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Rocca di Frassinello

Vino
Recensito da Thomas Coccolini Haertl

I tanti volti della Toscana

Tralasciando per una volta – ahinoi – il turismo enogastronomico e la costa, ricca di località sul mare fra le più note del Mediterraneo, volendo pure dimenticarci, per un momento, dei suoi borghi storici, la Toscana è anche, o forse soprattutto quella degli Etruschi. Così, facilmente si scopre che l’Etruria, dai tempi più remoti, è sinonimo di coltivazione della vite; allora si torna al punto di partenza e il cerchio si chiude con Rocca di Frassinello.

Siamo poco più a sud della Val di Cornia, con i parchi archeologici di Baratti e Populonia, nell’entroterra della Maremma a est di Follonica, ove più a sud si incontra Vetulonia, a nord di Grosseto. Rocca di Frassinello si trova sopra un poggio strategico nel comune di Gavorrano, a circa 100 m slm, denominato Torre alla Guardia da cui si domina effettivamente tutto il comprensorio con, in lontananza, il mare di Castiglione della Pescaia. Oltre agli ottimali aspetti del territorio dal punto di vista vitivinicolo, con il Galestro toscano che talvolta affiora in superficie, la cui componente argillosa e calcarea si mischia al colore rossastro dei terreni ferrosi – siamo pur sempre nel cuore delle colline metallifere – per non farsi mancare niente, all’interno della tenuta si trova la necropoli etrusca di San Germano in cui fino ad ora sono state ritrovate 11 tombe. Oltre a reperti di monili e oggetti preziosi, fra cui uno Stamnos realizzato e dipinto ad Atene nel 480 a.C. a testimonianza del culto del vino, sempre appartenuto a Greci, Fenici ed Etruschi.

Un luogo dunque che potremmo considerare quasi sprecato, se dedicato solo a boschi e terreni per il pascolo. Più a nord la fama del vino di Bolgheri è iniziata già dalla metà degli anni ’70, a sud troviamo la sempre più interessante area di Montecucco, sicché la Maremma era rimasta indietro da questo punto di vista. L’intuizione venne a Paolo Panerai, giornalista ed editore, intorno alla metà degli anni ’90, sulla scia della importante esperienza acquisita con la cantina Castellare di Castellina. Invitò sul territorio il suo amico Renzo Piano – si conoscevano fin dagli anni ’70 – e così nacque il lungo iter progettuale che portò a quella che di fatto ancora oggi è l’unica cantina progettata al mondo dall’archi-star genovese.

Dall’elicottero ai post-it

Renzo Piano ama sorvolare le aree oggetto dei suoi interventi, perché “un architetto deve anche imparare a volare”, così dall’elicottero individuò la giusta collina e tracciò già alcune linee guida, con il suo pennarello verde sui post-it, per una cantina che esternamente doveva riprodurre il tipico skyline dei borghi toscani: un lungo muro perimetrale come la cinta protettiva della città e una torre che si staglia verticale oltre l’orizzonte, a riferimento del fulcro del luogo.

Da quei primi schizzi, poi dai disegni a CAD della cantina, nei primi anni 2000 emergeva lo spirito creativo di Renzo Piano, ma soprattutto la volontà di realizzare un edificio funzionale: “Non dimenticatevi che una cantina è uno stabilimento, non un salotto o un monumento”. Sono citazioni estratte dalla pubblicazione voluta da Rocca di Frassinello per raccontare l’iter progettuale e costruttivo della cantina inaugurata a giugno del 2007. Il libro, arricchito da aneddoti che testimoniano l’amicizia fra Renzo Piano e Paolo Panerai, mostra schizzi e disegni tecnici che esplicitano il lavoro svolto, ma soprattutto la filosofia distributiva interna. 

Qual è il cuore di una cantina, se non lo spazio dove il vino si eleva in botte?” Del resto, la famiglia genovese di Renzo Piano il vino lo conosceva bene, il padre era anche produttore, con la sua vigna di Ovada. Dunque le barrique, nel progetto sono volutamente collocate al centro, in un grande volume quadrato completamente privo di colonne, decisamente sottoterra, circondato dal quadrilatero ove si vinifica e imbottiglia, a protezione termica di quello che potremmo definire un teatro del vino, in cui le oltre 1.000 botti si guardano, delicatamente disposte sui gradoni, come assistendo all’eterno show di affinamento del vino. U

n luogo commovente, così perfetto che è anche lo spazio per alcuni esclusivi concerti e dove un raggio di sole può penetrare all’interno dall’alto, grazie al gioco degli specchi voluto da Piano, che parte dalla torre per entrare nella barricaia come un corpo di luce solida.

Esternamente tutto si palesa solo con il solido muro perimetrale colore del vino e della terra, su una pianta architettonica di 40 metri per 40, con sopra quello che è stato definito il sagrato, la piazza ove si depositano le uve raccolte a mano che poi discenderanno per gravità attraverso dei pozzetti nelle vasche. Un progetto esemplare che delinea il criterio costruttivo di tutte le cantine contemporanee. Il piano degli uffici, della sala degustazioni e la foresteria sul retro, dal fronte risultano volutamente quasi impercettibili, grazie all’estesa fascia vetrata col tetto piano sottilissimo, sopra l’immensa piazza a copertura del nucleo produttivo sottostante.

I vitigni e la tenuta

Un altro elemento fondamentale entra gioco. Rocca di Frassinello è il risultato della fusione dei Domini Castellare di Castellina di Paolo Panerai e Domaines Barons de Rothschild-Château Lafite. I primi 20 ettari acquistati nei primi ’90 da Panerai e che oggi rappresentano le vigne più anziane della tenuta, furono largamente incrementati proprio grazie al Barone Eric Rothschild che da socio venne a scegliere queste colline, ove una delicata brezza di mare si incanala per mitigare le temperature, come i luoghi più adatti per la coltivazione di Sangioveto, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Vermentino. La tenuta, in alcuni anni, fu portata a 500 ettari sempre prevalentemente boschivi, nel segno della sostenibilità ambientale e delle escursioni termiche giornaliere; oltre 80 sono vitati, con un progetto di ulteriore crescita della produzione che attualmente si attesta intorno alle 400.000 bottiglie annue. Sono colline lambite anche dal Maestrale pomeridiano con i vigneti che ricevono una insolazione piena, tutto sotto il governo di Alessandro Cellai, responsabile enologo e agronomo della tenuta, coadiuvato da Massimo Casagrande.

VERMENTINO 2018

È l’unico bianco prodotto dalla cantina, da uve 100% Vermentino. 13% Vol. dal colore giallo verdolino, all’olfatto delicatamente floreale, è un vino piacevole, complessivamente fresco, seppure con una nota gustativa centrale calda, mai predominante; è un vino da bere giovane, pensato per ampliare lo spettro di abbinamenti all’interno di un territorio con forte prevalenza di vini rossi. 

POGGIO ALLA GUARDIA VIGNE ALTE 2017

In onore al colle dove risiede la cantina, questo rosso è frutto delle uve 40% Sangioveto, 30% Merlot, 25% Cabernet Sauvignon e 5% di Syrah. 14,5% Vol. è l’unico rosso di Rocca di Frassinello che non affina in legno, ma in cemento per un anno. Passaggio che del resto caratterizza tutti i rossi della cantina, dopo l’affinamento in barrique, per far respirare i vini prima dell’imbottigliamento. 

Di colore rosso rubino intenso, all’olfatto questo vino si presenta, schietto con un deciso sentore di confettura di more e latenze vinose. Al palato è territoriale e tannico, vibrante e di lunga persistenza, quasi balsamico con una fine nota di pepe nero.

ORNELLO 2016

Questo rosso prende il nome da una tipologia di frassino usato come bastone dai butteri della Maremma. Il taglio è 40% Sangioveto, e 20% in parti uguali Merlot, Cabernet Sauvignon e Syrah. 

14,5% Vol. si presenta di colore rosso rubino piuttosto impenetrabile, all’olfatto sprigiona la macchia mediterranea dovuta alla zona ventosa delle vigne, erbaceo, speziato e ferroso, poi rivela note di ciliegia e mallo di noce, per esplicitare un finale di prugna disidratata. Al palato è deciso, con ottimo equilibrio fra tannicità e freschezza, di generosa persistenza. Svolge un affinamento in barrique di almeno 6 mesi.

LE SUGHERE DI FRASSINELLO 2016

L’affinamento in barrique di almeno 12 mesi, seppure di secondo passaggio, in questo caso si fa sentire di più. È costituito da 50% Sangioveto, 25% di Merlot e 25% Cabernet Sauvignon. 14,5% Vol. è di colore rosso rubino molto intenso con un olfatto che concede territorialità e un deciso sottobosco con frutti rossi. Al palato rivela struttura, con tannini morbidi, sentori di spezie d’oriente e una persistenza finale armoniosamente sapida.

ROCCA DI FRASSINELLO 2015

Entriamo in un’annata particolarmente felice per tutto il territorio toscano in genere. E siamo di fronte al vino che porta il nome della cantina, a significare il risultato del progetto italo-francese evidenziato dai vitigni: 60% Sangioveto, 20% Cabernet Sauvignon e 20% Merlot. 14,5% Vol. mostra un colore rosso rubino con ombre violacee e riflessi granati. All’olfatto è un vino di grande complessità che inizialmente lascia spazio al Merlot con confettura di frutti neri, poi note di violetta ed echi di lavanda, quindi allarga lo spettro a note di spezie, essenza di legno e tabacco da pipa. Al palato rivela l’affinamento in barrique per 14 mesi, con un elegante equilibrio fra corposità tannico-alcolica e la lunga persistenza che concede sapidità con riverberi di scorza d’arancia.

BAFFONERO 2015

Ultima, ma non ultima declinazione dei vitigni della cantina, questo vino è 100% Merlot, pensato esplicitamente anche per contendere il primato al ben noto Masseto. Dunque una sfida, per un vino che prende il nome dalla sua vigna omonima, in posizione privilegiata, frutto poi di una attentissima selezione in vendemmia, poi di un affinamento in barrique di rovere tutte nuove, per oltre 14 mesi. 15% Vol. si presenta di colore rosso rubino decisamente impenetrabile. All’olfatto rivela ancora una volta quel trasporto arioso del mediterraneo, subito arricchito dalle vibranti acidità dei frutti a bacca nera, coadiuvati da una dose espressiva alcolica decisa, tanto da far pensare alla frutta sotto spirito. Il bouquet, nel suo complesso è ingentilito da note di ciliegia, chiodi di garofano e sentori di olive in salamoia. Al palato è un vino di grande corpo, mai sgarbato nei tannini, tuttavia caldo in tutta la sua parte centrale, infine riapre i giochi con una spiccata freschezza che sembra non avere fine, fra ritorni di frutta rossa e ricordi d’estate. È certamente un vino di riferimento, così come lo è la torre di Renzo Piano sopra Rocca di Frassinello, che spicca fra i colli della Maremma etrusca.

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