Sustanza

VALUTAZIONE

Cucina Moderna

17/20

PREGI
La cucina di Ambrosino che è una immersione nella cultura, non solo gastronomica, dei popoli del Mediterraneo.
La bellezza dell’opera di rifacimento della struttura originaria.
DIFETTI
La difficoltà ad identificare l’ingresso, visto anche i lavori in corso all’ingresso della Galleria Principe.

Non solo cibo, ma storia e cultura al centro di Napoli

La Galleria Principe a Napoli, sita in posizione culturalmente strategica tra il Museo Archeologico, il teatro Bellini e l’Accademia delle Belle Arti, è stata, a partire dalla sua inaugurazione, nel 1883, un punto d’incontro per i napoletani. Soprattutto, al suo interno, l’attività intrapresa dal procidano Scotto Ionno che nell’anno dell’inaugurazione della galleria fondò un cafè chantant che portava il suo nome, ed ebbe per un lungo successo tra spettacoli e incontri culturali. Un luogo d’incontro che, a partire dagli anni ’30, cominciò a perdere la sua centralità, per poi, dopo la seconda guerra mondiale, essere sede di vari uffici pubblici fino all’abbandono di qualche anno fa. A riportarlo in vita l’imprenditore Luca Iannuzzi con un lungo lavoro di ristrutturazione che ha aperto la strada ad altre intraprese nella Galleria. Il nuovo Scotto Ionno, che mantiene la struttura dell’epoca, è una caffetteria, un bistrot, a pranzo, e cocktail bar al piano terreno, dove a disposizione dei clienti c’è anche una ricca biblioteca. Al primo piano è arrivato, dopo la lunga permanenza milanese al 28 Posti, Marco Ambrosino, che prosegue il suo discorso sulle culture gastronomiche e non solo dei popoli del Mediterraneo, in uno spazio più ampio, dove la ricerca sui piatti può svolgersi in maniera ancor più adeguata.

In giro per il Mediterraneo

Sustanza si chiama il ristorante, a sottolineare l’insieme di forma e materia, in senso aristotelico, un nucleo fondante da cui tutto si muove. Nel caso di Ambrosino è il Mediterraneo, culla di civiltà e conoscenze, dal quale si dipanano culture, storie, persone, tradotte in piatti in cui tutti i popoli affacciati su questo mare, anche i più apparentemente lontani, finiscono per riconoscersi in gusti alla fine diretti e leggibili. Ed è proprio così, a partire da quel Brodo di pane e verdure fermentate con la tecnica del Solera, che risveglia l’appetito e comincia a scuotere la memoria, introducendo al Pomodoro ramato arrosto, tartufo nero, mandorla, olio di argan, noce moscata, servito su un’acqua ricavata da sette diversi tipi di pomodoro, piatto materico che gioca tra acidità, dolcezze e amaro. E ancora l’Ostrica come potrebbero servirtela in una spiaggia del nostro mare, laccata con lievito di birra, a sostituire il pane, e acqua dello stesso mollusco, olio di macchia mediterranea, anice stellato e cumino.

Si dovrebbe avere più spazio per parlare delle Trottole, del Tempeh di alici, di quegli Spaghetti cotti nel vino ossidato serviti a fine pasto ad aprire il percorso verso il dolce. Ne resta solo per provare a descrivere quel piatto che in realtà sono quattro, dove un Agnello cotto nel fieno e una Pecora all’harroje (“dimenticata sui fuochi”, in albanese) incontrano lo spiedino delle loro frattaglie; la melanzana con aglio nero, il limone stagionato, il labneh (un formaggio libanese) di mandorla; i fagioli in zuppa serviti in una pagnotta con garum di agnello e semi di finocchio in conserva.

Sustanza insomma è un vero e proprio viaggio che lascia senza parole, ma a pancia e testa piena, fatto in un ristorante che ha appena due mesi di vita e a cui va già stretto il voto che gli assegniamo oggi, ma solo perché siamo sicuri che presto sarà molto più alto.

IL PIATTO MIGLIORE: Agnello e pecora – agnello cotto nel fieno, pecora “all’harroje” con la sua salsa, cetriolo alla griglia, finocchio di mare; melanzana, aglio nero, limone stagionato, lebneh di mandorle; spiedo di ritagli di pecora e agnello, scarola macerata; pagnotta di semola, zuppa di fagioli, garum di agnello, semi di finocchio in conserva.

La Galleria Fotografica:

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Alfonso Isinelli

Da più di 30 anni gira le tavole e le vigne di tutta Italia e anche del mondo. Perito agrario specializzato in enologia, poi ricercatore storico per un quarto di secolo, prima di dedicarsi interamente alla passione per il cibo. Folgorato in gioventù dalla cucina della zia, ha proseguito alla ricerca del bello e del buono senza frontiere e chiusure mentali. Ha collaborato con guide e testate nazionali ed estere e per un decennio ha partecipato, come curatore, alla bellissima esperienza della guida “Le migliori 99 maison di champagne”.

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VALUTAZIONE

Cucina Moderna

17/20

PREGI
La cucina di Ambrosino che è una immersione nella cultura, non solo gastronomica, dei popoli del Mediterraneo.
La bellezza dell’opera di rifacimento della struttura originaria.
DIFETTI
La difficoltà ad identificare l’ingresso, visto anche i lavori in corso all’ingresso della Galleria Principe.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione da 5 portate a 80€, da 8 portate a 110€ e da 10 portate a 140€

Prezzo medio alla carta 100€

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