Valutazione
Pregi
- Una cucina non banale che fonde con abilità le diverse anime della Sicilia culinaria.
Difetti
- Un servizio decisamente lontano dall’essere ben rodato.
Tirare una linea e ripartire non è mai facile.
Soprattutto se si decide di farlo non in un momento di crisi, ma quando si è sulla cresta dell’onda.
Occorre coraggio, determinazione, sicurezza in sé stessi ed un pizzico di sana incoscienza.
Tutti ingredienti che di certo non mancano ad Accursio Craparo.
Dopo quasi dieci anni (e una stella) trascorsi alla Gazza Ladra del Palazzo Failla e l’esperimento di gestione della Locanda del Colonnello, tavola low cost dello stesso hotel modicano, il talentuoso chef di Sciacca ha deciso di gettare il cuore oltre l’ostacolo per dare corpo al sogno di una vita: aprire un locale tutto suo in cui poter fare ricerca e sperimentazione senza dover rendere conto ad altri se non ai propri clienti.
Il risultato è un nuovo ristorante che porta il suo nome, Accursio.
L’ingresso è quasi nascosto, in una piccola via laterale, mentre in estate i tavoli esterni affacciano su Corso Umberto, via principale e cuore mondano di Modica Bassa. L’interno è arredato in modo ricercatamente semplice. I pavimenti, i tavoli, le sedie ed i mobili rimandano ad un contesto quasi domestico, d’osteria d’altri tempi. Un ambiente rassicurante anche per i meno avvezzi alla ristorazione gourmet.
Sfogliando il menù si scopre un’offerta decisamente varia, declinata attraverso numerosi menù degustazione ed una “carta” in cui ai grandi classici dello chef si alternano le sue creazioni più recenti.
Minimo comun denominatore è senza dubbio la Sicilia, tutta.
Craparo, saccense trapiantato a Modica, porta in tavola le diverse anime della cucina siciliana, fondendole in proposte rivisitate con buona tecnica e con la giusta dose di creatività.
Il palato, in occasione di questa visita, ci restituisce però sensazioni convincenti solo a tratti.
Se da un lato la concezione dei piatti ci racconta di uno chef che non ha certamente perso lo smalto, dall’altro, da quanto arrivato in tavola, traspare un motore ancora lontano dall’essere ben rodato sia in cucina che, in maniera ancor più evidente, in sala.
Una pasta arrivata fredda, l’altra leggermente passata di cottura, un vino di accompagnamento servito quando nel piatto non erano rimaste che le briciole, sono piccoli ma significativi inconvenienti sintomo che c’è ancora da lavorare per andare a regime.
La carta dei vini presenta un buon numero di etichette ma non è particolarmente vasta: tanta Sicilia, un po’ di Francia, pochi nomi noti e ricarichi nel complesso onesti. Va detto che l’aver visitato il locale a poche settimane dall’apertura con i vari, delicati meccanismi dell’alta ristorazione ancora da mettere a punto, può certamente aver falsato la nostra esperienza gastronomica. Anche perchè, come sopra accennato, le idee alla base dei piatti sono valide ed interessanti. Siamo certi che, tornando a visitare nuovamente il ristorante di Accursio Craparo, troveremo un’orchestra decisamente più accordata. Accadrà presto.
Il benvenuto dello chef: Zuppa pomodoro, formaggio ragusano e uovo. Gustoso anche se non l’amuse-bouche ideale, soprattutto se anticipa crudi di pesce.
Crudo di Pesce: ostrica e limone, ricci e anguria, scampi e lenticchie, gamberi e pistacchio, spigola e ricotta.
Interessante l’accostamento dei ricci con l’anguria, d’effetto l’Ostrica Tonic, gradevoli gli altri assaggi.
Triglia, tenerumi e caprino: battuta di triglia cruda, squame fritte, fiore di zucca e caprino su base di tenerumi. Interessante il gioco crudo/cotto e quello delle diverse consistenze, buono l’equilibrio complessivo.
Spremuta di Sicilia: Linguine con acciuga, scorza di arancia candita, peperoncino, cipollotto e scaglie di pane tostato. Centrate nella cottura, ad un tempo delicate ed intense. Ben calibrate la presenza dell’arancia e la croccantezza data dal pane tostato. Peccato sia stato servito freddo.
Mezze maniche al pecorino, melanzane, peperoncino e mentuccia. Non male ma leggermente passate di cottura e comunque non all’altezza del resto.
Filetto di maialino con rucola, albicocca e caffè: piatto delicato ed in buon equilibrio in cui l’amaro della rucola contrasta efficacemente la tendenza dolce. Un po’ sottotono la presentazione.
Cipolla caramellata, fiore sicano, rapa rossa e more di gelso. Un bel gioco di sapori per il palato reso più interessante dal crumble di liquirizia e cannella.
Zuccotto di melanzane, cioccolato ed erbe. Sicuramente un dessert non convenzionale, complesso ed interessante.
Carruba, mandorla e caffè: bene la granella di mandorle caramellate e la crema cotta di carruba, meno il sorbetto al caffè, poco intenso, troppo “acquoso” anche per un sorbetto.
La selezione di vini proposta in abbinamento:
Murgo BrutCon il termine "brut" si intende l'indicazione enologica che rivela la concentrazione zuccherina all’interno di un vino spumante. Nello specifico se contiene meno di 15 g/l di zucchero.... Leggi 2010 – Scammacca del Murgo
Bianco Pomice 2011 – Tenuta di Castellaro
Susucaru 2013 – Frank Cornellisen
Malvasia delle Lipari Passito 2011 – Fenech