Valutazione
Pregi
- Il grande lavoro fatto sui vegetali dallo chef.
- Il bellissimo Relais che ospita il ristorante.
Difetti
- Non c'è un parcheggio dedicato per la struttura.
- Il sito web del ristorante non fornisce molte informazioni.
Una piacevole scoperta in un relais di charme alle pendici dell’Etna
Viagrande è un paesino d’altura tra Acireale e l’Etna, lembo di terra dove, oltre al fascino del barocco siciliano, ci si può avventurare nella maestosa bellezza naturale del Vulcano; molti di questi piccoli comuni sono poli strategici, perfetti per le diverse escursioni e, conseguentemente, sono diventati piccoli centri di affluenza di turisti che vengono da ogni angolo della terra per visitare una zona fascinosa, ormai diventata meta imperdibile. Questo contesto ha favorito la nascita di boutique hotel, anche di lusso, dove un’adeguata offerta ristorativa non può mancare. Ecco allora spiegata la concentrazione di ristoranti dal respiro internazionale in un fazzoletto di una sessantina di chilometri tra Catania e l’affollata Taormina come iPalici – il cui nome rievoca divinità mitologiche della Sicilia antica – che rientra a pieno merito nel paniere prezioso di questa zona.
Il ristorante è ubicato in un antico palmento in un’atmosfera di eleganza e raffinatezza che si sposa perfettamente con il fascino architettonico del Relais San Giuliano, storica dimora di campagna dei Marchesi di San Giuliano, edificata sul finire del ‘700, restituito a nuovo splendore nel rispetto dell’identità originaria. In queste cucine officia Gaetano Procopio, formatosi alla corte di Heinz Beck dal quale ha ripreso lo stile mediterraneo e il tratto distintivo della cucina sana e leggera dello Chef teutonico, dove il vegetale gioca un ruolo chiave. Procopio ambisce a fare grandi cose e, da siciliano, vuole preservare la tradizione e la cucina della memoria ma riesce anche a conciliarle con proposte divertenti e ad effetto, facendo divertire il commensale e stimolando in esso curiosità e sentimenti ludici.
Il sorprendente “pane e companatico”
La filosofia culinaria si fonda sulla valorizzazione degli ingredienti locali perduti e riscoperti, come il cavolo trunzu di Aci (una rapa coltivato da sempre nel catanese), con un’attenzione particolare alla sostenibilità e al ritorno alle radici della terra. Una proposta generosa racchiusa nel benvenuto del “Pane e companatico” con due imperiosi carrelli di pani, grissini e lievitati, dove non manca l’iconica “brioscia con tuppo”, qui servita in versione salata, e – il vero momento imperdibile di questa tavola – il Carrello dei vegetali. Si tratta di una sorprendente entrée che gioca con ingredienti vegetali, lavorati come se fossero salumi o formaggi e presentati con originalità e creatività e, appunto, affettati al tavolo davanti gli occhi degli ospiti. Un risultato frutto di grande lavoro e, ad oggi molto in voga tra altri cuochi nazionali – si pensi al lavoro simile, e con medesimi grandi risultati, raggiunto da Giovanni Solofra ai Tre Olivi di Paestum – in grado di stupire e coinvolgere i palati più esigenti, mantenendo sempre una connessione autentica con il territorio.
Tra gli assaggi più affascinanti segnaliamo i Bottoni di pasta fresca, alici e finocchietto con la salsa allo zafferano che fa da sontuoso ed elegante collante tra i pronunciati ingredienti siculi. Anche il Baccalà, barbabietola, arancia, e briciole di nocciole al caffè si mostra molto equilibrato sebbene ci saremmo aspettati l’utilizzo di un prodotto ittico locale. Nel Risotto con i tenerumi, mantecato con talè di capra girgentana, limone femminello e pane, invece, il territorio c’è tutto ma il piatto, nel complesso, potrebbe avere maggiore sapidità e persistenza gustativa dell’ingrediente principale. I dolci rispettano la dolcezza tipica della regione ma sono eseguiti con ottima tecnica. Si registra qualche rotondità di troppo ma l’entusiasmo è tangibile per auspicare una intrigante evoluzione del progetto.
La carta dei vini, come è usuale trovare a queste latitudini, ha un interessante focus sulle etichette regionali e gli abbinamenti consigliati dal giovane sommelier si sono rivelati una piacevole scoperta. Nota di merito per il personale di sala, tre ragazzi che accolgono gli ospiti con cortesia e dedizione, rendendo l’atmosfera rilassata. Precisiamo che il nostro è un giudizio cauto che vuole fungere da maggiore stimolo per la creatività e il coraggio di Procopio e della sua brigata, consci delle possibilità e dei mezzi tecnici che gli stessi hanno e che, siamo confidenti, potranno mostrare alle prossime visite.
IL PIATTO MIGLIORE: Il carrello dei vegetali.