Passione Gourmet Giglio - Passione Gourmet

Giglio

Ristorante
piazza del Giglio 2, Lucca
Chef Lorenzo Stefanini, Stefano Terigi, Benedetto Rullo
Recensito da Giacomo Bullo

Valutazione

17/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

  • La bellezza del locale nel pieno centro storico di Lucca.
  • Favorevole il rapporto qualità/prezzo.

Difetti

  • L'illuminazione può risultare troppo soffusa.
Visitato il 06-2024

La maturità del Giglio di Lucca

Li avevamo lasciati nella nostra ultima visita come tre moschettieri liberi di sfidare a duello tecniche francesi, acidità nordiche e, non per ultimi, intingoli italiani. Li ritroviamo più uniti che mai in una calda domenica sera estiva a locale pieno, tra famiglie, coppie e appassionati. La piazza su cui brilla Giglio, è quella elegante di Lucca, crocevia di eventi e turisti ad affollare le vie che si innervano appena penetrata la cinta muraria cittadina. Stefano Terigi, Lorenzo Stefanini e Benedetto Rullo continuano nel loro trittico d’attacco, orchestrando una cucina che, rispetto alle precedenti nostre visite, ha acquisito una maturità (e rotondità tale) da appagare tanto gli animi internazionali con i tanti turisti in vacanza, quanto coloro che del desco fanno tutta la propria meta. Alla sana aspettativa, questi tre cuochi rispondono con felice coerenza. La scommessa ancora una volta sembra così vinta nel binario su cui far correre, senza sbavature ma addirittura combinando tra loro i due opposti, familiare e straniante, come mostra il percorso più articolato che trova nel suo proscenio una dimensione di forte convivialità, con un quartetto tutto da apprezzare.

L’inizio è dai toni burrosi, ma non per questo stucchevoli. La Tourte di champignon, spugnole, albicocche e castagne accompagnata dalla salsa al beurre blanc e anice stellato, pone l’accento vigorosamente sulle competenze tecniche del trio, innalzando uno dei grandi relevè transalpini al ruolo in entrata. Tutti gli elementi racchiusi sono collegati dal nervo aromatico dell’anice stellato. La duplice scelta del fungo supplisce, senza nostalgia, alla proteina animale tipica della preparazione. Di livello altresì l’Ostrica con bernese e pickles come l’immancabile toscanaccio Paté di fegatini, chutney di frutti rossi e anguilla laccata. La glassatura affumicata di quest’ultima è preziosa novità per il monolite regionale, qui da scoprire in versione tosco-nipponica. La Patata soffice con bottarga, calamari e salsa verde riprende mimeticamente consistenza e risultanza dell’escargots alla bourguignonne, alleggerendosi però dal codificato carico burroso che la cuisine esigerebbe oltre alla sostituzione della lumaca con il calamaro.

Entroterra e costa

Chiuso questo corposo primo atto, Giglio decide di sbocciare prima sulla costa e poi sull’entroterra italiano. Prima con le Conchiglie, pomodoro pachino, cetriolo grigliato, gel di limone e noce moscata. Il trio qui indaga uno dei classici del pranzo in spiaggia: la Pasta fredda. Ironica ma non così persistente come ci saremmo aspettati, sia per l’interazione tra gli ingredienti dirompenti, in primis cetriolo e noce moscata, sia per la temperatura di servizio, eccessivamente tiepida. Il piatto che vale la sequenza tuttavia è la Minestra di cannolicchi, farro, salsa di cacciucco e gremolata. Sinestetica idea per mollusco e legume in alternanza grazie alla similarità a cui viene ricondotto il cannolicchio. Il piatto è altresì sintesi locale con le ancestrali minestre di legumi maritate qui alla zuppa di mare più famosa di questa terra, il cacciucco. Ricordo vibrante dei giorni di mare grosso quando i pescherecci allora non potevano uscire. La raccolta di ciò che il mare donava sulla spiaggia come il cannolicchio, rappresentava l’elemento distintivo (e riempitivo) con cui la zuppa veniva fatta.

Rullo, Terigi, Stefanini hanno saputo ancora una volta coltivare il loro Giglio, facendolo fiorire ancora e ancora più volte. Come d’altronde negli altri format lucchesi che hanno aperto. È una cucina di spessore, calata in una realtà dove il turista va a spasso con il gastronomo senza adombrare l’uno con l’altro. Gran bell’accoppiata per questo trio.

IL PIATTO MIGLIORE: Minestra di farro e cannolicchi.

La Galleria Fotografica:

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