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50 anni di Cristal Rosé

Vino
Recensito da Luca Turner

Il percorso organizzato dalla Maison Louis Roederer

Mi piace immaginare che la Maison Louis Roederer abbia scientemente voluto organizzare un percorso teso alla conoscenza dello scibile Champenois e che lo abbia voluto articolato e teso a scandire momenti ben precisi. Il primo momento in Champagne, a toccare con mano la terra, l’uva, le cantine e a conoscere le persone che lavorano ogni giorno per rendere possibile l’universo Roederer. Il secondo momento mi piace definirlo come una lectio magistralis di Jean-Baptiste Lécaillon, non solo enologo e chef de cave, ma anche direttore generale di Champagne Louis Roederer e di tutte le aziende del gruppo facente capo alla famiglia Rouzeaud. Frederic Rouzeaud che, per chiarezza, è “la famiglia” Roederer essendo lui il nipote di Camille Olry-Roederer. Il terzo momento, se vogliamo possiamo definirlo l’apice, è rappresentato dall’evento – è proprio il caso di chiamarlo così – organizzato per l’occasione dei 50 anni del Cristal Rosé. Presenti, ça va sans dire, Frederic Rouzeaud, Jean-Baptiste Lécaillon, l’importatore e distributore di Champagne Louis Roederer in Italia, Sagna S.p.A., con le due generazioni a rappresentare l’illuminata distribuzione in Italia ed un nutrito gruppo composto da stampa specializzata, sommelier, connaisseur appassionati e profondi conoscitori della Maison. Cornice d’eccezione, Casa Maria Luigia, casa di Massimo Bottura. Ad officiare una Jessica Rosval in stato di grazia.

Cosa ha costituito questo percorso? Un Phd (doctor of philosophy) direbbero quelli eruditi, quelli che sanno dare sempre il nome giusto alle cose. Io dico che questa volta posso essere più che d’accordo. Ci siamo immersi in un viaggio di cultura Champenoise a tutto tondo. Dalla terra ricca di gesso al vino nel bicchiere, osservando analizzando ed approfondendo ogni singolo aspetto con la dovizia che caratterizza l’operato del nostro Lécaillon. Il cambiamento climatico, il riscaldamento terrestre, l’impatto sulla maturità delle uve e sul relativo contenuto di zucchero e acidità, il gioco delle fermentazioni e delle infusioni, la naturale alchimia che l’uomo con il proprio ingegno ed il proprio sapere conferisce a quest’oro rosa liquido, il Cristal Rosé. Oro rosa. L’ho scritto. Lo ribadisco. Qui stiamo scrivendo di un grande, un grandissimo vino, perché ricordiamolo lo Champagne è un vino anzitutto, “e come tutti i grandi vini fatti bene va bevuto” – cit. Massimo Sagna. Santé!

Ora un piccolo divertissement, ho dato in pasto a tre motori di IA diverse parole chiave sui 50 anni di Cristal Rosé, ecco il risultato con qualche mia minima modifica:

Il Cristal Rosé celebra cinquant’anni di eccellenza enologica, rappresentando uno dei vertici più esclusivi nel mondo dello Champagne. Nato nel 1974 per intuizione di Jean-Claude Rouzaud, questo vino ha segnato mezzo secolo di evoluzione continua, mantenendo sempre intatta la sua identità di prodotto d’élite.

La storia di questo champagne inizia con una selezione meticolosa delle uve: il Pinot Noir proveniente da Aÿ e lo Chardonnay da Avize e Le Mesnil-sur-Oger. Le prime cinque vigne selezionate includevano le storiche parcelle Bonotte Pierre Robert, Gargeotte e Côte du Moulin, considerate la “Musigny della Champagne” per la loro eccezionale qualità.

La produzione del Cristal Rosé è caratterizzata da numeri estremamente limitati: in Italia, ad esempio, vengono importate solo 1000 bottiglie all’anno. La tecnica di vinificazione si basa sul metodo dell'”Infusion Roederer”, perfezionato negli anni dallo chef de cave Jean-Baptiste Lécaillon. Questo processo prevede una macerazione controllata del Pinot Noir, seguita da una co-fermentazione con lo Chardonnay, permettendo di estrarre i precursori aromatici più pregiati mantenendo intatta la delicatezza degli aromi.

Nel corso dei decenni, la Maison ha dovuto adattarsi ai cambiamenti climatici. Nel 1998 viene selezionata una nuova parcella, La Villiers, posta a un’altitudine superiore sulla collina di Aÿ, per garantire una maturazione più tardiva delle uve. Dal 2006, i vigneti del Cristal Rosé sono stati convertiti all’agricoltura biologica e biodinamica, una scelta pionieristica che ha portato a una maggiore concentrazione aromatica e mineralità nei vini.

La degustazione dei Cristal Rosé

La verticale storica ha presentato sei annate emblematiche, ciascuna con la propria personalità distintiva:

Il Cristal Rosé 2014 (55% Pinot Noir, 45% Chardonnay) si distingue per un colore ipnotico dalle sfumature oro rosa. Il naso rivela intense note iodate di spuma marina e conchiglie, che evolvono verso sentori di rosa, ribes e lampone. Al palato mostra una struttura ampia e generosa, con una persistenza notevole.

L’annata 2013 (stessa percentuale di uve del 2014) si avvicina a un Borgogna con le bollicine, offrendo un naso potente con note esotiche di papaya, pesca rossa e fico. La bocca è caratterizzata da una texture cesellata e una materia piena, con un finale salino persistente.

Il 2008 (55% Pinot Noir, 45% Chardonnay), considerato uno dei migliori millesimi mai realizzati, presenta un bouquet straordinariamente complesso di petalo di rosa, scorza d’arancia candita e lampone. Il sorso è monumentale, con una freschezza impetuosa e una struttura gessosa che conferisce purezza cristallina.

Il Cristal Rosé 2002 Vinothèque (56% Pinot Noir, 44% Chardonnay), si distingue per la sua evoluzione complessa, con note agrumate, moka e crème brûlée, culminanti in brezze iodate. Il sorso mantiene una tensione e una vibrazione notevoli nonostante l’età.

L’annata 1995 (62% Pinot Noir, 38% Chardonnay) dimostra l’importanza del tempo per gli champagne Roederer, con un naso profondo dai ricami affumicati e iodati, note balsamiche e mentolate. La freschezza in bocca rimane sorprendentemente prorompente, sostenuta da elementi tattili e sapidi.

Infine, il 1988, unico millesimo con prevalenza di Chardonnay (51%), mostra un colore magnetico e caldo. Il naso rivela note di cioccolato bianco, resine e spezie orientali, mentre il sorso si distingue per un’avvolgenza setosa e una progressione gustativa dinamica e vibrante.

In cinquant’anni, il Cristal Rosé è stato prodotto solo 25 volte, a testimonianza della rigorosa selezione delle annate. Come afferma Frédéric Rouzaud: “Noi vogliamo produrre vini che diano emozioni e siano tipici. Non vogliamo fare semplicemente champagne.” Ogni millesimo racconta una storia diversa, ma tutti condividono le caratteristiche distintive di questo champagne leggendario: eleganza, complessità, energia e una raffinata texture che lo rende unico nel panorama dei vini di lusso.

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