Glass Hosteria

VALUTAZIONE

Cucina Moderna

14/20

PREGI
Ambiente molto gradevole.
Servizio accogliente e professionale.
DIFETTI
Bella tecnica, ma piatti non sempre centrati.

Cristina Bowerman e Fabio Spada formano un binomio protagonista della ristorazione di qualità romana da diversi anni.
Partendo, appunto, da Glass, le loro capacità e la loro verve hanno donato alla città Romeo, uno degli spazi contemporanei che meglio hanno coniugato qualità dell’offerta e architettura contemporanea, e la recente avventura nello street food di Cups, al mercato Testaccio.
E’ comunque Glass l’ammiraglia, il ristorante gastronomico che dall’apertura oltre dieci anni fa ha sfidato le convenzioni trasteverine come un’installazione postmoderna, ancor oggi attualissima nel design, come succede solo quando si progetta con buon gusto e intelligenza.

Si entra da Glass e si viene accolti da una location in cui vetro, legno e pietra si fondono per dare una sensazione calda e pulita insieme e predispongono, con il sorriso del personale, a provare le novità della cucina di questa chef di grande personalità.
Spiace dire che la nostra cena di quest’anno, però, ha registrato diversi momenti meno esaltanti, intervallati da passaggi più riusciti, quasi sempre, questi ultimi, nei piatti meno complessi, nei quali la tecnica si esprime con pienezza.
Infatti, intendiamoci, le preparazioni sono indiscutibili sul versante delle cotture, delle temperature, della tecnica, insomma, segno di una padronanza e maturità ormai conclamate, ma in più di un caso abbiamo registrato una costruzione fin troppo stratificata. Molti ingredienti, figli di cucine diverse e amate dalla chef, dal Medio all’Estremo Oriente, uniti ad altri più vicini alla nostra tradizione, ma che non sempre si armonizzano, con il rischio talvolta di non esaltare le componenti principali del piatto.
Se ci ha pienamente convinto il piccione con frutti di bosco, gastrique e polvere di burro di arachidi, meno convincente è stato lo scampo con cavolfiore in tre versioni e brodo di crostacei, nel complesso un po’ pasticciato e con lo scampo decisamente in secondo piano.
Così come ai secondi, piuttosto riusciti, soprattutto l’agnello al sumac, hanno fatto da contraltare due primi decisamente meno soddisfacenti: risotto, troppo liquido, unico passaggio rivedibile anche nell’esecuzione, e linguine cotte in acqua di peperone, in cui il coulis dello stesso domina perfino sulla bottarga.
Nel reparto dessert, interessante il frangipane con ciliegie e maionese di cioccolato bianco e wasabi, anche se il frangipane potrebbe essere di consistenza più leggera; decisamente meno felice il cioccolato bianco, thé matcha, caffè e kiwi, un assemblaggio di gusti e consistenze piuttosto mal riuscito, che non rende giustizia al livello complessivo della cucina.

Carta dei vini che si è allargata e arricchita negli anni e offre un bel panorama italico, giustamente prezzato. Nelle capatine oltralpe, una bella proposta di Borgogna, solo rossa, e Germania. Nostra culpa l’aver scelto dalla bella selezione un kabinett di Willy Schaeffer che, pur elegante come sempre nei vini di questo storico produttore, presenta un residuo zuccherino davvero troppo elevato per accompagnare il pasto.

La colorata apertura.

apertura, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma

benvenuto, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma
Avocado, miso e yuzu: interessante amuse bouche, in cui avremmo gradito una presenza ancora più incisiva dell’agrume.
Avocado, miso, yuzu, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma
Diverse tipologie di pane, non tutte imperdibili.
pane, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma
pane, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma
Piccione, frutti di bosco, gastrique e polvere di burro d’arachidi: il miglior piatto della serata.
Piccione, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma
Scampo un po’ sacrificato in compagnia del cavolfiore. Molto intenso ma elegante il brodo di crostacei in accompagnamento.
scampo, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma
Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma
Un ottimo vino, poco adatto però ad accompagnare il menù. Nostra culpa.
vino, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma
Linguine cotte in acqua di peperone, alici del Cantabrico, bottarga all’Armagnac, coriandolo fresco e limone candito.
linguine, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma
Risotto Acquerello porri fondenti, ostrica polvere di capperi e crème fraîche.
risotto acquerello, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma
Agnello al sumac, carote stilton e polline di finocchietto.
Agnello, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma
Carbonaro, salsa al bonito e scorzonera.
Carbonaro, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma
Frangipane, ciliege, maionese di cioccolato bianco e wasabi.
Frangipane, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma
Cioccolato bianco, the verde matcha, caffè e kiwi.
dessert, Glass Hostaria, Chef Cristina Bowerman, Roma

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Claudio Persichella

Professionista della forchetta (ex Norbert). Approdato tardi - ma meglio tardi che mai - alla divorante passione per l'alta cucina ha la convinzione che diffuse nel modo opportuno le esperienze possano far avvicinare un gran numero di persone a questo settore sfatando i luoghi comuni. Dopotutto il nostro e' un paese di potenziali buongustai vista la ricchissima presenza di materie prime di altissimo livello di cui abbondiamo. E cosa c'e' di meglio che abbinare ad un pasto da re una gioiosa convivialità?

1 Comments

  1. Mary Grace ha detto:

    Ma ancora ‘sto piccione… lo propinano dappertutto… basta!!! Roma, Parigi… o perché roma copia Parigi?
    Che rispolversassero il petto di pollo, piuttosto. A Barcellona lo chef Xavier Pellicer fa meraviglie con il “poco nobile” (seee!) pollo nel Celeri.

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VALUTAZIONE

Cucina Moderna

14/20

PREGI
Ambiente molto gradevole.
Servizio accogliente e professionale.
DIFETTI
Bella tecnica, ma piatti non sempre centrati.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione: 80€, 110€
Alla carta: 100€

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