Renato Bosco Pizzeria
Valutazione



Pregi
- Materia prima di ottima qualità.
- I prezzi.
- La possibilità di provare la cucina con tre degustazioni.
Difetti
- Gli esterni non valorizzano la qualità interna del locale.
- Servizio a tratti lento e con qualche imprecisione.
La pizzeria 2.0, senza (s)cadere in narcisistiche autoreferenzialità
Renato Bosco ha tante qualità.
Oltre a quelle innegabili di maestro nell’arte (etimologicamente parlando) della lievitazione, l’aspetto che più colpisce della cucina, e della pizza, di Bosco è la democrazia dell’esperienza.
Sembra un aspetto scontato e di importanza secondaria, invece pasteggiare presso Renato Bosco Pizzeria, in quel di San Martino Buon Albergo, a pochi chilometri dal centro di Verona, è un’esperienza unica nel suo genere ma, non per questo, ad appannaggio di pochi.
Bosco, lo abbiamo detto anche in altre occasioni, ha una vera e propria “venerazione” per il lievito, tanto da coniarne una personale versione chiamata Pasta Madre Viva. Una base modulabile e variabile all’occorrenza, tanto da dare vita (letteralmente) a proposte oramai entrate nell’immaginario collettivo, quali la Mozzarella di pane (che reinterpreta il mantouIl mantou è il tipico pane cinese, cotto a vapore, che può sostituire il tradizionale riso bianco di accompagnamento. Il suo soffice e bianco impasto è a base di farina, acqua o latte e lievito, e può contenere all’interno ripieni dolci o salti, di carne e/o verdure, prendo il nome di baozi.... Leggi di orientale memoria) o il bagel (che omaggia il noto impasto ebraico). In tutto questo, però, Bosco non dimentica che la pizza è di per sé cibo popolare (senza giudizi di valore) e come tale lo tratta, a partire dal prezzo. Degustare alcune eccellenze del nostro è alla portata della tasca di tutti, non venendo meno a un patto di democratica trasparenza tale per cui al prezzo per il popolo non si sacrifica la qualità degli ingredienti delle farciture – ottimi in ogni sfumatura.
È una visione d’insieme non banale e da rispettare, alla quale si aggiunge poi una proposta contemporanea abile a presentare varietà di scelta (da qualche anno alla scelta alla carta si è affiancata una degustazione vera e propria suddivisa in tre percorsi, Vegetariano, Terra e Mare) mantenendo fissa la possibilità di scegliere una pizza tonda propriamente detta, e comunemente nota, che accontenta sia i palati più analitici sia quelli più sintetici.
Che questa realtà risulti da anni tra le più celebrate in tutto lo Stivale, anche nel proporre prodotti quali panettoni, pandori e colombe, nonché biscotti e brioches, durante le festività e non solo, è ulteriore conferma di una visione del mondo che vede nell’appagamento delle richieste del cliente la propria missione primaria, avendo chiaro che tale obiettivo si raggiunge solo ricordando a se stessi che perseguire l’eccellenza, come più volte raggiunta da questo locale, è punto di partenza per una nuova evoluzione, non traguardo per inutili autoreferenzialità narcisistiche.
Un tempio della “pizza” d’autore
Nel locale sobrio ma curato del comune veronese, abbiamo provato una degustazione utile ad aprire gli occhi sull’universo di Renato Bosco – nel nostro caso, l’opzione Mare. Mitologica e irresistibile la Mozzarella di Pane nella versione con puntarelle, stracciatella e acciughe, il cui servizio a temperatura ambiente ha garantito un ottimo contrasto tra sapidità e dolcezza, non dimenticando una masticazione la cui gommosità ha prolungato le sfumature gustative. Ottimi tutti gli impasti, con particolare rilevanza la versione Doppio Crunch, dove la ripetizione del contrasto caseario/ittico (qui dato da una squisita fonduta di Grana Padano e una farcia di sarde in saorParticolare metodo di cottura e di conservazione di materie prime ittiche. Il pesce viene prima infarinato, poi fritto e infine disposto a strati con cipolle cotte in agrodolce, pinoli e uvetta passa. Celebri per questa preparazione sono le sarde in saor venete.... Leggi) ha permesso di appagare l’aspetto più goloso dell’esperienza, puntando su dolcezza e riconferma palatale. Gran finale con Panettone al cioccolato fondente, crema e ananas che, con un sorprendente colpo di coda, ha smorzato timori di stucchevole memoria puntando su sottili note amaricanti e lievi punte di acidità. Un ottimo finale.
Possiamo quindi dirci soddisfatti della riconferma che Renato Bosco Pizzeria ci ha garantito, certi nel futuro saprà ripetersi.
IL PIATTO MIGLIORE: Doppio Crunch con fonduta di Grana Padano, fiordilatte e sarde in saor.







