Un vino da leggenda
Chianti Collection non è solo Chianti, è anche l’occasione di poter assaggiare una meraviglia tutta tricolore: il Vin Santo del Chianti Classico. Anche se il banco d’assaggio si trova nella parte della Leopolda riservata all’incontro dei produttori con ristoratori e operatori, quindi molto rumoroso, il contatto con queste meraviglie diventa un momento in cui stacchi la spina ed entri in un mondo incantato, fiabesco.
Vini immortali, capaci di sfidare il tempo, ed è proprio il tempo il fattore chiave che li trasforma da vino a liquido eletto, serve molta concentrazione per gioire di ogni singolo aroma e ogni sapore che il Vin Santo può offrire. E’ un momento di affinamento dei sensi ma anche della mente, un atto intellettivo, che può risultare rivelazione. E’ concentrazione pura, è essere completamente presenti nell’atto degustativo, è un momento che ci permette di cogliere la consapevolezze di sé, è come allenare l’anima a carpire la vera natura del bicchiere di vino, si tratta di scavare in profondità a scoprire le piccole sfumature aromatiche e gustative che derivano da 3 anni di affinamento nei caratelli, e dagli svariati in bottiglia, si trasforma e si plasma in qualcosa di difficilmente definibile.

Vini quindi che fanno crescere. Nei tempi attuali, purtroppo, i vini dolci sono stati relegati a vere e proprie comparse nelle carte vini, quando si pensa ai 2, massimo 3 calici in una cena, lo spazio per un vino dolce non c’è più, quindi attirano poco interesse e comunicazione. Ma posso assicurare che aprire una di queste bottiglie regala emozioni difficilmente spiegabili. Ampissimi nel ventaglio aromatico, spaziano tra il caramello, il dattero appassito, il miele di castagno e la frutta disidratata, l’incenso, il pepe bianco, la curcuma, la liquirizia, l’erba officinale e il miele millefiori.
Sul palato il notevole residuo zuccherino che li rende sciropposi è sempre bilanciato da inaspettata acidità e sapidità, anche nei campioni con più anni, e questa è la magia di questo vino, e , naturalmente una persistenza infinitamente lunga. Poche aziende hanno in produzione il Vin Santo, è antieconomico e poco remunerativo produrli, hanno bisogno di molte cure e di molto tempo, ma tant’è, ci sono anche le eccezioni come quelli presentati qui sotto, che considero più che dei semplici vini dolci, delle opere d’arte liquide, senza tempo, senza confini, con un approccio alla degustazione differente rispetto agli altri.
Un vino straordinario, pregiato, inimitabile, che esige un’attenta e meticolosa cura in ogni fase della sua lavorazione. Ma soprattutto, è il simbolo dell’accoglienza e della convivialità in Toscana, dove da sempre accompagna i momenti più significativi della vita familiare.

La storia del Vin Santo
La sua prima menzione risale agli albori del Cristianesimo, probabilmente in riferimento a un vino impiegato nei riti liturgici. Secondo una leggenda, nel 1348, anno della grande peste, un frate domenicano somministrava l’antenato di questo vino per alleviare le sofferenze dei malati. Questa pratica contribuì a diffondere la credenza che si trattasse di un elisir miracoloso, da cui il nome “Santo”.
L’ipotesi più celebre sull’origine del nome Vin Santo risale al 1439, in occasione di un concilio ecumenico tenutosi a Firenze sotto Papa Eugenio IV, con lo scopo di riunificare la Chiesa d’Oriente con quella d’Occidente dopo il grande scisma.
Durante un banchetto organizzato dai Medici, fu servito un vino passito e il Cardinale Bessarione, Vescovo di Nicea, esclamò “Hoc Xanthos est!”, riferendosi forse al suo colore dorato o al sapore simile a quello di un vino prodotto sull’isola di Xanto (oggi Santorini, in Grecia). I presenti interpretarono il termine come “sanctus” in latino, dando così origine al nome attuale.
La produzione
Per la sua produzione si possono utilizzare Trebbiano Toscano e/o Malvasia Bianca Lunga e/o Malvasia Bianca di Candia, per almeno il 60%, da soli o con l’aggiunta di altre uve bianche e rosse, provenienti da vitigni idonei della zona di produzione, fino a un massimo del 40%.
Dopo un’accurata selezione in vigna, i grappoli vengono raccolti manualmente in piccole cassette e trasportati nella “Vinsantaia”, un ambiente chiuso e ben ventilato dell’azienda, tradizionalmente situato nel sottotetto. Qui, per secoli, sono stati conservati materiali e alimenti essiccati, in parallelo alle cantine sotterranee. L’appassimento delle uve può avvenire con due metodi principali: disponendole su stuoie intrecciate, dette “cannicci” o “graticci” a seconda delle aree, oppure appendendole a sostegni.
L’elemento essenziale per un’ottima riuscita è la corretta circolazione dell’aria tra i grappoli, evitando il contatto ravvicinato. Questo processo di lenta disidratazione inizia a settembre e può protrarsi dai 3 ai 6 mesi. A causa dell’elevata concentrazione di zuccheri nel mosto, i lieviti presenti sia nei barili che nell’ambiente della Vinsantaia iniziano a consumarli lentamente durante i rigori invernali, avviando così la fermentazione alcolica. Le condizioni climatiche esterne giocano un ruolo chiave nell’evoluzione del Vin Santo: il freddo ne rallenta la fermentazione, mentre il caldo la riattiva fino a renderla impetuosa. Secondo il disciplinare, il vino deve maturare per almeno 3 anni in piccole botti di legno, chiamate localmente “caratelli”, dove fermenta seguendo numerosi cicli stagionali e affina al contempo. Nella versione “Riserva”, il periodo minimo di invecchiamento si estende a 4 anni. Questi particolari fusti di legno, di capacità ridotta (50, 70, 100 litri, raramente 200), sono spesso molto antichi, a volte persino centenari. Sono realizzati con essenze oggi poco utilizzate, principalmente castagno, ciliegio, acacia e gelso, con una presenza minima di rovere. I caratelli vengono riempiti lasciando una piccola quantità di aria nella parte superiore e sigillati con cura.
La degustazione di Vin Santo del Chianti Classico
Vin Santo del Chianti Classico Sant’Andrea Corsini 2006 Villa le Corti Principe Corsini
Ambrato di grande spessore. Olfatto concentrato e ampio con canditi di arancio e cedro, dattero, uva passa, mango e ananas disidratato, zenzeroLo zenzero (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo) originaria dell'Estremo Oriente. Coltivata in tutta la fascia tropicale e subtropicale, è provvista di rizoma carnoso e densamente ramificato dal quale si dipartono sia lunghi fusti sterili e cavi, formati da foglie lanceolate inguainanti, sia corti scapi fertili, portanti fiori giallo-verdastri con macchie... Leggi candito, cioccolato al latte, incenso, cenni smaltati e iodati. Morbido e denso al gusto, sorretto dall’incisivo sostegno acido a equilibrare il quadro gustativo. Grandissimo il volume, la concentrazione e la persistenza. Superfluo dire immenso… 96/100
Vin Santo del Chianti Classico 1996 Castello di Selvole
Naso che mi cattura per ampie sensazioni di albicocca disidratata, miele di zagara, scorza di arancio candito, soffi iodati. Bocca che eccelle per dolcezza avvolgente e un raffinato apporto sapido che la equilibra. La fusione che si è venuta a creare tra le varie componenti gustative, acidità, sapidità, corpo, morbidezza lo forgiano come vino di vera essenza. 95/100
Vin Santo del Chianti Classico Castello di Brolio 2014 Ricasoli
Ambrato splendente, copioso nei profumi di albicocca e papaya disidratata, arancia candita, miele, caramello, pan di zenzero, tracce salmastre e iodate. Dolce e sapido all’assaggio, avvolgente, ragguardevole la nota acida, lungo nella persistenza. Progressione gustativa infinita da percepire e da godere in assoluto relax. 95/100



Vin Santo del Chianti Classico 2010 San Fabiano Calcinaia
Al naso sfilano intense note di confettura di albicocche, datteri, uva passa, caramello, miele di acacia, panforte, cera d’api, cioccolato bianco e tocchi salmastri. Bocca densa e gradevole, compensata nel finale dall’ottima scia acida. Lungo e sapido. Altro Vin Santo dalla sbalorditiva lunghezza, arricchito da aromi di pepe bianco. 94/100
Vin Santo del Chianti Classico Il Poggiolino 1987 Il Poggiolino
Sensuale scenario aromatico, prorompente di albicocca secca, miele di zagara, zafferano, uva sultanina, pan di zenzero, incenso, cioccolato bianco, cera d’api, caramella d’orzo, eco salmastro. Avvolge il palato con piacevole incisività, confermando l’eleganza e il garbo, equilibrando con agile sapidità, l’innata morbidezza. Chiude con un’interminabile scia aromatica. 94/100
Vin Santo del Chianti Classico 2020 Tenuta di Nozzole
Ambrato lucente. Naso complesso e intenso, con nette sensazioni di frutta candita e secca, albicocca disidratata, fichi secchi, miele millefiori e sfumature di caramello. Dolce e morbido, sorretto e mitigato dalla giusta scia acida. Ottima la persistenza con rimandi di panforte e caramello salato. 93/100



Vin Santo del Chianti Classico 2012 Castello di Meleto
Ambrato intenso. Olfatto complesso, l’uva sultanina cede il passo a note di confettura d’albicocche, fichi secchi e e datteri, il tutto ben legato da suadenti sentori di caramello e miele di zagara, seguono note di arancia candita, aromi balsamici ed erbe aromatiche. In bocca ottima acidità bilancia la massa calda e morbida, energico, ben bilanciato e dalla incredibile persistenza. 93/100
Vin Santo del Chianti Classico 2014 Fontodi
Ambrato luminoso. Naso di grande finezza che apre su frutta candita, frutta secca, buccia d’arancia, caramella d’orzo, tocchi salmastri, resine, incenso, curcuma. Bocca decisamente ampia, morbida ed equilibrata, con sapidità a rendere la progressione gustativa infinita. 93/100
Vin Santo del Chianti Classico 2011 Opre Giacomo Grassi
Ambra scuro. Complesso nelle note di fico secco, caramello, torrone, cenni smaltati, di incenso, di miele di castagno. Bocca calda, garbata, avvolgente, ben sorretto dalla spalla acida e dalla sapidità minerale. Molto lunga la persistenza, siglata da un’interminabile scia speziata. 93/100
Vin Santo del Chianti Classico 2015 Lornano
Ambra chiaro. Profumi densi e complessi di albicocca secca, un pout-pourri di agrumi secchi e canditi, toni marini, caramella d’orzo e datteri. Dolce e avvincente, investito da sostanziale freschezza e da un’apprezzata vena acida. 92/100