Castello di Albereto

VALUTAZIONE

Cucina Moderna

15/20

PREGI
Una cucina fusion romagnol-asiatica.
La vista dal ristorante sul lungomare di Rimini.
DIFETTI
Difficile contattare il ristorante per la prenotazione.
La mancanza del sito internet.

La vista appaga anche il gusto

Montescudo è un luogo magico e affascinante. Un castello medievale, appartenuto ai Malatesta, che svolgeva una funzione di controllo del territorio e quindi gode di una vista unica sul mare e sulla campagne del riminese è il luogo dove officiano, da aprile 2019, lo Chef Simone Ricci e il maître sommelier Rocco Costanzo, gestori del ristorante Castello di Albereto: una bella sfida, che rinasce oggi dopo un periodo difficile.

La cucina ha una impronta molto identitaria e si focalizza su piatti e sapori della tradizione romagnola del Montefeltro con incursioni asiatiche, frutto della precedente esperienza dello Chef: Hong Kong, Tokyo, Pechino, Taipei sono i luoghi, e i relativi sapori, che fanno da impronta distintiva a una cucina davvero fusion ma per nulla “confusion“. Una cucina che ha ancora bisogno di registrare i punti sulla reiterazione di alcuni passaggi, troppo elementari, e sulla precisione di alcune finiture. Ma possiamo già sin d’ora affermare che qui la stoffa non manca e che potremo avere delle belle sorprese, tali da legittimare il nostro punteggio, già ora arrotondato per eccesso.

Venendo alle note critiche, Scorfano mantecato, pomodoro, olive candite e rosmarino bruciato ha l’originalità del lavoro dello scorfano, trattato come un baccalà mantecato, che però risulta penalizzato dall’eccessiva dolcezza della preparazione, in cui l’oliva e il pomodoro non forniscono il contrappunto necessario: una bella idea, ancora da sviluppare. Buono lo Yakitori, interessante l’ostrica, anche se la panatura era in proporzione eccessiva rispetto all’ostrica che risulta, non a caso, coperta, e ottimi, infine, gli intriganti Passatelli-ramen: un bel connubio e un’ottima tessitura.

Interessantissimi i dolci, dedicati a uomini d’arte (pittori, scultori e scrittori) in cui la rivisitazione della Key lime pie alla maniera di Hemingway, quindi alcolica, ci ha davvero convinti e allietato nel finale del nostro pranzo. Attenzione a questi due ragazzi, ne potremo sentire parlare molto.

La Galleria Fotografica:

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Alberto Cauzzi

Imprenditore della New Economy con il pallino dell’enogastronomia, gira il mondo a caccia del miglior ristorante di alta cucina, non ancora trovato. Al vino è approdato apparentemente per caso, provenendo da una famiglia di astemi. Scoprì in seguito che un suo bis-nonno era un ottimo produttore di vino, nebbiolo in Valsesia, ed anche un discreto consumatore. E' stato il vice direttore della guida ristorante de L'Espresso per gli anni 2023 e 2024. E’ stato l’ideatore ed è il presidente del progetto Passione Gourmet. Le sue passioni: l’avanguardia misurata in cucina e i grandi vini di Borgogna.

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VALUTAZIONE

Cucina Moderna

15/20

PREGI
Una cucina fusion romagnol-asiatica.
La vista dal ristorante sul lungomare di Rimini.
DIFETTI
Difficile contattare il ristorante per la prenotazione.
La mancanza del sito internet.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione da 50 a 75€
Alla carta 75€

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Da Lucio

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