Passione Gourmet Madres - Passione Gourmet

Madres

Ristorante
via Muro Padri 7 , Verona
Chef Hakim Bensalah
Recensito da Roberto Bentivegna

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

  • La scelta tra sake, kombucha e vino.

Difetti

  • Aperto solo a cena.
Visitato il 09-2022

Una cucina di contaminazioni

Madres, cioè le radici, la famiglia, le madri e donne presenti nella nostra vita, che ci proteggono e ci fanno crescere. Oppure Mad Res(taurant): il ristorante matto. Lascia spazio a più interpretazioni il nome di questo nuovo locale a Verona, nato nel quartiere giovane e universitario di “Veronetta”. C’è in effetti un pizzico di follia nel “laboratorio” di Hakim Bensalah, trentunenne di origini marocchine ma dall’accento veneto. Follia e belle vibrazioni: quelle che si respirano nei luoghi in cui tutto il gruppo tra sala e cucina gira all’unisono, in cui si vuole fare qualcosa di importante. La cucina di Hakim è frutto di contaminazioni: su una evidente base giapponese, si aggiungono elementi e strutture che disegnano una personalità affascinante. Ci sono idee, tante, supportate da una solidissima capacità tecnica, ma c’è soprattutto un pensiero che tiene unito il percorso Omakase. Ottima la precisione e concentrazione del gusto, senza confusione o sovrastrutture inutili: si va dritti all’essenza dell’ingrediente, nel puro stile del Paese del Sol Levante.

Omakase veronase, in salsa marocchina

Come nel katsusando di ventresca di tonno rosso e aglio nero, dove la ventresca è affinata nel sale e zucchero di canna e poi preparata in tempura: umami allo stato puro. O nella Thai omelette, con granchio blu e gambero bianco, piatto che definiremmo gourmand ma non per questo meno convincente. In alcuni piatti si intravede ancora più complessità dei sapori, con finali più lunghi e maggiori interazioni tra gli ingredienti, ed è probabilmente questa la strada da seguire con convinzione. La cappasanta curry e porcino è risultata uno dei piatti più completi dell’Omakase: una cappasanta con riso soffiato, salsa al curry e porcini appena padellati, profonda e lunga in bocca. O ancora la triglia con dashi di scoglio, miso di pomodoro, garum e infusione di cipollotto: la vetta della serata, in una preparazione che apre la strada a un nuovo modo di interpretare uno dei gusti italici per eccellenza.

È confortante accertarsi che c’è ancora tanto da dire nel mondo della ristorazione… Ovviamente mai nessuno sconto sulla qualità degli stessi, dai ricci siciliani tanto dolci da tornare buoni anche per dessert (e così è stato…) a un tonno rosso concentrato di umami. E poi l’ingrediente fondamentale per un grande locale: ci si diverte, tantissimo.  C’è un bancone, a cui assistere a tutte le preparazioni e vivere più da vicino il lavoro dello Chef, e alcuni tavoli perfettamente serviti da personale giovane e molto preparato anche sui dettagli delle preparazioni delle portate. Piccolissima selezione di ottime bottiglie (che buono il Clandestin, champagne Blanc de Noirs dritto e preciso come una lama) e Sake, ma alle volte è disponibile anche qualche Kombucha. Il gruppo è giovane, si avverte la tensione verso la crescita e obiettivamente i numeri ci sono tutti per portare quella che è già una ottima proposta a un livello ancora superiore.

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