Passione Gourmet Maison Anselmet - Passione Gourmet

Maison Anselmet

22-06-2021
di Luca Turner

Una famiglia dedicata alla viticoltura valdostana

Il vigore della cantina di Anselmet lo scopri con facilità: la Valle d’Aosta non nasconde le proprie caratteristiche, anzi ama metterle in evidenza attraverso i suoi prodotti e il vino ne è indiscusso protagonista. Anselmet, con i suoi 10 ettari e 100 mila bottiglie, raggiunge il ragguardevole traguardo di proporre un ventaglio di etichette, ognuna rispecchia il vitigno e/o la singola parcella in cui è coltivato. È un fiorire di caratteristiche che finiscono ben definite nel bicchiere, spettri aromatici e gustativi che raccontano gli atout di una regione che, per quanto piccola, propone un viticoltura di pregio degna di nota. Sagna S.p.A., storico distributore torinese, lo ha capito, e ha deciso di inserire nel suo catalogo 10 nuove referenze, in aggiunta alle 10 già in offerta dal 2016. Un segnale importante che testimonia l’eccellente livello qualitativo raggiunto da questa azienda valdostana.

Etichette che propongono vitigni autoctoni e internazionali, in purezza o in blend, che ben rappresentano la cultura produttiva valdostana fatta di terrazzamenti e che vedono, sin dal tempo dei monaci benedettini, la presenza di diverse varietà in uno stesso appezzamento. Come nel caso, emblematico, della vigna che si sviluppa a Saint-Pierre impiantata nel 1925 a 700-800 metri s.l.m. in cui nasce il vino di punta della Maison, Le Prisonnier il cui nome di fantasia significa “prigioniero delle rocce”. Un blend di bacche rosse raccolte in 7 diverse terrazze racchiuse in due rocce, importanti perché trattengono il calore di giorno per rilasciarlo di notte. Le vigne vecchie di 100 anni fanno il resto, regalando sfumature mai dimenticate dal tempo.

Ma tutte le produzioni di tutti i vini sono estremamente limitate. Il clima, con giornate calde e secche, seguite da notti fredde, aiutano a raggiungere una palette aromatica unica in Italia; 100 diversi metri di altezza significano un diverso periodo di maturazione, una settimana in più circa, e quindi di raccolta. L’organizzazione della vendemmia è fondamentale per portare a casa uve di qualità.

E se il nonno di Giorgio Anselmet, Enrico, e poi il padre, Renato, producevano vino prima per l’autoconsumo e per la buona qualità poi, in vent’anni, dal 2001, l’azienda ha intrapreso una nuova strada iniziando il nuovo progetto della cantina, ultimata nel 2007. Un progetto battezzato appunto come Maison Anselmet. E in cantina Giorgio, con la supervisione di un enologo di grido quale è Beppe Caviola, è arrivato a capire come migliorare la qualità dei vini, sperimentando e seguendo la sua passione. Ingredienti tutti fondamentali per firmare vini con la convinzione di avere un potenziale tra le mani incredibile. Una passione, quella di Giorgio, che si sposta verso i vini affinati in legno che, richiedendo una maggiore concentrazione delle uve, lo hanno portato a pensare prima alla qualità di esse che ai protocolli di vinificazione. Una viticoltura, quella valdostana, definita eroica come detto perché le terrazze non si possono lavorare con le macchina ma esclusivamente a mano. Un lavoro di fatica pregnante però in vini territoriali e con una stilista che predilige l’eleganza, tannini maturi e profondità per quanto concerne il pinot noir o il syrah mentre esplosività di aromi e dinamicità sui bianchi, riesling e la petit arvine.