Un racconto biografico di un uomo visionario
Oggi l’intento è quello di sfogliare tra i ricordi, condividendo alcuni dei momenti salienti dell’incontro con Josko Gravner. Fare la sua conoscenza ha cambiato di molto la prospettiva dei miei pensieri – perlopiù canonici – in ambito vitivinicolo e non solo. Il consiglio che vorrei restituire è quello di farvi travolgere dal racconto di alcuni spunti di vita di Josko Gravner e soprattutto dagli accenti dei suoi vini. La sua storia da vignaiolo è stata molto intensa; Josko Gravner è uno tra i produttori che più stimo, in modo particolare, per l’unicità dei suoi vini, per la capacità di distinguersi con carisma e per quella piccola dose di oniricità che avvolge il suo personaggio.
Sin dagli albori della sua carriera, Josko ha affrontato importanti cambi di interpretazione della materia, prima di giungere finalmente alla consacrazione del suo stile e del suo vino. Tra gli anni 80-90 il percorso intrapreso ha subito delle variazioni di rotta: dapprima l’utilizzo dell’acciaio, successivamente della barriqueCon "barrique" si intende una piccola botte di legno adatta all’affinamento di vino dalla capacità compresa tra i 225 e i 228 litri.... Leggi, sino ad arrivare alla svolta dei primi anni 2000, quando introdusse in cantina le anfore provenienti dalla Georgia, divenute suo stendardo. Parliamo di un uomo indubbiamente carismatico e sopra le righe, che non si è mai fermato di fronte agli ostacoli e con tenacia ha sdoganato un’idea di vinificazione sulla quale il pubblico non esitava a mostrare riserve. Quando capì che quella era per lui la strada giusta da intraprendere, Josko cominciò a erigere la sua roccaforte e nacquero vini dal sapore inconfondibile: macerazione sulle bucce senza lieviti selezionati e utilizzo di anfore.
Josko Gravner, venne etichettato come un “ pazzo “ ma in realtà ha sempre cercato di perseguire il suo ideale, la strada più giusta secondo lui per arrivare ad offrire un alimento buono, sano e massimamente rispettoso della natura. La via che lo condusse verso la realizzazione dei suoi vini – in piena libertà di pensiero e d’azione – fu tortuosa e scandita da numerose difficoltà, dettate da una situazione ambientale che risentiva ancora delle ripercussioni lasciate in eredità dalla prima guerra mondiale. La popolazione slovena non accettava di lavorare per lui e contestava il fatto che venisse fatta una selezione in pianta dei grappoli – andando a “sprecare” materia prima – a favore della qualità. Quando decise di fare diradamenti in vigna, fu il primo a Oslavia.
Approcciarsi all’assaggio dei suoi vini non è semplice: il palato va allenato e il pregiudizio lasciato in tasca. Vini che magari non incontrato il gusto di tutti, ma dai quali traspare originalità, dedizione e lavoro. Prodotti che hanno la capacità di andare oltre ogni definizione legata al biologico o al biodinamico, vini infiniti, unici figli di Josko.
L’avventura di Josko Gravner alla vinificazione è stata quanto di più avvincente si possa ascoltare o leggere e, per tale ragione, merita un breve excursus storico attraverso alcune pillole che hanno caratterizzato le annate più incisive.
1996: è stata un annata molto difficile. Due giorni prima della vendemmia una grandinata fa perdere il 95% del raccolto. Nella sfortuna, con il restante 5%, realizza delle prove di vinificazione con macerazione. L’anno successivo, quando assaggia il risultato di tali esperimenti capisce che quello era ciò che cercava!
1998: vengono utilizzate per la prima volta uve in parte botritizzate, donando al vino morbidezza e rotondità.
2000: doveva iniziare il progetto della prima vinificazione in anfora ma, a causa di un ritardo sulla tabella di marcia, non si fece in tempo.
2003: è la prima annata che fermenta completamente in anfora. Nelle vendemmie 2001 e 2002, infatti, solamente una parte del raccolto fu indirizzata a tale recipiente.
2003 : Ribolla Runk, proveniente da vigne storiche datate dal 1915 al 1950. Unica annata, questa, poiché dopo fu reimpiantato il vigneto. È il primo vino che riposa per 6 anni in botte e per ulteriori 7 anni in bottiglia. Nacque così la Ribolla Riserva.
2003: nasce il Rosso Breg da uve Pignolo. Questa sarà l’altra uva che coltiverà insieme alla Ribolla; tutti gli altri vitigni non verranno più coltivati.
2005: per la prima volta il Rosso Breg fermenta interamente in anfora.
2012: sarà l’ ultima annata del Bianco Breg. Verrà commercializzata da lì in poi solo la Ribolla, come vino da bacca bianca.
2013: vengono introdotti anche i raspi durante la fermentazione, i quali verranno utilizzati anche nelle annate successive sulla base delle condizioni di vendemmia. Assaggiando questo 2013 in cantina, penso che possa avere tutte le potenzialità per divenire una riserva.
Gravner e i suoi vini assolutamente da scoprire e capire ...per crescere!