Valutazione
Pregi
- Calorosa accoglienza.
- Cucina divertente e saporita.
- Possibilità di scegliere fra porzione intera, mezza porzione e cicchetto.
Difetti
- Tempi di attesa eccessivi.
Il casale dai cicchetti gourmet
Al confine fra il Veneto ed il Friuli, nell’entroterra a ridosso del Tagliamento, c’è un proliferare di agriturismi e, dal 1999, c’è Al Cjasal, una casa contadina gestita dalla famiglia Manias. Il padre, che originariamente cucinava, da qualche tempo ha lasciato la cucina in mano ai due figli e alla compagna del più giovane, specializzata sui dolci. I ragazzi vantano esperienze da Gualtiero Marchesi, Enrico Bartolini e dagli Alajmo.
La sala è gestita con grande sapienza, simpatia e personalità proprio dal padre, coadiuvato dalla moglie e da altri membri della famiglia. Al Cjasal rappresenta proprio una interessante evoluzione dell’osteria che, in chiave contemporanea e gourmet, accoglie in un ambiente arioso, che trasmette calore e serenità. Il senso dell’accoglienza lo si ritrova nella logica del menù, simpaticamente innovativo da un punto di vista concettuale: si ha infatti la possibilità di scegliere, per molte portate, fra la porzione intera, la mezza porzione e il cicchetto, impostazione molto bella, pensata per far avvicinare un pubblico il più esteso possibile, senza spaventarlo né per il prezzo né per l’entità delle portate.
Parco divertimento dei sapori
E così la cucina è sì gourmet ma divertente: gustosa e saporita, ogni piatto gioca proprio sull’umami. Così, ci si può davvero sbizzarrire nella scelta grazie a un elevato ventaglio di proposte, spaziando fra mare e terra. Non manca poi la possibilità di andare su scelte decisamente “confortevoli”, come il panino con hamburger o la costata, entrambi gustosi, teneri e deliziosi.
Il consiglio, però, è di spingersi a provare quanti più cicchetti possibile perché è un susseguirsi di proposte belle da vedersi e buone da mangiare. Particolarmente apprezzati i piatti dove si spinge più sull’acceleratore dei contrasti, della sapidità e del piccante come l’ostrica alla brace con caramello all’aceto di lamponi e granita al cetriolo, il riso al salto mantecato allo stracchino di capra, trota di Sauris fegato grasso e salvia e il pollo caramellato con una deliziosa salsa piccante e lime. La “quaglianbleu” ripiena di formaggio e crudo con salsa BBQ delle sue ossa è una versione goduriosa della Cordon bleu. I dolci chiudono amabilmente l’esperienza.
L’unica area critica, alla fine, è dovuta proprio alla implementazione pratica in termini di servizio della loro filosofia dei cicchetti, che complica ovviamente il tutto in termini di preparazione e tempi. Però il locale è molto bello e si sta bene, alla fine, anche ad aspettare.
E non manca nemmeno la voglia di ritornare, per provare i piatti che non si è riusciti ad assaggiare.