Passione Gourmet Aprudia - Passione Gourmet

Aprudia

Ristorante
largo del Forno 16, 64021 Giulianova (TE)
Chef Enzo di Pasquale
Recensito da Carlo Nicolò

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

  • Ambiente rilassato.
  • Cucina a vista.
  • Parte “dolce” del menù molto originale e interessante.

Difetti

  • Bilanciamento dei sapori di alcuni piatti da migliorare.
  • Qualche impiattamento da migliorare.
Visitato il 02-2021

La cucina indipendente di Enzo di Pasquale

L’Abruzzo è terra di cuochi. Una terra che, negli ultimi tempi, ha formato e sfornato tanti giovani talenti. C’è chi si è affermato oltre i confini regionali e chi, invece, ha deciso di investire forze e denaro in terra natìa. Enzo Di Pasquale è uno di questi ultimi il quale, dopo tanto peregrinare in Italia e all’estero, è tornato nella sua Giulianova con il progetto Aprudia, fresco di nuova apertura post-lockdown, in pieno centro storico nella parte alta della città.

Al pari di un regista di “cinema indipendente” che si autoproduce senza costrizioni e influenze esterne, Di Pasquale nel suo nuovo indirizzo va alla ricerca della massima resa contenendo, giustamente, i costi e, soprattutto, esprimendosi in completa libertà. Come Mark Renton, protagonista di Trainspotting (film cult del cinema indipendente anni ‘90), Enzo Di Pasquale, al momento di scegliere quale impronta dare alla sua nuova insegna, si è trovato di fronte all’eterno dilemma se conformarsi o ribellarsi agli stereotipi, decidendo infine di percorrere la strada dell’autodeterminazione sulle note di “Born Slippy” degli Underworld.

Acquisite le solide basi della cucina classica alla corte di Ezio Santin, le ha adattate alla propria indole e integrate con la propria esperienza di vita e professionale. Ecco, quindi, che si susseguono piatti essenziali e ben presentati, in ognuno dei quali si tende a valorizzare un singolo ingrediente, distintamente di pesce o di carne, attraverso l’uso armonico (salve poche eccezioni) di vegetali in varie forme e consistenze, di spezie e di salse. In particolare, spiccano nell’ambito del menù: la delicatezza della battuta di gamberi rosa che intesse una relazione ossimorica e passionale con l’acidità del pomodoro in duplice consistenza (acqua e polvere) e le note piccanti di paprika e pepe; la freschezza della cicala che fa “sentire il mare” in tutta la sua impetuosità infrangendosi sulle perle di tapioca; la scioglievolezza delle carni di un baccalà dissalato di ottima fattura; l’atipicità dell’uso dei ditalini come formato di pasta, ma che sorprende per la complessità e la concentrazione di sapori dove le acidità di latticello e pomodoro si rafforzano grazie alla sapidità della bottarga.

Negli ultimi due piatti della prima parte del menù lo chef tenta di coniugare il mondo della carne con quella del pesce ma, mentre il connubio “costina di maiale e ostrica” è un matrimonio perfettamente riuscito, l’unione tra fegato di vitello e gamberi di Santo Spirito ricorda una coppia in crisi ove gli elementi principali sono distanti e non comunicanti tra loro, che la liquirizia riesce a far dialogare.

Dulcis in fundo, nota di grande merito per la parte finale del menù, con tre piatti che rappresentano appieno l’indipendenza in cucina di Enzo e nei quali viene abbandonata l’idea classica di dolce stucchevole di fine pasto a beneficio di creazioni originali e prettamente identitarie nelle quali rucola, genziana, cicoria o curry prendono il posto di cioccolato, crema chantilly o dessert scomposti.

Aprudia è, insomma, una nuova bella realtà guidata da un giovane chef al quale va dato sicuramente il merito di non aver mollato nonostante le avversità, realizzando il sogno di aprire il SUO ristorante, in piena fase pandemica. Che sia di monito a tutti. Ad maiora!

La galleria fotografica:

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