Recensione ristorante.
Una bella novità.
Marianna Vitale è timida, con ritrosia esce dalla cucina a vista per salutare i clienti, ma è caparbia. Aprire il Sud a Quarto è impresa coraggiosa. E’ vero che Pozzuoli è lì ad un passo, ma lo è anche il più depresso hinterland napoletano.
Certo il menu degustazione di 6 portate a 35 euro (!!) aiuta, ma la sala, il giorno della nostra visita, era piena.
Una trentina i coperti, non di più. Toni in prevalenza bianchi rendono questo locale un po’ omologato alle ultime tendenze moderniste, ma accogliente. Qualche foto in bianco e nero che ritrae vita e personaggi caraibici, i distillati sulla mensola e vini in bellavista donano un po’ di colore.
Il servizio in sala è diretto dal marito della Vitale, Pino Esposito. Puntuale e senza sbavature di rilievo.
La carta dei vini, vista la recente apertura, è inaspettatamente ricca anche se non particolarmente originale. Non abbiate timore, avrete la possibilità di bere bene a prezzi corretti.
Uno spumante dei Campi Flegrei (non attendetevi miracoli) offerto ci dà il benvenuto con un quadrotto di provola e alici impanato e fritto (ma non unto).
Fior d’Uva 2007 di Marisa Cuomo, già pronto, e un ottimo Trebbiano 2001 di Valentini le nostre scelte.
Rallegrati dal piacevole inizio diamo un’occhiata al menu, in prevalenza ittico. Le materie prime, per mantenere il food cost e di conseguenza il conto finale a livelli accettabili, sono “povere”: non troverete gamberoni, spigole d’amo o foie grasIn francese significa letteralmente "fegato grasso" ed è definito dalla legge francese come "fegato di anatra o di oca fatta ingrassare tramite alimentazione forzata”. È uno dei prodotti più famosi e pregiati della cucina francese. Esistono tipologie di 'foie gras' non derivate da animali sottoposti ad alimentazione forzata. Spesso il fegato grasso è associato all'alta cucina francese e internazionale per... Leggi, né tantomeno filetti di vitello, carrè d’agnello et similia, ma alici, provola, verdure, maiale, seppie, calamari, quinto quarto. Poco importa. Se cucinati a dovere daranno lo stesso piacere, pensiamo.
Vada per il menu degustazione, come detto, proposto ad un prezzo irrisorio, obbligatorio per tutto il tavolo, ma con la possibilità di comporlo a piacere scegliendo random dalla carta. Bonus!
Il quadrotto di provola e alici.
La lasagnetta di lingua di vitello e friarielli su guazzetto di frutti di mare è discreta, forse un velo di sapidità di troppo. Peccato per il piatto di portata, magari anche bello esteticamente, ma scomodo per utilizzare le posate.
Interessante, invece, il cheesecake di baccalà. Una ricottina infornata e sfoglie di baccalà, crema di ceci e pomodori confit. Pieno ed avvolgente, forse un po’ monocorde, ma l’acidità della buccia di limone, che non è semplice comprimaria, e del pomodoro confit aiutano a riequilibrare il risultato finale.
Gli spaghettoni con porri in tre consistenze salsiccia pezzente e fasolari sono rustici e saporiti. La mantecatura della pasta, cotta davvero al dente, è forse eccessiva.
La stessa “risottatura” la si ritrova nelle fettuccelle con seppie, fonduta di provola e buccia di limone. La Vitale anche in questo caso utilizza il sentore agrumato per dare freschezza ed acidità. Sa dove apportare i giusti correttivi.
Gioco di consistenze nel tortino foderato di alici e ripieno di scarola e noci, su passata di zucca arrostita. La verdura è cruda e leggermente appassita dal calore, le noci conferiscono un divertente “crunch” e ben si abbinano al pesce azzurroVengono generalmente definiti "pesce azzurro" alcune specie di pesci caratterizzati da colorazione dorsale tendente al blu, in alcuni casi verde e da colorazione ventrale argentea. Fanno parte di questa categoria lo sgombro, le alici, le sardine e l’anguilla. Questa varietà di pescato, definita anche pesce povero, detiene importanti e benefici valori nutrizionali. Leggi, la zucca smorza la sapidità.
Un bicchierino con mela annurca e cannella ingentilisce il palato in vista dei dolci.
Così terminiamo positivamente il nostro pasto con un buon “ricotta e pere”, oramai diventato un classico campano, ammantato di granella di nocciole di Giffoni.
Siamo stati bene ma ce lo aspettavamo, a dir la verità. A Quarto non ci si viene per caso. Alcuni feedback positivi ci hanno indotto ad andare a provare il nuovo che avanza.
La Vitale è bravina, sa come maneggiare discrete materie prime e fornelli, però siamo convinti che la necessità di mantenere i prezzi bassi per riempire il locale la limiti un po’ nelle scelte. Abbiamo, infatti, notato una certa monotonia degli ingredienti utilizzati.
Se vi trovate in zona vi consigliamo, comunque, la deviazione.
il pregio : I prezzi bassi.
il difetto : Scelte limitate dal food cost.
Sud Ristorante
Via Santi Pietro e Paolo
80010 Quarto (Napoli)
Tel (+39) 081 0202 708
Aperto solo la sera e la domenica a pranzo, chiuso il lunedì
Prezzi: 40 euro per quattro piatti alla carta, 35 euro il menu degustazione (due antipasti, due primi, un secondo ed un dolce).
Visitato nel mese di Febbraio 2010
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Fabio Fiorillo
32 Comments
Ci vedo male io o gli SPAGHETTONI AI PORRI ECC.ECC. della foto sono in realtà Trenette/Bavette/Linguine? Giusto per curiosità.
Grazie e saluti
LAMAX61°
si, in effetti hai ragione, non sono spaghettoni, ma bavettone…c’è stato un errore nella trascrizione del nome del piatto, perchè così ci è stato presentato al momento dell’ordinazione e così è rimasto nelle note 🙂
Ottimo prezzo e buona segnalazione, ma ancor meglio per Cortese con astice compreso nei 35 euro 😉
http://www.dissapore.com/mangiare-fuori/ritorno-al-sud/
io ci sono stato domenica 14 febbraio a pranzo e dell’astice in carta nessuna traccia.
Anche se quell’abbinamento con la mozzarella non mi convince più di tanto.
oh..finalmente! Finalmente qualcuno che storce il naso per l’abbinamento crostacei/latticini. C’è tutta una nidiata di cuochi(PARTENOPEI) che ha inflazionato queste preparazioni con ricotte-burrate-mozzarelle and so on. Veramente non se ne può più…almeno io la penso così. Poi, i cuochi di valore sanno anche dosare, gli altri, di riflesso, ti propinano delle sonore ciofeche e…..non è che non le devi pagare!.
Saluti
LAMAX61°
Gli abbinamenti crostacei latticini (gamberi ricotta ad esempio) e pesce latticini a me piacciono. Non sono tra l’altro esclusiva dei partenopei. Gioacchino Pontrelli da Lorenzo a Forte dei Marmi aveva preparato tre piatti per scattidigusto e Ti racconto una Bufala che mi sono sembrati di ottimo abbinamento (poi sono un fan di paccheri Setaro e quindi il mio giudizio è di parte…)
Metto il link (se infastidisce vi prego di cancellarlo, grazie)
http://www.scattidigusto.it/2010/01/19/una-bufala-al-forte-dei-marmi-da-lorenzo/
c’è anche da dire che proporre a così basso costo l’astice non è una scelta felice.
Se astice deve essere che almeno sia di qualità, e dubito fortemente che l’astice in un menu del genere non provenga dalla “scuderia Metro” o similari..a meno che si sia autolesionisti e si voglia lavorare in perdita.
A 35 euro preferisco di gran lunga le care vecchie (e buone) alici.
Perchè no? E’ così di moda la burrata in ogni dove
La burrata (raramente di qualità accettabile) è la rucola dei nostri anni, lo dico da tempo…;-)
6 portate a 35 euro??!!!???? Pazzesco il rapporto q/p, almeno da quello che intuisco. Chapeau!
si Cris, 2 antipasti, 2 primi, 1 secondo e 1 dolce a 35 euro…ma ciò che più meraviglia è l’assoluta libertà di comporre a proprio piacimento il menu scegliendo dalla carta.
Avevo già fatto notare che ormai in Campania neanche il “Papavero” di Eboli, noto per i costi al limite dell’incredibile, era riuscito a non ritoccare il prezzo del menù degustazione 6 portate portandolo a 40 euro. Ricordiamoci però dei costi accessori: fitto del locale, ampiezza della cantina, numero di personale e gestione familiare possono giocare un grande ruolo sul contenimento dei costi.
Super settimana per Sud!! Rece su PG, rece su Dissapore. E magari nei prossimi giorni anche da qualche altra parte 😀
Sull’abbinamento astice/bufala. Io l’ho assaggiato a Palazzo Petrucci (dove appunto la Vitale ha lavorato) e mi è piaciuto. Ma è chiaro che è uno di quei piatti che divideranno sempre il mondo in due
Quoto 100% la conclusione.
Io volevo dire che l’abuso delle burrate-ricotte-mozzarelle per fare da legante o salsa è ormai diventato la regola.
Per me ASTICE/ARAGOSTA- crema di burro e bollicine-gocce di limone pepe -niente sale-e menare!
Ciao
LAMAX61°
Sempre sul pezzo caro Antonio, se si può, perchè no? 🙂
Sull’abbinamento in questione ne ricordo uno con particolare piacere.
Era impiattato come una caprese con fettine tutte tonde, tutte fini, tutte dello stesso spessore a formare il cerchio di un ampio piatto.
Alternanza di aragosta, pomodoro maturissimo, mozzarella fiordilatte, olio di basilico.
Quell’insalata era proprio buona perchè è la proporzione degli ingredienti che a volte fa diventare un piatto buono o una monnezza. Quel piatto era stato realizzato da Jacques Maximin.
Invece sull’astice in un menù a 35 euro, proprio no…
Sonod’accordo con Fabio, se vuoi fare una cucina low cost devi essere coerente, se non il cliente con un minimo di conoscenza te lo fa notare immediatamente che , appunto come diceva Fabio, stai facendo una cosa che potrebbe essere autolesionista, oppure stai usando un prodotto discutibile.
Oppure vuoi fare un regalo ad un cliente affezionato, e questo invece ci sta nel gioco delle parti.
“un regalo ad un cliente affezionato”…..proprio così e comunque credo che mai si sarebbero permessi di portare un prodotto così scadente, come quelle sottospecie di astici della vicina Metro, ad un cliente.
Certo Maurizio, questa delle tre è la condizione migliore.
Se tu sei un cliente abituale fanno bene a trattarti bene.
Gli porti lavoro e buona comunicazione . Meglio di così …
Bisogna saper fidelizzare i buoni clienti, tanto più di questi tempi, dove vediamo ( più in Italia che altrove a dir il vero…) spesso sale vuote e ristoratori sconsolati.
E giustamente senza ricorrere a materie prime discutibili.
ragazzi questa ragazza fa dei piatti eccellenti forse non ce niente da discutere per il mio punto di vista dovrebbe alzare i prezzi cosi verrebbe apprezzata di piu ciao a presto
Accidenti! 35 euro sono veramente pochi per una cucina d’autore curata e presentata anche piuttosto bene. Neanche una mezza porzione ti darebbero per quei soldi in qualche top . E il locale è anche molto bello. Quanti saranno in cucina? Credo pochi. Se no se devi pagare il personale non ce la fai.
franco, al sud hanno la fortuna di poterne mettere in regola anche 2 su 7 tanto la scampi sempre e pure quelli in regola nn è che prendano chissà cosa (manco ancora quelli in nero). Con una persona in regola al 100% a cui dai 1300€ la ne paghi 2 e 1\2. Non dico non sia giusto, quelo che mi rompe è che là possono, noi al nord no!
L’astice Americano al mercato ittico costa 12.80 se comprato a cassa, non mi sembra che meno del baccalà, qualcosina in più delle seppie. Non mi sembra non possa starci.
Così poco?
Però forse del baccalà puoi usare tutto, mentre di un astice la parte edibile quanto sarà… 50%? Si, col resto ci puoi fare una zuppa, ma comunque sappiamo che sono i costi generali di gestione ad incidere più della materia prima quando non si usano prodotti troppo costosi.
Peccato che le foto non rendano giustizia ai piatti 🙁
Maremma, mica si ricomincia con la discussione sulle foto?! 🙂
@Andrea non mi sembra carino fare queste illazioni quando al nord ci sono gli scantinati con i clandestini dentro (come interpreteranno questo luogo comune al nord…)
@Andrea, Sud a quanto pare è sorretto da una sana gestione FAMILIARE!! Mamma, marito….
@andrea. sai, al sud ancora si riesce ad andare in un bagno senza pagare. in qualche città del nord Italia per andarci ne devi sborsare € 1,50 ” i dipendenti li assicuriamo tutti “
Ho avuto la possibilità di provare l’interessantissima Cucina (e Servizio) di questa giovane e audace coppia napoletana e concordo con tutti i pareri positivi espressi in questo post! Un rapporto qualità/prezzo sicuramente encomiabile. Ma, personalmente, se appunto definisco “encomiabile” il menu degustazione di 6 portate a 35 Euro, non posso, a questo punto, in termini di paragone, che definire STRAORDINARIO il menu degustazione dell’Antica Osteria Nonna Rosa di Vico Equense: 9, ripeto, anzi urlo: NOVE, portate di Cucina Gourmet (lo so, dal prezzo non si direbbe, ma la Nonna Rosa ha anche la Stella Michelin!) a SOLI 50 Euro!! Un percorso nell’ECCELLENZA della materia prima campana (pesci compresi … si, nei SURREALI 50 Euro sono comparse diverse portate anche di pesce!!!), per una EMOZIONANTE Culinaria d’Autore, del Territorio, della Tradizione … della QUALITA’!
Invito vivamente gli “Appassionati Gourmet” della redazione a mettere in programma una tappa per avere un loro (sempre) attento ed esaustivo Riscontro!
Sono rimasto intrigatissimo dalla descrizione dei piatti di Marianna che ho trovato ieri su Repubblica. Ma poichè sono a dieta, e vi posso garantire che sono in ottima compagnia di tanti altri gourmand, vorrei lanciare, ai cuochi in special modo, una novità da mettere sui loro menu. (Magari in piccolo e tra parentesi)
Perchè non inserire anche il numero di calorie a fianco di ogni ricetta?
abito lì vicino al Sud e non ci sono stata ancora. Un collega mi ha detto dell’articolo su Repubblica e sono ancora più curiosa.
Andrò lì prestissimo. Qualcuno sa dirmi come reperire l’articolo di ieri?
Grazie
l’autore dell’articolo è tra coloro che hanno lasciato un commento a questa scheda..
poteva mancare Cremona?
http://www.porzionicremona.it/2010/03/09/l-orgoglio-del-sud/#more-9933
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