Don Alfonso 1890 – San Barbato

VALUTAZIONE

Cucina Classica

16/20

PREGI
Una cucina di alto profilo in un contesto di livello a costi accessibili.
DIFETTI
Una carta dei vini esageratamente compatta.

La firma della famiglia Iaccarino

La loro firma compare nei cinque continenti ma la scommessa della vita la famiglia Iaccarino l’ha voluta giocare qui al Sud, doppiando la storica sede di San Agata sui due Golfi, dove tutto era cominciato cinquant’anni addietro. Così, geograficamente in prossimità ma davvero lontano da tutto e da tutti, a Lavello, 13mila anime sulla collina che sconfina in territorio pugliese, il sogno di un imprenditore illuminato è riuscito a prendere forma per dimostrare che la Basilicata esiste e può divenire una tappa imprescindibile nel grand tour del Meridione. Così, improvvisamente, la sagoma del complesso del San Barbato Resort fa intravedere le sue curve di vetro attraverso le palme che infilano un paesaggio quasi lunare. Scorrono prima l’insegna di Proxima, la seconda casa di Franco Pepe, poi Sansei, l’ultima di Nobuya Niimori, infine appare la grande roccia con la targa Don Alfonso 1890 che invita al parcheggio. Saliti al primo piano, l’eleganza è il nero delle sue superfici, le luci soffuse a compensare il clamore esterno di piscina e fontane, i tavoli distanziati, il silenzio e l’accoglienza di un servizio felpato già da grand table.

La Basilicata esiste

A raccontare questa storia ci sono i piatti di Donato De Leonardis, fortemente ispirati alla sua terra lucana e inevitabilmente impregnati dagli esiti di un curriculum affollato di maestri. Tra gli inizi non si dimentica l’Agnello con zucchina e frutti di bosco, poi c’è l’irruzione del territorio tra peperone crusco e bufala nel gemellaggio con l’atmosfera sudamericana del Ceviche con il lime. Diverte e appaga il palato il Risotto di ottima fattura ispirato alla Margherita Sbagliata del succitato maestro pizzaiolo Pepe, fedele alla sua iconica goemetria tricolore. Infine, l’eco della selvaggina, passione condivisa con Don Alfonso Iaccarino, si palesa nell’equilibrismo dell’abbinamento con Riccio di mare e ciliegia, in un piatto che travalica i confini del comfort food che viceversa caratterizza il finale con un dessert tutto concesso alla golosità.

Carta dei vini alla quale si concederà il tempo necessario per crescere affinché si affermi in toto la potenzialità di un progetto così ambizioso.   

IL PIATTO MIGLIORE: Ceviche di ricciola, latte di bufala lucana, peperone crusco e lime.

La Galleria Fotografica:

Visited 2 times, 1 visit(s) today
Picture of Giampiero Prozzo

Giampiero Prozzo

Architetto napoletano della metà degli anni ’60. Vittima felice delle conseguenze dell’amore. Per i viaggi. Dunque leggere, esplorare, ascoltare, fotografare, comprendere, assaggiare o della sola azione che le compendia magnificamente tutte: mangiare e bere. Ovunque. Dopo, raccontare di un pranzo, sarà un nuovo modo per parlare del mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

VALUTAZIONE

Cucina Classica

16/20

PREGI
Una cucina di alto profilo in un contesto di livello a costi accessibili.
DIFETTI
Una carta dei vini esageratamente compatta.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione da 4 portate a 100€ e da 6 portate a 130€

Prezzo medio alla carta 100€

RECENSIONI CORRELATE

Le Trabe

Le Trabe

Visite PRECEDENTi

Nessuna visita precedente trovata.

RECENSIONI CORRELATE

Recensioni Ristoranti Europa Visualizzazioni:120

Nerua

Una cucina per sottrazione Nerua è il nome in dialetto basco del fiume che attraversa la città di...

Recensioni Ristoranti Italia Visualizzazioni:292

Wistèria

Ristorante Wistèria, insegna veneziana, ha già visto passare tra le sue mura diversi cuochi di...

Recensioni Ristoranti Italia Visualizzazioni:461

Ausa

Ausa, ristorante dei giovani Anisia Cafiero e Pasquale De Biase, propone una cucina dal concreto...

Close