Passione Gourmet Sartori - Passione Gourmet

Sartori

Vino
Recensito da Thomas Coccolini Haertl

Valpolicella forever

Quando si racconta una cantina si cerca sempre di esplorare la sua storia, talvolta scavando con difficoltà, oppure cercando identità del passato che non sempre esistono. In certi casi si rischia anche di cadere nel retorico con frasi che attribuiscono alla cantina la storia di un determinato territorio per antonomasia. Ma questa volta è proprio il caso in cui possiamo dire che Sartori è davvero la storia della Valpolicella.

Gli inizi e i cambi di generazionale

Pietro Sartori con la sua trattoria, verso la fine del 1800, ha rappresentato un punto di riferimento sul territorio, le colline veronesi, sosta irrinunciabile per la gente del posto, ma anche per i commercianti di passaggio a cui lui offriva sempre dell’ottimo vino Veronese Rosso, come veniva chiamato allora. È stato un uomo dai mille interessi, tanto che ben presto la posizione strategica della sua locanda lo fecero diventare anche un commerciante di vino: oltre la mescita quotidiana vendeva direttamente damigiane e bottiglie, sicché nel 1898 acquistò la prima vigna, a Negrar, rendendosi anche autonomo nella capacità di approvvigionamento alla clientela.

Mentre il territorio di vendita di Pietro cresceva sempre più arrivando a comprendere tutto il nord Italia, il fondatore di Sartori ha trovato il tempo di crescere ben cinque figli, di cui Regolo è stato il primo erede in cantina, ma la sua vita, poco oltre il periodo di fermo produttivo della Seconda Guerra mondiale, si è prematuramente spenta. Però a lui si deve certamente la crescita dell’azienda, anche con investimenti in tecnologia e mezzi, lavorando sempre e senza tregua. Ed è stato un assaggiatore straordinario, tanto che curava personalmente i vini e li componeva su specifiche dei clienti, nel cuore pulsante della cantina, la seicentesca Villa Maria, lungimirante investimento di Pietro, fulcro ideale della produzione e della vita di famiglia, con il suo prezioso parco di 5 ettari fra i giardini e il vigneto-culla di Corte Brà. L’antico brolo racchiude lo storico vigneto che negli anni è stato reimpiantato didatticamente con la tradizionale Pergola Veronese e il più moderno Cordone Speronato.

E così si fanno avanti i figli Pierumberto e Franco; altra generazione, altre evoluzioni. Arrivano gli anni ’60 e nel pieno del boom economico, l’azienda oltre l’Italia cresce commercialmente in Germania, Inghilterra e Stati Uniti. Crescono i terreni e i poderi di famiglia, nel pieno della tradizione, esaltando i vini del territorio: Amarone, Soave, Valpolicella. In constante espansione. Così fino agli anni ’90, poi arriva la rivoluzione, in senso positivo, ovvero l’ingresso nel CDA della Cantina Sociale di Colognola ai Colli. Nasce l’intesa giusta: Colognola diviene l’ambito produttivo e Sartori sviluppa distribuzione e marketing. Questo passaggio fondamentale rappresenta anche la definitiva uscita di scena di Pierumberto e Franco che cedono le redini dell’azienda ai giovani eredi Andrea e Luca. Colognola ha anche rappresentato una grande disponibilità di vigneti, mai conosciuta prima oltre a uomini, mezzi, conoscenze ed esperienza.

Sartori nella contemporaneità

Oggi l’80% del fatturato di Sartori è estero; oltre l’Europa, Sartori esporta in America del Nord e Sud, in Russia e nel sempre crescente Sud Est Asiatico. Rimanendo rigorosamente fedeli ai vini veronesi e orgogliosi di riportare nel logo aziendale, fiero a cavallo, Cangrande I della Scala, il Signore di Verona della dinastia scaligera (Verona, 1262-1387), valoroso conquistatore, nonché abile politico, citato da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Se ci riferiamo all’intero territorio di Sartori e Cantina sociale di Colognola, gli ettari complessivi sono oltre 2.800, mentre la sola proprietà di famiglia è di 25 ha situati in Valpolicella Classica tra le vallate di Negrar, Marano e San Pietro in Cariano; siamo a un’altitudine tra i 170 e i 250 metri slm, con un buon microclima frutto della protezione del fronte montuoso che rapidamente sale oltre i 1000 metri e, sull’altro versante, della vicinanza del Lago di Garda, con suoli a predominanza argilloso-calcarea. Oltre agli ettari di famiglia si sommano i loro preziosi conferitori estesi alla Valpolicella Doc, Soave, Soave Classico, Lugana, Custoza e Bardolino. Il tutto sotto il controllo del team di enologi costituito da Franco Bernabei, consulente storico, Marco Dell’Eva e Luca Bonetti.

Venendo alle etichette, il quadro si fa molto articolato, ma correttamente suddiviso in sei linee indentificate da un family feeling di facile lettura, di cui l’ultima è la linea biologica del marchio Mont’Albano (Friuli Venezia Giulia) azienda acquisita nel 2008. I vini di punta sono la collezione Heritage composta dall’Amarone della Valpolicella Classico Riserva Corte Brà (che include la storica vigna del parco di Villa Maria), dal Regolo Valpolicella Ripasso DOC Classico Superiore, da Marani IGT di Garganega in purezza e dallo spumante Soave Brut Arnea. La linea Cru si presenta con sette etichette sempre dedicate alle uve del territorio mettendo in evidenza singole aree e parcelle. Altra linea, I SALTARI, è costituita da tre etichette: Amarone, Valpolicella Superiore e Ripasso Superiore; è un progetto di Sartori e Colognola che ha per obiettivo la valorizzazione di microzone che si sviluppano complessivamente su 34 ettari in particolare nella valle di Mezzane con la coltivazione delle varietà Corvina, Corvinone, Rondinella e altre autoctone come Croatina e Oseleta. Le Corti e I Classici includono rispettivamente quattro e cinque etichette, spaziando dai vini più strettamente correlati alle colline veronesi fino a Bardolino, Custoza e Lugana.

La degustazione

Sartori La Musina Lugana DOC 2020

Bottiglia nella collezione Cru, questo vino di Trebbiano di Lugana in purezza esprime tutte le qualità di un bianco giovane, con note olfattive fresche e fruttate fino a dettagli di frutta a polpa bianca matura confermati al palato che sul finale lascia una delicata latenza amarognola. 89/100

Sartori Marani Bianco Veronese IGT 2021

In onore a Fernanda Marani, moglie di Regolo Sartori, questa bottiglia è il frutto di uve Garganega in purezza e oltre alla spiccata territorialità, è una piacevole sopresa. Nella famglia Heritage, è un bianco complesso, con uve frutto di una vigna di oltre 30 anni che per un 30% vengono lievemente passite (lasciate circa un mese in appositi ambienti aerati) e dopo la pigio-diraspatura con una breve macerazione delle vinacce a freddo, il 50% del mosto è affinato in vasche sulle proprie fecce fini, l’altro 50% in grandi botti di rovere per circa 6 mesi. Il colore giallo itenso con ombreggiature oro antico esprime tutta la lavorazione e il risultato è un bianco con sentori di melata, di frutti tropicali e spezie orientali; al palato questo vino è largo, mai eccessivamente caldo, con un finale lungo in equilibrio fra il morbido e il sapido. 93/100

Sartori Montegradella Valpolicella DOC Classico Superiore 2019

Entriamo nel mondo dei rossi. Nella famiglia dei Cru, questo assemblaggio di uve 45% Corvina Veronese, 30% Corvinone, 20% Rondinella e un 5% di altre varietà autoctone, 13,5% Vol. è il classico vino che in Valpolicella si beve tutti i giorni. Di grande versatilità a tavola e dal colore rosso intenso, il Montegradella si rivela giovane, con note di ciliegia selvatica, pur arricchito di dettagli speziati grazie a un anno di affinamento in botti grandi che arrotondano i tannini e le eventuali spinte troppo vigorose di certe annate. Il palato si scalda, ma rimane piacevolmente fruttato, con un giusto vibrante fervore acido finale. 89/100

Sartori Regolo Ripasso Classico Superiore, 2019 e 2005

Entriamo nell’universo dei Ripasso. Regolo, fra le eccellenze di casa Sartori delle etichette Heritage, deve il suo nome ovviamente al nonno, dettando pertanto anche lo stile dei vini di famiglia. Creato nel ’94, oggi è Superiore e dal ‘19 anche Classico, frutto dei vigneti di Corvina Veronese, Corvinone e Rondinella in Valpolicella, a nord-ovest di Verona. Peculiarità di questo vino è appunto l’essere ripassato sulle vinacce dell’Amarone nel mese di febbraio. Durante questa seconda fermentazione si favorisce sia l’estrazione dei tannini che regala la sua tipica longevità, imparentandolo anche con i sentori aromatici dell’Amarone. Contribuiscono alla sua complessità la fermentazione malolattica e un affinamento di circa un anno in botti di medie e grandi dimensioni. 14% Vol. il 2019, 13,5 il 2005 che si fa apprezzare per la significativa necessaria evoluzione. 

2019: 90/100

2005: 92/100

Sartori Reius Amarone della Valpolicella Classico 2016

È l’Amarone della collezione Cru, la sua elegante etichetta nera con scritte oro lo avvicina molto alla riserva Corte Brà. Cuvée di 50% Corvina Veronese, 30% Corvinone 15% Rondinella e 5% sempre di altre varietà provenienti dalla zona Classica della Valpolicella a nord ovest di Verona. Dopo la fermentazione prolungata di 30 giorni e una prima evoluzione in cemento di un anno con fermentazione malolattica, va in affinamento in botti di medie e grandi dimensioni per almeno 3 anni. Ha un colore rosso molto intenso con evidenti riflessi granati e presenta un olfatto decisamente avvolgente, conturbante ed etereo; è difficile separarsene o passare alla parte gustativa ove perdurano note speziate, miste di frutta secca e legno setoso, complementari a un costante e ricco frutto di bosco che delinea la calda e lunga persistenza, anche decisa e ancora un poco ruvida. 93/100

Sartori Corte Brà Amarone della Valpolicella Classico Riserva 2015 e 2013

L’Amarone Corte Brà nasce nell’omonimo vigneto storico all’interno del giardino di Villa Maria, oltre ad altre piccole parcelle della Valpolicella Classica (circa 5 ettari). Le uve di questo vino le conosciamo, sottolineiamo quindi solo la storia di questa etichetta che nasce nel ’91, ora sul mercato con la 2015. In appassimento rimane il 40% dell’uva raccolta e dopo la fermentazione il vino matura per circa 5 anni in botti di piccole e medie dimensioni. Siamo nell’ordine delle 12.000 bottiglie a vendemmia. Un eccellente prodotto di nicchia che raggiunge i 15,5% Vol. e che si presenta di colore rosso intenso, impenetrabile seppure chiaramente tendente al granato. Il bouquet è ampio, complesso con uno spettro olfattivo davvero esemplare fra gli amaroni. Ritroviamo la confettura di frutta rossa della nonna, le spezie orientali a tratti dolci e fini, a tratti ancora erbacee e pungenti come il pepe nero. Spiccano anche fragranze di ciliegia, dall’olfatto al palato c’è la costanza della frutta passita e infine un tabacco nero, ancora avvolto nei tannini che nella 2015 sorpassano l’acidità, mentre nella 2013 rivelano ulteriore corposità, pur lasciando inaspettati echi di uva e frutta disidratata. Potenza, calore e maturità che in fondo, sono ciò che chiediamo all’Amarone. A 125 anni dalla fondazione (1898) la famiglia Sartori ci parla di queste terre attraverso tanti racconti, che sono poi tutte le loro etichette messe in campo. L’insieme è una raccolta di novelle davvero ben raccontate, legate da una filosofia comune che è l’attaccamento al territorio e alle sue uve.

2015: 94/100

2013: 95/100

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *