Passione Gourmet La "nuova" voce di Biondi-Santi - Passione Gourmet

La “nuova” voce di Biondi-Santi

Vino
Recensito da Alberto Cauzzi

Per la prima volta Rosso, Brunello e Riserva tutte assieme

Biondi-Santi apre il 2025 insistendo su un principio cardine della propria storia: l’eleganza, che attribuisce in particolare all’annata 2019 del Brunello di Montalcino attorno al quale è avvitato il consueto evento di presentazione “La Voce di Biondi-Santi“.

Ebbene, dopo un 2024 dedicato a un concetto quale il rispetto, quest’anno il focus si sposta su una propensione che lo stesso Franco Biondi Santi aveva da sempre frequentato, che nella essenzialità appare tuttavia inesauribile: l’eleganza, appunto, che per l’azienda ilcinese significa innanzi tutto togliere piuttosto che aggiungere secondo un labor limae di michelangelesca memoria. L’eleganza dunque, come sottrazione, misura, e armonia. Un taglio, questo, ancora più semplice con l’annata 2019 e di certo del tutto nelle corde della Riserva 2018, per cui il colpo di fulmine è stato né più né meno che totale.

Oltretutto, quest’anno segna un ulteriore passaggio per l’azienda de Il Greppo (di cui abbiamo già scritto qui, qui e qui), ovvero l’allineamento di Rosso di Montalcino 2022, Brunello di Montalcino 2019 e Brunello di Montalcino Riserva 2018, per la prima volta tutte a firma della nuova proprietà, che trova nella carismatica persona di Giampiero Bertolini il proprio Amministratore Delegato e nella serafica empatia di Federico Radi quella del Direttore Tecnico, che guida l’azienda con mano esperta e una visione precisa del Sangiovese, da lui definito un vitigno sì rustico ma capace, in alcuni luoghi e mediante certe mani, di raggiungere un’eleganza sorprendente, appunto: quella di tutti grandi vini che, per esser tali, non urlano ma sussurrano“.

La degustazione

Rosso di Montalcino 2022

È la prima volta che il Rosso di Montalcino viene presentato insieme ai Brunello e, dopo sei mesi di bottiglia, questo 2022 segna un esordio di carattere. L’annata estrema, segnata da picchi di calore e siccità impressionante, ha generato un vino severo, con un tannino spesso e un bilanciamento giocato tra acidità e struttura. Al naso si offre come una deflagrazione fruttata di ciliegia matura, mirtillo e susine nere, arricchita da note di menta e spezie. Al palato è coerente, ma ancora da assestarsi. 85/100

Brunello di Montalcino 2019

Da un’annata eccezionale nasce un Brunello già affascinante al naso, dove presenta affascinanti note di grafite, fiori secchi, incenso indiano e alloro. Il palato riflette l’austerità tipica di Biondi-Santi, ma con una rilassatezza inedita, quasi plastica. Il tannino è delicatissimo, l’acidità brillante, mentre sul finale emergono sfumature agrumate di kumquat e di nuovo di incenso. E note di balsamicità che puntano e virano sul muschio e sul versante delle radici amare verdi. Un vino di imperturbato equilibrio e solo apparente sottigliezza. 90/100

Brunello di Montalcino Riserva 2018

Figlia di un’annata impegnativa, fredda e umida, che ha richiesto un grande lavoro in vigna, questo vino è il commovente risultato di quanto l’annata fredda sia, da sempre, nelle corde di Biondi-Santi. Ne sortisce una Riserva – la 43esima nella storia di Biondi-Santi – sfaccettata e dinamica, con un naso espressivo che alterna note balsamiche ad aromi di sottobosco nobile (porcini), ma che a poco a poco s’apre su suggestioni incantevoli di violetta e spezie orientali. In sfondo c’è la pasta di nocciole, con finale elegantemente tannico e profumo di sottobosco. In bocca l’acidità infonde verticalità e freschezza, mentre il tannino è finissimo, perfettamente integrato, capace di raccontare un Sangiovese antico, quasi dimenticato. 93/100

Brunello di Montalcino Riserva 1997 – new release

Tradizionalmente, complice il profondo archivio che ha fatto di Biondi-Santi anche la reputazione, con le nuove annate l’azienda coglie l’occasione per lanciare sul mercato una Riserva del proprio archivio: è la volta della 1997. Da un’annata calda sortisce un vino dall’acidità ancora vibrante, che al naso presenta note di grafite, foglia di tabacco, tè nero e una sottile dolcezza glutammata, presagio di quella che sarà la sua imminente evoluzione. Un Brunello, questo, nel momento massimo di apice espressivo – forse un filo oltre, che la tensione e il tannino integrato rendono godibile e in vantaggio netto con altri 1997. 87/100

Il mecenatismo di Biondi-Santi

La famiglia, già attiva nel restauro dell’Abbazia di Sant’Antimo, rinnova la sua vocazione al mecenatismo grazie al nuovo gruppo, che ha deciso di sostenere i giovani talenti attraverso una borsa di studio per tre scrittori emergenti del laboratorio di Raoul Montanari. I tre giovani hanno trascorso due giornate a Tenuta Greppo, una residenza d’artista che li ha portati alla stesura di racconti inediti attorno al concetto di eleganza che ha visto trionfare l’opera “L’arbitro” di Consuelo Angioni entrata a fare parte, come quarto audiolibro, della collezione digitale de La Voce di Biondi-Santi, letta da Francesco Meola per l’edizione italiana e da Riccardo Ricobello per la versione inglese. Tutte le informazioni sono disponibili grazie alla grazie alla web app interattiva, nel sito web o sui QR code delle bottiglie Brunello 2019 e Riserva 2018.

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