Passione Gourmet Picolit - Passione Gourmet

Picolit

Vino
Recensito da Angelo Sabbadin

Picolit, ovvero prezioso e unico

Affascinante, unico e misterioso, il Picolit è un raro vitigno a bacca bianca, autoctono del Friuli-Venezia-Giulia. Il grande Luigi Veronelli ne ha tessuto le lodi molti anni fa, affermando: “Non credo vi sia in Italia vino più nobile di questo, ciò che per la Francia è lo Chateau d’Yquem“. Per questo assai grande è stata l’emozione, assaggiando questi preziosi e rarissimi vini, generosi nella parte olfattiva, avvolgenti e cremosi sul palato, buoni anche da soli o con qualcosa di salato, in aperitivo. 

Un ermafrodita “femminile” e un polline che non impollina

Solo pochissimi tra gli acini dei grappoli del Picolit arrivano a maturazione, e ciò è dovuto a un naturale aborto floreale: nel Picolit, infatti, il fiore – femminile – ha un polline quasi totalmente sterile, che provoca l’impossibilità di gran parte dei fiori di diventare frutti, rimanendo allo stato embrionale. Il fiore della vite, per la quasi totalità delle varietà, risulta essere ermafrodita, ovvero contiene sia la parte maschile sia quella femminile. Il fiore del Picolit è un fiore “ermafrodita fisiologicamente  femminile” cioè presenta gli stami (la parte maschile) più corti e ripiegati verso il basso, i quali producono un polline che, come detto, non germina e, quindi, non è in grado di fecondare la parte femminile, peraltro funzionale.

Il grappolo risulterà dunque assai spargolo, con radi, piccoli acini che saranno, quindi, molto più ricchi di zuccheri e sostanze aromatiche. Eppure, per garantire una produzione minima (circa 40 q/ha) il vitigno deve essere messo a dimora vicino ad altre varietà, in modo da favorire l’impollinazione incrociata. Ogni anno è diverso riguardo all’impollinazione, non c’è una regola, quindi ogni anno la percentuali di chicchi che arrivano a maturazione varia, e ciò rende ancora più affascinante, perché capriccioso, il vino da uve Picolit.

DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit 2018 di Marco Sara

Naso fresco e dinamico, dal volume imponente, dispensa note di albicocca secca, dattero, miele di castagno, arancia candita, accenti floreali e speziati. Il palato è ricco, ampio, caldo; mostra poco residuo e tanta freschezza, accesa da un soffio iodato. Ottima la persistenza, su note di cioccolato bianco e caffè. 93

DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit 2018 di Colutta

Ambra intenso, magnetico e complesso l’olfatto che gioca su intensi sentori di arachide, dattero, fichi secchi, vaniglia, caffè, cioccolato al latte, croccante alle mandorle e caramello. Al palato entra caldo e avvolgente, setoso, composto; un accenno di tannino solletica il palato, ottima la persistenza con soffio iodato. 92

DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit 2017 di Valentino Butussi

Piacevole e molto complesso all’olfatto, regala intense note di dattero, albicocca disidratata, miele di castagno, caramella d’orzo, cioccolato bianco, caffè e spezie dolci. Al palato è caldo, cremoso, intenso, fin grasso comunque piacevole, nonché corredato di un’ottima vena fresca, che gli da slancio. Sapido e molto persistente in chiusura. 92

DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit 2017 di Paolo Rodaro

Elegante olfatto che unisce intense note di frutta disidratata, dattero, miele di castagno a tocchi di spezie dolci, caffè, cioccolato bianco. Palato energico, caldo, avvolgente, cremoso, dotato di buona freschezza a bilanciarlo; lunghissima la persistenza con finale di tostatura. 91

DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit 2017 di Sara & Sara

Classico e tipico all’olfatto, dove la confettura di albicocche fa da apripista alla frutta secca, ai fichi canditi, ai datteri, alla cera, il tutto con una dolce speziatura. Al palato ha una concentrazione adorabile, una calda materia che viene bilanciata da freschezza e sapidità che lavorano assieme a bilanciare l’assaggio.  91

DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit 2017 di Giovanni Dri Il Roncat

Oro lucente alla vista, intenso e di estrema finezza, le note sono di frutta secca, agrume candito, albicocca e pesca disidratate, dattero, fiori gialli e miele. È splendido sul palato, cremoso, tutto succo, avvolgente,  sorprende il grande slancio fresco-sapido. 89

DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit 2016 di Jacùss

Profilo olfattivo ampio e appagante, dispensa note di dattero, miele millefiori, albicocca disidratata, frutta secca, noci, nocciole, caramello. Palato sostanzioso e caldo, vellutato e avvolgente, solare e rotondo ma marcato da mirabile freschezza. Finale molto persistente con scia di caffè e cioccolato bianco. 92

DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit 2016 di La Sclusa

Profumi delicati, morbidi e appaganti.  L’ouverture è sulla frutta disidratata, l’albicocca, il melone, il mango, il miele, l’arancio candito e il dattero. Bilanciato il sorso che avvolge il palato, il residuo zuccherino crea cremosità ma quasi tutti questi vini sono dotati di freschezza sorprendente. Persistente il finale, vanta note dolci di tabacco e iodio. 88

La DOCG del Picolit

Il Picolit è diventato DOCG nel 2006. La denominazione Colli Orientali del Friuli Picolit prevede la vinificazione in purezza delle uve provenienti solo da alcuni ristretti territori della collina friulana orientale. In queste zone il terreno (detto Flysch di Cormons) è costituito da un’alternanza di strati di argille calcaree (marne) e sabbia calcificate (arenarie), dove si possono trovare facilmente resti di fossili marini. Viene vendemmiato rigorosamente  a mano negli ultimi giorni di ottobre e, per un mese circa, l’uva viene posta su graticci, in locali ventilati fino a che la concentrazione  zuccherina raggiunge il livello desiderato. In questo periodo viene più volte sottoposta a selezione  manuale per eliminare eventuali acini ammuffiti o guasti. Dopo la pressatura, la fermentazione si svolge lentamente in legno e termina spontaneamente con i primi freddi invernali lasciando così un residuo zuccherino piuttosto elevato (oltre 100g/l). Una successiva fase di maturazione sui lieviti e l’imbottigliamento, a 18 mesi dalla vendemmia,  favoriscono la longevità del Picolit

DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit 2018 di Monviert

Il naso è dolce, morbido, e si esprime su note di caramello, burro di arachide, frutta disidratata, fiori gialli, note di miele e soffio speziato. Di grande sostanza il sorso, carezzevole, cremoso, avvolgente, più sapido che fresco, molto persistente e con un  leggero finale amarognolo, che ricorda note fumé. 88

DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit 2018 di Specogna

Profilo olfattivo completo caratterizzato da intensi sentori di arachide, dattero, agrume candito, vaniglia, caffè, cioccolato bianco, croccante alle mandorle e caramello. Sul palato entra caldo e avvolgente, goloso ma anche fresco. Un accenno di tannino solletica il palato, di ottima la persistenza.  87

DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit 2017 di Comelli

Olfatto maestoso, inebriante, con intense note di albicocca secca, dattero, miele milefiori e soffio floreale. Il sorso è di grande volume, ricco. Il residuo importante è bilanciato da una sottile freschezza e dalla buona persistenza, con rimando di tostatura, caramello e caffè. 90

DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit 2017 di Ermacora

Bella la dimensione olfattiva, che gioca sull’albicocca disidratata, pesca, miele millefiori, agrume, marzapane, cioccolato al latte e pepe bianco. Sul palato esprime una trama gustativa ricca e centrata, dove una materia voluminosa e densa ricorda il velluto, salvo poi mostrarsi con un finale slanciato e fresco. È un vino dinamico, che esprime energia. 89

DOCG Colli Orientali del Friuli Colle Picolit 2017 di Colle Villano

Profumi evoluti, intensi e tipici: scorza d’arancia candita, dattero, miele di castagno, caramella d’orzo, albicocca, fiori di campo e di camomilla, soffio iodato e fumé. Al palato è largo, pieno, avvolgente e vellutato; il poco residuo è bilanciato da una buona freschezza. Ottimo lo slancio finale, da godere seduti in poltrona. 87

Picolit, nome omen

Esistono due possibili significati riguardanti il nome Picolit, la prima fa riferimento alle ridotte dimensioni dell’acino e del grappolo dovute al fenomeno dell’acinellatura, ossia all’aborto floreale. Una seconda, invece, lo collega alla parola dialettale “pecol” da cui Piculit, riferito alla sommità delle colline dove viene favorita la maturazione delle uve. 

Se ci sono due possibili significati per la spiegazione del nome, non ci sono dubbi su chi sia il padre indiscusso del Picolit, ovvero il Conte Fabio Asquini di Magagna, agronomo (1726-1818) il quale, pur essendo  astemio, riuscì ad impostare un vero e proprio progetto  commerciale e promozionale nella seconda metà del secolo. Grazie a lui il vino fu commercializzato e venduto grazie allo snodo commerciale di Venezia, che lo portava nelle principali corti europee e nel papato. L’operazione si dimostrò da subito molto redditizia per l’alto prezzo spuntato – il Picolit era 29 volte più caro della media  dei prezzi di vino comune dell’epoca – e la sua clientela illustre.

La storia più recente, invece, è legata alla famiglia Perusini agli inizi del 900’ presso la Rocca Bernarda: a costoro si deve la messa a dimora di un’antica vigna di Picolit cui si cercò di trovare una soluzione in merito al principale problema della scarsa produttività. Il figlio, Giacomo Perusini,  continuò l’opera del padre ed ebbe il merito di riportare in auge la fama del vino grazie soprattutto a una produzione di elevata qualità.

Picolit oggi designa un nome e un vino che, quando si incontra, difficilmente si scorda. A rapire i sensi la trama gentile e  il carattere vellutato e carezzevole. Uno dei tanti esempi del bello e buono della nostra Italia.

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