Passione Gourmet Moebius Sperimentale - Passione Gourmet

Moebius Sperimentale

Ristorante
via Alfredo Cappellini 25, Milano
Chef Enrico Croatti
Recensito da Alessandra Vittoria Pegrassi

Valutazione

16.5/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

  • Il ‘Social Table’ che offre agli ospiti la chance di interagire con la cucina.

Difetti

  • Lo scarso comfort delle poltrone al bancone che inficiano un poco la piacevolezza della cena.
Visitato il 09-2024

La cucina sperimentale di Enrico Croatti

Questa insegna, avviata nel 2020, si distingue in primis per i bellissimi spazi che occupa all’interno di un ex capannone industriale, articolati su due livelli: il vastissimo pianoterra, rischiarato da enormi vetrate, allestito con divanetti e un grande tavolo sociale che ospita circa 30 persone, dove assaporare in allegria tapas e cocktail d’autore e quello superiore che ospita il ristorante Sperimentale, sospeso in un bellissimo soppalco isolato da una teca di vetro, anch’esso dotato di un tavolo comune di sei coperti, prospiciente la cucina, dove seguire passo passo le preparazioni. In questo affascinante scenario a mezz’aria, ormai da quasi un lustro, si muove con appassionato slancio lo chef riminese Enrico Croatti, classe 1982, che propone menu ben strutturati e ricchi di tecnica ma mai saccenti e dogmatici, bensì densi dell’ élan vital del cuoco e del suo cuore romagnolo.

Il percorso a mano libera

Il debutto non prevede convenevoli con amuse bouche o tartine varie bensì un Sashimi di grande espressione stilistica e gusto che precede il Brodetto di pesci alla Riminese allestito con trancetti di sogliola, scorfano, scampo, seppia e branzino, la cui zuppetta – che elenca ben 12 pesci- sdilinquisce i sensi per la perizia della preparazione ma anche per la sua potenza talassica, umamica e piccantina; sempre dal mare irrompe il Risotto ai molluschi evocante tutta l’intensità e i profumi salmastri del litorale, perfezionato dalla peculiare consistenza delle lumachine; assaporiamo poi del Bovino crudo, funghi porcini in un’acqua di parmigiano reggiano: una sorta di Albese in versione liquida e «comfort» da sorbire al cucchiaio (forse più adatta come antipasto?). Gli Agnolotti, ripieni di ossobuco, incarnano la fusione che coniuga la profondità e la ricchezza di sapore della farcia con la delicatezza della pasta fresca, completata una potente crema allo zafferano, che riaccompagna immediatamente a Milano.

Il Pre dessert, opportunamente poco zuccherato, è molto profumato e mette in luce l’eccellente fico settembrino e le sue foglie con un ‘gelato’ romagnolo di squacquerone; il finale scorre via in leggerezza con il crostigliante Fogliame ai mirtilli neri selvatici che donano un giusto guizzo di acidità dall’effetto eupeptico e rinfrescante. Servizio attento e solerte, ma mai invadente.

PIATTO MIGLIORE: Brodetto di pesci.

La Galleria Fotografica:

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