Restaurant Mirazur

VALUTAZIONE

Cucina Moderna

16/20

PREGI
DIFETTI

Questa recensione aggiorna la precedente  valutazione che trovate qui

Recensione Ristorante

Una delle tematiche più in voga del mondo gastronomico e sulla quale, ormai, ci capita spesso di discutere, riguarda l’importanza degli ingredienti. La cucina così detta “local”, in questo caso non intesa come rappresentazione e rielaborazione geografica della tradizione, bensì come l’utilizzo e la presentazione nel piatto di un prodotto alimentare a ridottissimo raggio di provenienza. Mauro Colagreco ci aveva già pensato qualche anno fa ad investire sugli ingredienti local, quando decise, dopo importanti trascorsi da due mostri sacri come Passard o Ducasse, di proporre la sua personalissima cucina e, con essa, i prodotti del suo orto in questa felicissima ed elegante villa anni trenta che sormonta “le grand bleu”.

Crediamo che lo scopo primario dell’allestimento dell’orto non era di certo finalizzato al contenimento dei costi – o forse anche – bensì nella possibilità, vista la viscerale predilezione per gli ingredienti vegetali dell’italo-argentino, di avere sempre sotto controllo la grande qualità della materia prima da proporre. Cosa ormai difficile, quanto rara. Il tutto, ovviamente, all’insegna del biologico. Ed è proprio la materia prima il connotato principale della cucina di Colagreco, perfettamente bilanciata tra l’imprinting vegetale passardiano e la leggerezza della cucina mediterranea-provenzale di Ducasse.
Uso predominante di ortaggi, pesce, molluschi e crostacei (ritroviamo il nostro pregiato gambero di San Remo lievemente oltre il confine, ma sempre vicinissimo) maiale, agnello, volatili e simili: sono i protagonisti di una cucina dal gusto molto centrato, che accosta al predominante lato piacione, anche alcuni elementi acidi e amari, al fine di ricercare un più vivace retroscena divertente e meno statico. Così ritroviamo spesso elementi che fanno da spartiacque dei sapori, quali il coriandolo, il lemongrass, lo zenzero o le confetture più amare che dolci. Tutte le preparazioni vengono “regolate” con elementi naturali, tra frutta ed erbe, ad esempio, nell’insalata di fagiolini, taccole e zucchine, interviene con un bel contrasto dolce acidulo la ciliegia. Oppure notevole è il contrappunto dolciastro della purea di pesche a bilanciare l’andamento sapido-salmastro del gambero crudo e ad accentuarne sul finale una nota iodata di tutto rispetto.
Il risultato: uno stile di grande personalità che accontenta pancia e testa.
Scongiurando il pericolo delle onnipresenti zucchine trombetta dell’orto di casa, ci addentriamo in una infinita carta bianca alla quale si aggiungeranno altre sei diverse portate dal Menu Decouverte. Giusto per farci un’idea globale dello stato di forma di questa tavola. Effettivamente ci si diverte.
La vista mozzafiato, la sala elegante e moderna ed il servizio attento e premuroso sono tutti elementi che impreziosiscono l’offerta gastronomica e che, agli occhi di tutti, non possono che rendere “grande” questo ristorante.

Golosissimi bocconi gli amuse bouches: chips di riso con crema di cipollotto e sgombro marinato.

Crocchetta liquida di mais.

Chips di riso, mascarpone, semi e crema di zucca.

Uno dei prodotti in vendita direttamente nel ristorante: olio allo zenzero e il pane appena sfornato (ancora umido all’interno tanto da sembrare quasi crudo).

Uovo pochè, nocciole tostate e calamari.

Cetriolo, ostrica, spuma di aglio, erba ostrica e salicornia.

Il pane.

Ricciola affummicata, riso soffiato, bisque di pesce.

Gambero crudo e pesche.

Insalata di ortaggi, pistacchi tostati e ciliege.

L’interessantissima zuppa di Vongole, rape, fagiolini, cipolloto, sautè di crostacei, lemongrass e coriandolo.

Il signature dish di Calogreco: Finferli, parmigiano quinoa e spugna di prezzemolo.

Dicevamo circa le zucchine?! Ecco il consommè di verdure grigliate e zucchine trombetta =). Però è davvero buona..

Foie gras spadellato, con variazione di rape e confettura di arancia.

Orata, ceci e succo di peperone. Qui Calogreco ci porta nella sua terra di origine con i prodotti locali. Un piatto che racchiude un autentico gusto sudamericano.

Pesce spada, verdure, purea di basilico e di pesche.

Il piatto principale è il petto d’anatra, rapa, carota e quenelle di carota.

Un fatastico predessert, Cetriolo, yogurt, mela verde e coriandolo.

Che precede la più classica variazione di cioccolato, servita a temperature differenti, tra il caldo e l’azotato.

Davvero brillante il secondo dessert: Zafferano, spuma di mandorla e panettone all’arancia.
Seguono i vini, da una carta con pochissime etichette e grandi nomi francesi (dell’Italia c’è traccia, manco a dirlo, solo di Piemonte e Toscana)



Post-dessert: macaron al limone, pralina al cioccolato fondente, cioccolato bianco alla menta.


Il nostro tavolo con fantastica vista sulla città vecchia.

Il pregio: Location fantastica
Il difetto: Carta dei vini che, visto il livello del ristorante, potrebbe essere benissimo più ampia

Mirazur
Mauro Colagreco
Restaurant Mirazur
Avenue Aristide Briand 30
06500 Menton (FR)
Tel. +33 4 92 41 86 86
Fax +33 4 92 41 86 87
Menù 39-60-100-120 euro.
Alla carta 110 euro.

http://www.maurocolagreco.com

Visitato nel mese di luglio 2012


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Leonardo Casaleno

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Leonardo Casaleno

Avvocato di professione e appassionato cinefilo, il suo cammino è stato segnato fin dalla giovane età da un sorprendente incontro con una passatina di ceci sulla via di San Vincenzo: un momento che ha acceso in lui un profondo culto per il cibo. Oggi sfugge con entusiasmo alla monotonia quotidiana per andare alla ricerca di tavole tradizionali o innovative che siano, purchè autentiche e capaci di sfamare la sua curiosità gastronomica. Nutre un altro grande amore per i viaggi che si manifesta in modo spontaneo: prenota un ristorante, quindi pianifica l’itinerario.

2 Comments

  1. andrea ha detto:

    Piatti “di moda” come ” Insalata di ortaggi, pistacchi tostati e ciliege” non mi ispirano molto….

    • Leonardo Casaleno ha detto:

      E invece proprio quello è un piatto che merita. Ha grande personalità ed ha davvero poco di “modaiolo”.

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