Acquasanta

VALUTAZIONE

Cucina Moderna

14/20

PREGI
Cucina decifrabile e non cervellotica.
Servizio di sala sorridente, snello e gentile.
DIFETTI
Alcune consistenze borderline.
Certe temperature di servizio da rivedere.

La brezza marina del rione xx

Nel quartiere storico di Testaccio, preso d’assalto da turisti e fanatici della cucina romana popolare, Acquasanta rappresenta un unicum. Il nome del locale ne è già il manifesto. Qui, mare e materia ittica sono una cosa seria, velate di un’aura quasi sacrale, come suggerisce l’insegna. D’altronde, l’elemento dell’ichthýs (“pesce” dal greco antico) ritorna a più riprese nella cultura cristiana: dagli apostoli pescatori alle vigilie di magro. Giocando sulla suggestione, la proposta dello Chef Enrico Camponeschi non può che poggiare sul pescato del giorno e su freschissimi esemplari d’acqua salata provenienti dall’asta di Anzio, località d’origine dei titolari. L’atmosfera elegante (ma non austera) viene riprodotta in larga misura dall’arredo di contrasto e dall’ambience tipici del fine dining contemporaneo e minimalista. Uno sguardo curioso va riservato alla carta dei vini che strizza l’occhio ai trend attuali, polarizzatasi sui bianchi macerati e sulla produzione “naturale”, con qualche rifermentato in bottiglia.

Tra sacro & profano

La storia di quest’area della città, rievocata anche dall’antistante Fontana delle Anfore, che in epoca romana giungevano cariche nel limitrofo porto fluviale, non sembra condizionare l’offerta. Non c’è spazio quindi per la “tradizione” (men che meno per il garum). I piatti di Camponeschi sono piuttosto espressione di una cucina di mare creativa ma schietta che mette al centro l’ingrediente, senza sottoporlo a trasformazioni eccessive nel tentativo di preservarne proprietà e caratteristiche originarie. Non mancano incursioni di terra nel menù di Camponeschi. Fra queste, nel caso del Tortello ripieno d’anatra, è da apprezzare lo sfogo concesso a uno dei sapori più impopolari di sempre, l’amaro, esaltato dalla presenza generosa di chips di radice scorzonera in un prezioso lavoro di liaison tra le altre componenti: callosità della pasta, ricchezza della sua farcia, intensità dello scampo crudo, freschezza del gel di pompelmo intervallata dalle sue spunte aspre. Squisito poi il Tonno alla catalana che, lungi dall’essere un mero assemblaggio insapore e modaiolo, trova come crudo il suo senso in carta sotto un’aioli calibrata e in armonia con le note vivaci del pomodoro bruciato. L’esperienza viene perciò scandita da una sequenza culinaria dal gusto forte, che non vuole filtri e che scansa forme di mediazione. Eppure, scomodando Van der Rohe, less is more. In effetti, l’impressione di fondo è che talvolta qualche spigolo andrebbe smussato. Ne è emblema il risotto, realizzato con il meraviglioso Risotto carnaroli Riserva San Massimo: ben eseguito tecnicamente ma sbilanciato verso il dolce, sensazione che non lascia mai il palato e che non si giova di alcuna sterzata (attesa invece dalla spuma di erborinato). Portata golosa per alcuni, statica per altri.

L’esito complessivo certifica comunque una cucina di buona qualità seguita dalle creazioni audaci della pastry chef Giulia Fusillo che non teme di lambire il profano reinterpretando alcuni grandi classici in chiave dessert. L’Acquasanta c’è, le potenzialità anche; non resta che attendere la definitiva benedizione.

IL PIATTO MIGLIORE: Tortello d’anatra, scampi, scorzonera, pompelmo.

La Galleria Fotografica:

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Eugenio Marini

Romano, background americano, dopo gli studi in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, è riuscito finalmente a dare voce alla passione maniacale per la cucina che lo accompagna sin da piccolo; non potendo più nasconderla, memore del breve trascorso da giovane aiuto cuoco, si è iscritto al master in comunicazione, giornalismo e critica enogastronomica del Gambero Rosso. Oggi, partendo dal rispetto per gli artigiani superstiti che raccontano con i loro prodotti il territorio, afferma convintamente il ruolo imprescindibile del cibo non solo come nutrimento ma anche quale meraviglioso passepartout.

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VALUTAZIONE

Cucina Moderna

14/20

PREGI
Cucina decifrabile e non cervellotica.
Servizio di sala sorridente, snello e gentile.
DIFETTI
Alcune consistenze borderline.
Certe temperature di servizio da rivedere.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione “Mare verde 50€, “Te li ricordi i ricordi” a 80€ e “Mare in primavera” a 90€

Prezzo medio alla carta 80€

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