Al Gambero

VALUTAZIONE

Cucina Classica

16/20

PREGI
Grande attenzione ai dettagli in sala e in cucina.
Carta dei vini molto interessante.
Rapporto qualità prezzo molto buono.
DIFETTI
Cucina eccessivamente ricca, voluttuosa e consistente.

La quarta generazione di una tavola senza tempo

Era un po’ che non tornavamo qui a Calvisano, nella capitale del nobile caviale italiano. Siamo qui Al Gambero, uno dei templi assoluti di quella che, una volta, era considerata la grande ristorazione borghese italiana. E, con gioia e grande piacere, abbiamo toccato con mano che non è cambiato quasi nulla.

È proprio così. Ci sono dei luoghi in cui si torna per provare emozioni nuove, per verificare la crescita e l’evoluzione della cucina, per abbracciare col palato nuove tecniche e sperimentazioni. Altri, invece, in cui si torna per il semplice piacere di mangiare bene e, più in generale, di stare bene a tutto tondo senza cercare molto altro. Posti in cui si torna addirittura sperando che nulla sia cambiato. Certo, il modo migliore per godere di un pranzo Al Gambero sarebbe quello di farlo con la mente libera, senza dover poi esprimere un giudizio e racchiuderlo in numero.

Ovvero, semplicemente, godere, di una cucina che regala piacere senza che ci si domandi per forza quanto essa sia piaciona o ruffiana, quanto sia originale o leggera, e quanto si sia rinnovata rispetto alla nostra precedente esperienza.

Grande golosità e precisione nelle cotture e nelle consistenze

Godere, anche, di un’accoglienza che ha pochi eguali. Perché Antonio Gavazzi è un grande padrone di casa, e non temiamo di peccare di lesa maestà se lo avviciniamo a Maestri del calibro di Antonio Santini. Servizio impeccabile e mai ingessato che risolve con un sorriso qualsiasi inconveniente ed esaudisce ogni richiesta alla velocità della luce.

Poi, godere di una carta dei vini che tra grandi bollicine e chicche di piccoli produttori locali è un invito alla più pura perdizione enologica.   

Quanto ai fornelli, c’è Edvige Gavazzi, che è riuscita a trasmettere il suo sapere e la sua passione alla nuora Maria Paola Geroldi, che oggi guida la sua piccola brigata con sicurezza e autorevolezza. La sua cucina è un inno al “ti piace vincere facile” ma, come si diceva, qui ci si deve venire per godere e basta e, pertanto, per convincersi che la crema di patate, caviale, mazzancolle, e bottarga di caviale sia davvero golosissima basta leggere gli ingredienti. Stesso discorso per le capesante, crema di patate, uovo di quaglia e tartufo nero che, dopo il primo boccone, ti spediscono direttamente nell’inferno dantesco e precisamente nel girone dei golosi…

Il riso d’aMare mantecato all’olio extravergine del Garda con scampi, mazzancolle, gamberi e capesante crudi prosegue la tradizione dei grandi risotti di casa Gavazzi e la lingua brasata, accompagnata da un’eccellente mostarda di frutta, essenziale e didascalica sembra evocare una cucina “affettiva”.

Scriveva Brillat-Savarin: “Il buongusto è un atto del nostro giudizio col quale diamo la preferenza alle cose che sono piacevoli al gusto su quelle che non hanno tale qualità”. Ebbene, Al Gambero questa massima si ritrova materializzata in ogni piatto e, pertanto, non possiamo che augurare al ristorante e al progetto di vita della famiglia Gavazzi tutto il bene del mondo.

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Giovanni Gagliardi

Avvocato gourmet napoletano emigrato a Milano. Seguace del Buono in ogni sua espressione, della stagionalità, del rispetto delle tradizioni e del contesto culturale e territoriale in cui ogni cucina anche d'avanguardia deve esprimersi. Adora le innovazioni purchè siano emozionanti, e l'Alta cucina, ma solo se la A è maiuscola, convinto che per andare oltre la tradizione un cuoco necessiti di tanto talento.

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

16/20

PREGI
Grande attenzione ai dettagli in sala e in cucina.
Carta dei vini molto interessante.
Rapporto qualità prezzo molto buono.
DIFETTI
Cucina eccessivamente ricca, voluttuosa e consistente.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menu degustazione: 87€
Alla carta: 75€

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