rossi.