Osteria della Brughiera
Valutazione
Pregi
- L'aperitivo in cantina.
- L'originalità della cucina.
Difetti
- Servizio in affanno con tempi lunghi soprattutto all'inizio.
Una dimora di charme che continua a fare la storia dell’alta cucina bergamasca
Era il luogo prediletto del grande Luigi Veronelli, l’Osteria della Brughiera, un’oasi incantata fatta di sale eleganti e un giardino accogliente e di classe. Qui, da sempre, gli Arrigoni, prima il padre e oggi il figlio, Stefano, accolgono gli avventori nella monumentale cantina, ricca di vini di pregio e salumi, formaggi e sfiziosità altrettanto uniche, frutto di una ricerca maniacale. È in cantina che, difatti, sarete accolti per l’aperitivo, accompagnato da una coppa eccelsa, affettata all’uopo con la Berkel d’ordinanza. Però “la Brughiera” non è solo cibo di qualità, è anche un elegante e raffinato rifugio ricco di opere d’arte e buon gusto, ovunque.
Quanto alla tavola, da quando c’è Stefano Gelmi in cucina, giovane talento cresciuto tra i fornelli e il pass dell’Osteria della Brughiera, la freschezza di idee e la personalità dei piatti sono cresciute a dismisura. Se ne parla davvero poco di questo incantevole luogo ma il nostro menù – incominciato per onor di cronaca con un ritardo nella partenza davvero troppo elevato – si è poi indirizzato e articolato verso un tracciato davvero originale, molto centrato gustativamente e di qualità indiscutibilmente elevata.
Già la partenza, con il polpo di Porto Santo Spirito cotto e crudo con arachide ghiacciata, oliva nera e levistico ha davvero impressionato per originalità e centralità gustativa, poi confermato e anzi superato dalla seppia in variazione successiva, elegante quanto golosa e raffinata, per poi approdare alle paste, in cui hanno decisamente spiccato le penne lisce al burro di stevia, acciughe e gazpacho e gli spaghettini con telline sgusciate.
Ottimo e per nulla scontato il piccione, con abbinamenti e commistioni originali e di livello anche il comparto dolce, in cui spicca una millefoglie molto, veramente molto buona.
Delle difficoltà in partenza di servizio abbiamo già detto, dobbiamo anche dire che il patron e suoi ragazzi hanno poi recuperato adeguatamente con solerzia, attenzione e precisione rimarchevoli. Un plauso, quindi, all’Osteria della Brughiera che, come tante altre “osterie” nazionali, pur non essendo precisamente “osteria” vi cullerà col calore, il garbo e la piacevolezza di un tempo.
La Galleria Fotografica:
Il primo benvenuto, splendido. Amuse bouche. Ancora assaggi… Lo splendido pane. Polpo di Porto Santo Spirito cotto e crudo con arachide ghiacciata, oliva nera e levistico. La seppia del Mar Ligure cotta, cruda e fritta, con “margarita” di piselli. Fiori di zucchini in tempura farciti, caprino, pastinaca fermentata, hummus al finocchietto. Bottoni di pil-pil di rombo con caviale, gamberetti del Tirreno crudi e olio alla rosa. Penne lisce al burro di stevia, acciughe e gazpacho. Zucca, zola e zenzero (cappelletti alla bourguignonne). La salsa in accompagnamento. Spaghettini con telline sgusciate dell’Osteria della Brughiera. Piccione con la sua coscetta ripiena alla n’duja, rabarbaro al ribes rosso, oliva, salsa d’uova di aringa affumicata. Millefoglie al cioccolato bianco e cardamomo, foglie di sedano, gelato alloro. Meringata al “Tiramisù” al frutto della passione e… …la sua granita. Anguria 100%. La piccola pasticceria.