Valutazione
Pregi
- Sala e terrazza assai gradevoli, specie d’estate.
- Cucina con materia di spessore.
Difetti
- Da settare meglio il capitolo intolleranze.
- Alcune reiterazioni di consistenze e ingredienti.
Una tavola di qualità nell’Alto Sangro
Castel di Sangro è meta oramai famosa in tutto il globo per le gesta di Niko Romito, uno dei più grandi cuochi e pensatori moderni. Altrettanto abili, nella valorizzazione e reinterpretazione del territorio e per una consecutio non necessariamente logica, gli allievi forgiatisi nella sua Accademia. Tra questi troviamo Gianmarco Dell’Armi, classe ’91, alla guida del ristorante Materia Prima. Di primo acchito, in questa insegna balzano all’occhio la sala, moderna e dai contorni eleganti e l’annessa terrazza, aggettante, che trasmette fortemente il rapporto con le acque riflesse dal laghetto artificiale sul quale essa affaccia. Il profilo identitario della cucina è presto definito e ruota attorno a una visione sì classica ma con precisa costruzione di uno stile che vuol essere pulito ed equilibrato.
Le carni regine (quasi) incontrastate
Queste proteine rappresentano una scelta mirata (e spesso obbligata vista l’altitudine), con una chiave di lettura soddisfacente, sia sotto l’aspetto dell’esecuzione di Dell’Armi sia sotto quello nutrizionale. La succulenza e l’elevata qualità, tra tipologie, tagli e cotture, guidano un po’ tutto l’arpeggio del pranzo, nel nostro caso alla carta. La piacevolezza palatale è evidente nella Coscia di anatra confit con spinaci e arancia e ancor più nelle sublimi Animelle di vitello, accompagnate da una doppia consistenza di topinambur e liquirizia. L’assonanza tra ingredienti risulta predominante e amplificata al morso nell’ottima Faraona con bieta e in quello che è uno degli emblemi regionali: l’Agnello, servito con melanzana arrosto; una carne dal sapore tipicamente più forte e selvatico.
Parliamo di piatti dove le consistenze dei vegetali non sono certo poste in secondo piano e convergono sino a divenire anch’esse cremose. Un paio di appunti li muoviamo tuttavia nella mancanza di un elemento di maggior “rottura” del predominio delle grassezze, incursione che andrebbe a ripulire la bocca, e nel settaggio del capitolo intolleranze al glutine, che meriterebbe maggior apertura nei primi piatti di Gianmarco Dell’Armi. Al netto di questi piccoli dettagli, l’esperienza sviluppa un’ammiccante armonia della singola preparazione, che culmina nella parte dessert con la golosa Crostatina, cioccolato e nocciole, la cui frolla, tra l’altro, supplisce anche alla mancanza di piccola pasticceria.
In conclusione, citiamo, a complemento del buon punteggio che ci accingiamo a rilasciare, l’attenzione per il servizio: una sala nella quale Davide Coletta ricama interessanti percorsi di abbinamento coi vini ma, in alternativa, propone libera scelta da una carta di giusta ampiezza dove i rossi, o al più i rosati, si accollano oneri e onori d’accompagno alle nostre scelte, lineari e ben eseguite, da gustare vista laghetto e positivamente protese, più in generale, verso un graduale e propositivo “affinamento”.
IL PIATTO MIGLIORE: Animelle, topinambur e liquirizia.
Concordo su tutto! Nel complesso è un indirizzo che merita la sosta😊
Bel pezzo, siamo stati ad inizio estate senza purtroppo poter pranzare fuori, bella carta vini e bel servizio