Un importante appuntamento di beneficenza
Barolo en primeur è il primo progetto che intreccia due dei grandi ambasciatori del vino italiano – il Barolo e il Barbaresco – ai valori della solidarietà e del territorio. Si tratta di un’asta solidale internazionale (voluta e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo in collaborazione con la Fondazione CRC Donare e con il supporto del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani) che in ottobre giungerà alla sua quarta edizione, e il cui ricavato sarà devoluto alla Scuola enologica di Alba.
Protagoniste di Barolo en primeur 2024 saranno le barriqueCon "barrique" si intende una piccola botte di legno adatta all’affinamento di vino dalla capacità compresa tra i 225 e i 228 litri.... Leggi della Vigna Gustava 2023, vinificate dall’enologo Donato Lanati in maniera separata per dare a ognuna la propria personalità unica, frutto della parcellizzazione della vigna in base all’esposizione, all’altitudine e all’età delle viti. Il Barolo viene battuto all’asta un anno dopo la vendemmia, quindi deve poi attendere ancora più di 2 anni prima di poter essere messo in commercio, completando così i 38 mesi di invecchiamento minimi a decorrere dall’1 novembre dell’anno di produzione delle uve, come richiesto dal disciplinare di produzione del Consorzio. In parallelo alle barrique, l’iniziativa coinvolge direttamente anche numerose cantine di Barolo e Barbaresco. A partire dalla seconda edizione, infatti, svariate aziende vinicole del territorio hanno donato le proprie bottiglie, ciascuna in quantità e in formati diversi, che vengono messe all’asta durante Barolo en primeur come lotti comunali, cioè raccolte in maniera super partes sotto il cappello del Comune d’appartenenza.
“Barolo en primeur incarna in pieno i valori e la mission della Fondazione CRC: valorizzazione e sviluppo del territorio, sostegno agli enti attivi in ambito sociale e culturale, attenzione alla formazione delle giovani generazioni” commenta Mauro Gola, neo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Mentre Sergio Germano, nuovo presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, aggiunge “Nel mio nuovo incarico vorrei concentrare l’attenzione sulle notevoli potenzialità che il progetto ha dimostrato di avere e valorizzare certamente i brand Barolo e Barbaresco, che hanno bisogno di consolidare il proprio posizionamento alto e dare risalto a realtà ancora poco conosciute. Cosa che avviene già con i lotti comunali, i quali mettono insieme nomi di aziende già famose con altre che magari si sono appena affacciate sul panorama mondiale e sui mercati secondari. Oltre a questi obiettivi, il coinvolgimento della Scuola Enologica di Alba come fucina di talenti insieme ad altri territoriali riporta l’attenzione all’importanza della formazione ed educazione sul territorio, a cui le nostre cantine sono molto attente“.
La protagonista di Barolo en primeur 2024 sarà – come detto – Vigna Gustava, acquisita nel 2019 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Questa Menzione Geografica Aggiuntiva sorge di fronte al Castello di Grinzane Cavour, nell’omonimo Comune, con una pendenza media del 35%. Il terreno è composto da marne di Sant’Agata fossili: solitamente composta quasi interamente da strati marnosi con poca sabbia e con importanti percentuali di sedimenti fini, limo e argilla. Il terreno di Vigna Gustava si è formato nell’età tortoniana, periodo geologico compreso tra 11,6 e 7,2 milioni di anni fa, ed è caratterizzato da marne argilloso-siltose grigie, talora azzurrognole, grigio biancastra in superficie, plastiche ed omogenee. Geologicamente con il termine marna si intende una roccia sedimentaria, più o meno compatta, talvolta scistosa, costituita da una frazione carbonatica compresa tra il 25% ed il 75% e da una restante frazione di argille. Le marne di Vigna Gustava, e più in generale quelle delle Langhe, derivano dall’antico bacino terziario piemontese, il mare che occupava la zona fino all’Era Quaternaria. All’interno della MGA sono state individuate sei diversificazioni geo-pedologiche che suddividono la vigna in altrettante parti. Queste micro-aree si differenziano non solo per la diversa concentrazione degli elementi costitutivi, in cui prevale la presenza l’anima calcarea a fianco del magnesio, potassio, limo, calcio e argilla, ma anche per la profondità del substrato marnoso, da 70 cm. fino a 110 cm., un elemento particolarmente rilevante per la coltivazione del Nebbiolo, le cui radici possono raggiungere i 7 metri di lunghezza.
L’analisi svolta conferma quindi la vocazione della Vigna Gustava alla zonazione, ovvero la suddivisione di un’area o di un territorio in base alle caratteristiche eco-pedologiche, e dà ancora più forza alla scelta dell’enologo Donato Lanati di parcellizzarla vinificando in maniera separata le barrique in base all’altitudine, all’esposizione e alla presenza di piante giovani o vecchie.
In Langa l’annata 2023, iniziata all’insegna delle incognite climatiche (l’anno precedente era stato caratterizzato da un lungo periodo di siccità), si è sviluppata con un inverno più freddo rispetto al 2022 che si è protratto fino a fine febbraio, proseguendo poi con piogge significative nell’ultima decade di marzo. Lo sviluppo della pianta è proseguito regolarmente nonostante il contesto climatico altalenante: una prima parte della primavera caratterizzata da pochissime piogge e un maggio e un giugno da frequenti e talvolta consistenti perturbazioni con un clima generalmente fresco. Dopo le fortissime piogge e grandinate del 6 luglio, c’è stata un’inversione climatica che ha portato a un’estate calda e stabile. L’invaiatura è iniziata così nella prima decade di agosto, rivelando un buon carico produttivo con una notevole sanità dei grappoli che ha fatto presagire una buona vendemmia sia in termini di qualità che di quantità. La vendemmia del Nebbiolo è avvenuta a ottobre secondo le tempistiche canoniche e non in anticipo come le temperature estive potevano lasciar intendere. Dal punto di vista quantitativo a livello globale non si notano cali di produzione significativi come segnalato in altri areali viticoli. Il Nebbiolo 2023 presenta livelli fenolici e tecnologici tipici delle grandi annate, senza correlazione tra caldo estivo e zuccheri eccessivi o cali di acidità: prospettando così un’annata di vini eleganti equilibrati e di grande potenziale.